Seminario
di Studi
Didattica
e nuove tecnologie
Ricerca e sperimentazione nella scuola
Arona
- 18 dicembre 1999
Palazzo
dei Congressi, Corso Repubblica 56
RELAZIONE TECNICA
(A
cura della direttrice dott.ssa Matilde Ventura,
Direzione Didattica Arona II)
Con il contributo economico
del Centro di ricerca di Ispra, con il patrocinio del Provveditorato
agli studi di Novara e con la collaborazione dell'A.N.DI.S.
(Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici), in data 18 dicembre
1999, abbiamo organizzato in Arona (NO), il Seminario
di Studi dal titolo:
DIDATTICA
E NUOVE TECNOLOGI E:
RICERCA E SPERIMENTAZIONE NELLA SCUOLA
Il seminario ha rappresentato uno dei momenti più significativi
della sperimentazione di "Voice" in atto nelle
scuole del 2° Circolo Didattico di Arona (NO).
La partecipazione delle Autorità locali e provinciali, di
un Dirigente del M.P.I., di un Direttivo della B.D.P., di docenti
universitari, di ricercatori, di esperti in formazione ed handicap,
di rappresentanti illustri di Associazioni nazionali, nonché
la presenza di un uditorio numeroso ed interessato (più di
150 persone tra addetti ai lavori e non), ha reso ancora più
importante l'iniziativa.
L'alternarsi, poi, di momenti di riflessione teorica a testimonianze
di esperienze significative sia dal punto di vista umano che professionale
ha creato le condizioni ideali per indagare alcuni aspetti importanti
della questione e, nello stesso tempo, per attuare quel confronto
"costruttivo"che stimola, sollecita e genera nuove idee.
Gli argomenti trattati sono stati:
- il progetto "Voice"
- le scuole come laboratori di crescita professionale
- disagio e integrazione
- nuove tecnologie e apprendimento
- handicap e nuove tecnologie
- la B.D.P. al servizio delle scuole
- la formazione dei formatori
- le sperimentazioni in atto nelle scuole.
Il progetto "Voice" consiste nell'utilizzo
di un software che, basandosi su programmi di riconoscimento vocale,
sottotitola il parlato: attraverso un microfono tutto ciò
che una persona dice viene interpretato dal computer e appare scritto
sul monitor.
La dimostrazione dal vivo che ha accompagnato
la relazione dell'Ing. Pirelli del Centro di ricerca di Ispra ha dimostrato
come sia possibile, utilizzando questo programma, che il computer
riesca ad analizzare la voce di chi sta parlando, ne riconosca le
parole, generi dei sottotitoli e controlli la presentazione delle
immagini"
In particolare, così ha spiegato l'Ing. Pirelli,
con il progetto "Voice"si mira alla generazione di
sottotitoli di conferenze o di lezioni scolastiche o universitarie
indirizzate a partecipanti udenti, o a partecipanti sordi, o altri
di madre lingua non italiana".
"La sottotitolazione deve essere considerata
un servizio sociale.......Un film o una trasmissione in diretta sottotitolati
consentono di immergersi in migliaia di vocaboli e di frasi, inserite
nel proprio contesto.
Un telegiornale sottotitolato consente
agli audiolesi di ricevere la stessa informazione che viene offerta
agli altri utenti e quindi consente almeno una parte di quella parità
di cui tanto si parla"
La disabilità non è un problema
che riguardi solo gli altri, è un problema anche nostro.
"Se vogliamo parlare ad un audioleso, il peso della disabilità
deve essere sopportato in parte da noi" per questo dobbiamo
imparare a gestire canali di comunicazione alternativi che ci consentano
di ascoltare, di condividere, di comprendere, di dialogare.
Il progetto realizzato nelle nostre scuole si
è inserito all'interno di una più ampia sperimentazione,
autorizzata dal Ministero, in atto nel 2° Circolo di Arona (No) già
da alcuni anni.
L'esperienza nata dall'esigenza di realizzare
interventi educativi che potessero, da un lato, facilitare l'apprendimento
dei bambini audiolesi presenti nella nostra realtà scolastica
e dall'altro, configurarsi come occasione di "crescita"
per la classe intera, ha subito un'evoluzione nel tempo trasformandosi
ed espandendosi fino a diventare un percorso didattico in grado di:
- dare risposte efficaci a "bisogni speciali".
- potenziare l'apprendimento di tutti gli alunni.
Dopo aver sperimentato, infatti, i vantaggi derivanti
dall'utilizzo del sistema di riconoscimento vocale "Voice"
con bambini audiolesi ed in particolare la possibilità concreta
di fornire a questi una stimolazione linguistica il più possibile
vicina a quella ricevuta dai compagni normo-udenti, presupposto indispensabile
per il raggiungimento di quelle competenze cognitive che si innescano
su quelle linguistiche, abbiamo compreso che lo stesso strumento ci
avrebbe consentito di attivare interventi didattici su un più
ampio spettro, spaziando tra le diverse discipline.
Ed è proprio su questo punto che
si è soffermato il prof. Pier Cesare Rivoltella, docente all'Università
Cattolica di Milano.
Nel declinare il rapporto tra tecnologia e scuola si è soffermato
con maggior cura su un aspetto in particolare: l'utilizzo delle nuove
tecnologie come amplificatori dell'apprendimento.
Ha delineato, così, due scenari:
- la possibilità di ottimizzare l'apprendimento dei
soggetti che già apprendono senza difficoltà;
- la possibilità di integrare e sostenere l'apprendimento
di soggetti che, invece, presentano delle difficoltà, dallo
svantaggio all'handicap.
Occorre, però, rifuggire da quella
che il Professore definisce la "fallacia omeopatica"
degli ipertesti, che consiste nel credere che sia sufficiente
introdurre queste tecnologie nella scuola, perché automaticamente
la didattica ne conosca l'innovazione e diventi efficace.
Se le tecnologie di comunicazione
non vengono trasformate in tecnologie educative non garantiranno nessuna
efficacia didattica.
Vale la pena in questo senso di ricordare
ciò che Gardner suggerisce: "la prima tecnologia
dal cui funzionamento tutte le altre dipendono è la testa dell'insegnante".
La formazione dei docenti: un
altro tema importante che ha appassionato i relatori e gli esperti
presenti.
Nella relazione da me presentata sulla sperimentazione in corso ho
evidenziato uno degli aspetti per noi più interessanti: l'utilizzo
di Voice nella didattica favorisce l'attuazione della metodologia
della "ricerca-azione", una delle tipologie di lavoro
più apprezzate in questi ultimi anni nella scuola, ma
anche più efficaci, poiché consente di recuperare in
ambito pedagogico- didattico quella dimensione formativa che fonda
gli aspetti innovativi della più recente programmazione di
pratica metodologica.
E' stata proprio la collaborazione con il
Centro di ricerca di Ispra a sollecitare le insegnanti a intraprendere
un percorso molto coinvolgente in cui la stessa ricerca diventa un
momento di riflessione e di analisi, perché l'attenzione si
sposta dal prodotto al processo e ciò che più conta
non è "fare ricerca", ma "essere in ricerca".
Questo nuovo modo di lavorare ha piacevolmente
"sorpreso" ed anche "emozionato" il Dirigente
generale del Ministero della Pubblica Istruzione, poiché vi
ha ritrovato un esempio di un nuovo percorso di formazione dei docenti
che porta a trasformare le scuole in "laboratori territoriali
di ricerca e di crescita professionale.
L'esperienza del nostro
Circolo, ha sottolineato
il Direttore generale, rappresenta una modalità di eccellenza
di formazione, perché:
- pone una finalizzazione precisa
- diversifica le opportunità di formazione
- introduce percorsi strutturati di formazione per competenze
specifiche
- realizza forme di collaborazione con l'ente di ricerca
- valorizza i processi di crescita degli insegnanti.
Una scuola che ricerca, progetta e sperimenta tutela i minori?
A questo proposito, il Presidente
dell'Associazione Nazionale dei Dirigenti Scolastici,
dott. Armando Rossini ha sottolineato l'importanza di diffondere
e valorizzare nella scuola quella che si potrebbe definire la "cultura
del disagio", quella cultura, cioè, che ci aiuta
a sostenere che nella scuola è possibile affrontare, meglio
che altrove, qualunque forma di disagio: la permanenza dei minori
negli istituti scolastici di ore, giorni, anni e la stessa organizzazione
scolastica creano le condizioni ideali per attivare forme di intervento
"Soft", leggere, non centrate sul caso, sul singolo soggetto,
ma fondate su modalità di ascolto e di attenzione reale che
possono rivelarsi particolarmente efficaci.
Le azioni che si possono condurre all'interno
della scuola sono tante. Su una modalità in particolare il
Presidente dell'A.N.DI.S. ha voluto soffermarsi: "la resilienza"....
La resilienza è un termine che appartiene
alla fisica e sta a indicare la capacità di un materiale di
resistere senza modificare la propria struttura anche se sottoposto
a pressioni/sollecitazioni fortissime.
Alcuni studiosi hanno studiato attraverso quali meccanismi di autodifesa
un soggetto che vive in ambienti familiari e/o ambientali fortemente
disagevoli/degradati/maltrattanti etc., riesce a non farsi coinvolgere
e a crescere comunque sano e forte sia psicologicamente che moralmente;
quali sono, cioè, i meccanismi "resilienti"
grazie ai quali, nel corso della vita, si possono superare senza particolari
danni situazioni oggettivamente gravi e disagevoli.
Si tratta di studiare e valorizzare
tutti quegli atteggiamenti che il minore mette in atto, pur vivendo
situazioni di grosse difficoltà, per "sopravvivere".
Benigni nel film "La vita è bella" ci ha dimostrato
come sia possibile superare una fase drammatica dell'esistenza attraverso
l'umorismo....
Secondo tali studiosi gli elementi che rafforzano la capacità
di crescere equilibrati nelle avversità della vita potrebbero
essere:
- l'attivazione di reti di supporto sociale e, al centro di
esse, l'accettazione incondizionata del minore come persona;
- la capacità di trovare un senso alla vita;
- la capacità e la consapevolezza di esercitare una
qualche forma di controllo su quanto accade nella vita;
- l'auto-stima;
- il senso dell'umorismo.
E' importante, allora, che la scuola si
attivi per il rafforzamento delle aree sopra indicate e che entri
in una logica di aiuto nei confronti dei minori in situazione di disagio,
consapevoli che quei minori che non aiutiamo oggi potrebbero essere
gli adulti da cui difenderci domani.
Occorre riflettere...
Le attuali società occidentali, ad
elevata competitività sociale, sostiene il dott. Dionigi
Ioghà, neuropsichiatra infantile di Pavia, producono
più facilmente l'estrusione di soggetti con minori capacità
di prestazione, creando di fatto un discreto numero di disabili. Solo
verso alcune categorie vengono poi attuati degli ombrelli compensativi,
ma certamente non in grado di combattere la marginalizzazione.
Le nuove tecnologie, in particolare il supporto informatico,
hanno generato una serie di nuove opportunità sia in ambito
riabilitativo che educativo.
A volte osannate, a volte deprecate o
considerate un mondo-altro, queste sono entrate nel nostro quotidiano
anche se facciamo fatica ad accorgercene...
I computer stanno entrando anche nella scuola....
E' importante, allora, cominciare a pensare al computer con la stessa
disinvoltura con cui pensiamo alla penna Bic: nessuno si pone il problema
di come funziona, la si usa e basta.
Così dovrebbe avvenire nella scuola dell'obbligo: non
una aula informatica in cui si studiano i computer, ma un computer
in ogni classe disponibile a supportare il bambino .
Le sperimentazioni e le esperienze significative che si realizzano
nella scuola non devono restare chiuse all'interno di piccoli gruppi
di docenti, ma è importante che diventino patrimonio comune
affinchè tutto il modo della scuola, ma anche della cultura
possano trarne beneficio.
Questo processo di divulgazione e di scambio
è uno dei compiti della Biblioteca pedagogica di Firenze
presente al Seminario nella persona della dott.ssa Maria Fortunato.
La professoressa ha illustrato il Gold,
un sistema globale di documentazione il cui obiettivo è quello
di aiutare la scuola a utilizzare l'informazione disponibile come
risorsa a sostegno dei processi di innovazione nel corso della normale
attività didattica.
Il sistema Gold si rivolge in prima istanza
ai docenti e ai Capi d'istituto ponendo le condizioni per una circolazione
delle esperienze didattiche, dei materiali prodotti dalla scuola e
dei Piani dell'offerta formativa, prevedendo anche servizi on
line.
Ed è proprio sulla possibilità
di attivare servizi on line che è intervenuto il dott.
L. Gambardella direttore del Centro telematico multimediale di Milano
che ha illustrato un progetto a distanza di "
formazione dei formatori" sottolineando l'importanza
di studiare e di realizzare percorsi formativi fortemente innovativi
non solo nei contenuti, ma anche nelle modalità organizzative.
Solo attraverso lo sviluppo di nuove professionalità
e di nuove competenze è possibile arrivare ad attivare processi
di apprendimento che valorizzino"la classe come luogo della
diversità" e che portino a riconsiderare il concetto di
normalità a partire dalle diversità della classe: la
normalità diventa diversità.
Al termine delle relazioni
sono state presentate le sperimentazioni in corso nelle scuole del
nostro Circolo .
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