Note di Silvia Della Mea, istruttrice di sci
Lo sport può apportare numerosi benefici, non solo fisici, ma anche
psicologici e soprattutto sociali. Infatti la pratica di uno sport favorisce
alcuni momenti di incontro che danno la possibilità ai disabili, che
spesso rischiano di trovarsi in una situazione di isolamento e di esclusione,
di socializzare e integrarsi in ambiti diversi.
Lo sci di fondo o nordico è uno sport che apporta tutti i benefici
già menzionati, innanzitutto perché è completo e richiede
un certo impegno, ma soprattutto perché può essere praticato
sulle stesse piste da sci frequentate dai normodotati e, come a loro,
permette di provare le brezza di sentire i propri sci scorrere sulla neve.
I disabili sensoriali possono praticare lo sci di fondo, prendere lezioni
e svolgere delle gare di sci, grazie ad alcuni adattamenti metodologici e
tecnici.
I non vedenti praticano lo sci con l'aiuto di una guida/maestro,
che prestando i suoi occhi, permette loro di essere guidati lungo il
percorso. Le indicazioni date dalla guida devono essere chiare, brevi e precise,
sempre tempestive. La guida, proprio per non perdere mai il contatto verbale
con lo sciatore, fa uso di radio trasmittenti in modo che le indicazioni siano
continue e sempre ben udibili, anche rispetto all'affaticamento della guida
e alle condizioni climatiche (neve, vento, ecc..) che possono ostacolare il
flusso di informazioni.
La metodologia d'insegnamento si adatta privilegiando la spiegazione
e quindi il linguaggio verbale, non potendo in questo caso fare uso della
dimostrazione, molto utile invece nel caso dell'audioleso.
L'insicurezza e il timore che derivano dal non poter vedere il percorso e
di conseguenza dove si sta andando, viene compensata dal rapporto di completa
fiducia che si instaura con la propria guida e che per certi aspetti
diventa unico e particolare. L'attività deve svolgersi garantendo la
massima sicurezza allo sciatore non vedente, scegliendo percorsi adeguati
alle sue capacità e soprattutto facendo indossare allo sciatore e alla
sua guida un pettorale o una divisa ben riconoscibile, che segnali
la sua disabilità agli altri sciatori.
Anche nel caso dei non udenti, che non possono percepire segnali di
pericolo, l'accompagnatore/maestro viene investito di una notevole fiducia
da parte dello sciatore.
In questo caso l'insegnamento della tecnica predilige la dimostrazione
accompagnata anche dalla spiegazione, ma che deve utilizzare termini molto
semplici, in modo che l'allievo possa leggere le labbra. Talvolta è
possibile utilizzare alcuni adattamenti un po' originali, come ad esempio
disegnare sulla neve le corette posizioni da assumere durante la sciata. Le
indicazioni devono essere coincise, chiare e date sempre con un certo anticipo,
non potendo poi richiamare lo sciatore all'ultimo momento come nel caso di
un udente.
Al proposito, Giacomo, che è stato mio allievo a Claviere in Italia,
può dare una testimonianza diretta delle sue difficoltà e di
come abbiamo cercato di adattarci reciprocamente durante le nostre lezioni.
Lo sport è una realtà possibile e praticabile per i disabili
sensoriali e ci auguriamo che le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi, che si
terranno a Torino nel 2006, e tutte le manifestazioni e iniziative ad esse
legate, possano favorire la nascita di una maggior sensibilità ed attenzione
verso il tema dello sport per i disabili nel nostro paese e in tutta Europa.
Silvia Della Mea
s.dellamea@libero.it
novembre 2004
Un approfondimento di questi temi è offerto dalla tesi di laurea Sci
di fondo: sport e socializzazione per non vedenti
(vedere Sezione Didattica > Università > Tesi > DellaMea).