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I.R.F.E.D.
RELAZIONE PROGETTO VOICE
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L'Istituto I.R.F.E.D., nel corso dell'anno 1999,
ha dato avvio ad un Corso di Alta Qualificazione per Insegnanti
di sostegno specializzati, finalizzato a fornire competenze specifiche
rispetto al ruolo di Coordinatore delle attività legate all'integrazione
scolastica di alunni disabili.
Il corso, suddiviso in due sessioni, è stato
organizzato seguendo moduli omogenei rispetto alla disabilità
presa in esame. All'interno di ogni modulo gli specialisti intervenuti
hanno approfondito tematiche relative agli aspetti clinici della patologia,
agli aspetti pedagogici specifici e agli ausili.
In una sessione specifica si è data collocazione
alla presentazione del programma di Riconoscimento Vocale da parte
dell'Ing. Pirelli, a cui seguirà un incontro di verifica e
di discussione sulle tematiche affrontate approssimativamente in data
20.09.99. Verranno in seguito istituiti gruppi di lavoro permanenti
per la diffusione e la sperimentazione dell'ausilio nelle scuole della
Provincia.
In seguito al Corso di Alta qualificazione si effettueranno
seminari di lavoro che avranno l'obiettivo di individuare nella
Provincia di Varese un Gruppo di studio e di lavoro permanente
sulle problematiche della disabilità, con particolare riferimento
alle nuove tecniche, agli ausili ed alla didattica differenziale,
in modo da divenire risorsa per tutto il territorio provinciale.
Uno di questi gruppi si occuperà in particolar
modo delle problematiche attinenti all'integrazione degli alunni
ipoacusici, nelle scuole di ogni ordine e grado, in quanto diverse
sono le difficoltà e gli interventi conseguenti.
In particolare, nel primo gruppo di discussione che
si è tenuto in data 16.06.99, sono stati messi a fuoco i seguenti
aspetti:
1. l'integrazione scolastica di alunni ipoacusici
ha presentato, nel corso degli anni, una crescente necessità
di intervenire su due livelli separati ma in stretta relazione tra
loro:
a) competenza linguistica:
l'intervento didattico, in ogni ordine di
scuola, avviene attraverso il canale verbale, sul quale
si innestano altri codici di comunicazione (mimica, linguaggio
gestuale, linguaggio iconico) a completamento e a corollario del
primo. Attraverso la parola detta, l'alunno costruisce il suo
campo di esperienza cognitiva, funzionale alla strutturazione
di concetti via via più complessi.
Attraverso l'ascolto della parola, l'alunno acquisisce
significati, che vanno a costituire sempre più completi
campi semantici.
La rete dei significati definisce e struttura
la concettualizzazione, le relazioni tra significati e permette
di attivare connessioni, di allargare la rete delle relazioni
tra concetti, che sta alla base del pensiero ipotetico deduttivo,
che completa lo sviluppo cognitivo e sul quale il mondo scolastico
interviene.
b) sviluppo cognitivo:
Il passato dell'inserimento dei sordi nella scuola
è costellato dal fraintendimento delle capacità
cognitive residue sulle quali i docenti erano chiamati ad intervenire,
poiché il bagaglio linguistico posseduto, povero,
esclusivamente legato al vissuto domestico e delle relazioni amicali,
rendeva le loro prestazioni estremamente rigide, frammentate,
espressione di capacità cognitive ridotte. Su questi presupposti
è stato difficile riconoscere a quegli stessi alunni potenzialità
che in realtà ancora erano presenti all'inizio della scolarizzazione
e che avrebbero potuto strutturarsi e rendersi visibili a condizione
che la stimolazione della stesse fosse coerente con le loro attitudini:
in una scuola di parole i sordi non riuscivano a crescere.
L'intervento protesico precoce, la rieducazione
uditiva e logopedica hanno fatto la loro parte per ridurre
lo scarto all'ingresso della scuola dell'obbligo, ma l'assenza
di interventi compensatori, se non quelli limitati ad un presenza
estremamente ridotta dell'insegnante di sostegno nella
classe, capace di tradurre le comunicazioni dell'insegnante
curricolare, non hanno risolto fino in fondo il problema della
stimolazione capace di sostenere lo sviluppo cognitivo degli alunni.
2. Lo strumento di Riconoscimento Vocale trova
la sua miglior applicazione, per le premesse fatte, nelle scuole
elementari, poiché la fascia d'età che vi è
compresa sta ancora strutturando ed approfondendo lo sviluppo delle
competenze linguistiche e, successivamente, cognitive.
Fornire quindi una stimolazione linguistica il
più possibile vicina a quella ricevuta dai compagni normo-udenti,
consente di creare il presupposto affinché quelle competenze
cognitive che su quelle linguistiche si innestano, siano da
tutti ugualmente raggiungibili.
Fornire un ausilio capace di far sentire partecipi
gli alunni a tutto l'intervento del docente, migliora l'atteggiamento
nei confronti dell'ascolto, perché poter capire di più
consente di voler capire di più.
Il Sistema di Riconoscimento vocale, per essere
utilizzato, richiede la capacità di leggere, abilità
che un alunno normo-udente struttura nel primo ciclo (6/7 anni),
mentre i soggetti ipoacusici compiono queste acquisizioni in seguito
al percorso riabilitativo, in epoca quindi molto precedente (4/6
anni).
I bambini che fanno il loro ingresso nella scuola
possono così partire con una risorsa in più, che può
effettivamente consentire loro di crescere alla pari.
Definire il Riconoscimento Vocale uno strumento
che facilita l'integrazione risulta essere quindi ancor più
vero nella scuola elementare, poiché si rivela capace di
far sentire l'insegnante che parla, mentre crea il
presupposto motivazionale della lettura per tutti gli altri
alunni. A tal fine è necessaria la presenza di uno schermo
da tutti visibile in cui l'immagine dell'insegnante, il suo volto
(e non le sole labbra) è accompagnato dalle parole scritte
da lei pronunciate, atti comunicativi entrambi, finalmente mirati
alle competenze presentate da ciascuno.
Fin dalla scuola elementare, quindi, il Software
consente una maggior acquisizione di bagaglio lessicale,
la costruzione di reti semantiche e l'abitudine ad utilizzare frasi
correttamente strutturate da un punto di vista sintattico, facilitando
la conoscenza e l'utilizzo delle parti significative del discorso,
che per la loro brevità sono difficilmente riconoscibili
nella lettura labiale, e che sono difficilmente traducibili, per
il basso valore semantico intrinseco, e l'alta variabilità
del contesto nel quale si presentano.
Lo stampato maiuscolo su una sola riga sembra essere
la condizione ottimale per la lettura in una fascia d'età
come quella dei bambini della scuola elementare, cosa possibile
stante una comunicazione costituita prevalentemente da frasi brevi
senza subordinazioni.
3. Per quanto concerne gli altri livelli scolastici
è stato rilevato che l'utilizzo del sistema di Riconoscimento
Vocale trova efficacia nell'integrazione dei soggetti ipoacusici
solo se utilizzato in contesti molto specifici, nelle aree disciplinari
che utilizzano in prevalenza il canale linguistico. In tal caso
esso consente la partecipazione alle lezioni frontali da parte degli
alunni ipoacusici senza l'aiuto dell'insegnante di sostegno, attribuito
per un monte ore che va progressivamente riducendosi.
L'allenamento linguistico iniziato con la rieducazione
e la logopedia prima, nel corso della scuola elementare poi, renderanno
gli alunni più duttili nella lettura e nella comprensione
del testo scritto, che potrà presentarsi in stampato minuscolo
o maiuscolo anche su più righe, come quello sul quale si
è lavorato, che presenta un'intera frase, anche con subordinazioni.
Si è valutato necessario l'utilizzo dell'ausilio nelle attività
che possono essere precedentemente predisposte, poiché la
resa su testi non preparati risulta essere ancora carente rispetto
al livello richiesto dagli alunni di età compresa tra gli
11 e i 18 anni.
Mentre nel ciclo scolastico che comprende la scuola
elementare, la telecamera e lo schermo sembrano essere essenziali
per un utilizzo efficace del software, nelle scuole secondarie si
sono rivelati disturbanti: la lettura labiale che l'alunno ipoacusico
farebbe, si va a sovrapporre alla lettura del testo che scorre e
col quale non è coerente (l'insegnante parla, POI il testo
appare). Ulteriore motivo di disturbo deriverebbe alla classe, che
molto più facilmente si distrae in presenza di stimolazioni
varie.
La traduzione scritta presenta ancora qualche problema
nella traduzione di testi che non siano stati precedentemente predisposti,
ciò comporta che, in situazione di parlato libero, il testo
presenta errori. La possibilità di correzione immediata non
sembra essere strettamente indispensabile e, comunque, si è
dimostrata essere di eccessivo disturbo poiché rende l'eloquio
troppo frammentato e, quindi, poco fruibile dal resto della classe.
Buona parte dell'attenzione durante i lavori è
stata utilizzata per riflettere sulle ricadute che l'utilizzo del
sistema può avere rispetto alla didattica dei docenti curricolari,
nell'impostazione delle lezioni e nell'acquisizione delle tecniche
di comunicazione idonee all'integrazione di alunni con deficit uditivi.
I partecipanti al corso hanno espresso qualche
remora rispetto alle interferenze che l'utilizzo del Riconoscimento
Vocale può ingenerare con la scelta, ormai diffusa, di potenziare
al massimo la lettura labiale quale mezzo di partecipazione alla
vita sociale e, quindi, scolastica per gli alunni sordi.
Alcuni docenti hanno però contestualizzato
detto utilizzo, in frazioni molto ridotte dell'attività didattica,
ed hanno così relativizzato le obiezioni di cui sopra.
Il Corso di Alta Qualificazione, all'interno del
quale è stata aperta la sessione relativa al Progetto Voice,
è stato organizzato dall'I.R.F.E.D. su mandato del Ministero
della Pubblica Istruzione. Il rapporto istituzionale così creato,
costituisce presupposto per ottenere il patrocinio ai corsi di aggiornamento
che l' I.R.F.E.D. ha in programma per l'anno 1999/2000.
L'adesione al Progetto Voice che l'I.R.F.E.D. ha
siglato con il C.C.R, avrà come ulteriore sviluppo la diffusione,
attraverso la rete del Provveditorato stesso, delle informazioni riguardanti
il Progetto, alle scuole della provincia, funzionale alla diffusione
dell'ausilio per l'integrazione degli alunni ipoacusici. Il coinvolgimento
del Provveditorato agli Studi di Varese consentirà di dare
particolare spazio al finanziamento alle scuole dei progetti che prevedono
l'utilizzo del riconoscimento Vocale nell'applicazione del Progetto
Voice.
L'I.R.F.E.D. di Varese, inoltre, metterà in
rete i risultati dei seminari di lavoro che si effettueranno nel mese
di Settembre, attraverso l'I.R.F.E.D. Nazionale, per consentire una
diffusione capillare dei risultati della sperimentazione.
Attraverso l'utilizzo della Pagina Web già
operativa, sulla quale confluiranno tutti i dati provenienti dalla
diverse scuole che faranno uso dell'ausilio e che confluiranno all'I.R.F.E.D
essendosi l'Istituto posto sul territorio quale punto di riferimento
per tutti gli operatori del territorio (scuole/insegnanti, enti locali/educatori/tecnici
dei servizi) in vista della costituzione di una banca dati permanente
sulle problematiche dell'interazione sociale delle persone disabili.
Alle problematiche didattiche connesse all'utilizzo
del sistema si darà spazio nella successiva sessione di lavori,
che si aprirà a Settembre, attraverso gruppi di studio che
opereranno in prima persona, in collaborazione con l'Ing. Pirelli
ed il Dott. Paglino, per individuare i parametri per la valutazione
dell'effettivo riscontro positivo nell'apprendimento e, quindi, nella
resa scolastica degli alunni che utilizzeranno il Prototipo.
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