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Il PROGETTO VOICE:
presentazione per gli utenti del Progetto MOISE

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IL PROGETTO VOICE

Per sostenere la VOCE dei sordi con un'azione di sensibilizzazione
sulle potenzialità dei sistemi di riconoscimento della VOCE

1. Il Progetto Europeo VOICE

2. La sperimentazione del prototipo VOICE

3. I risultati raggiunti nella sottotitolazione

4. Le Scuole

5. I Corsi di Alta Qualificazione

6. Le Scuole Elementari della Direzione Didattica di Arona-II

7. Il Liceo Artistico di Varese

8. Il Sito Web ed il Forum su Internet

9. Sviluppi futuri

1. Il Progetto Europeo VOICE

Con la diffusione dei sistemi di riconoscimento vocale, per la conversione da voce a testo, è possibile dettare al computer, senza l'uso della tastiera, un testo come questo che state leggendo. Esso viene presentato allo schermo all'interno di una finestra simile a quelle dei programmi di trattamento testi, che consente di modificarlo e stamparlo, ma mantiene un aspetto un po' troppo informatico, che ne ostacola un uso diverso, quale una lettura diretta.

Parlare e vedere comparire sullo schermo il testo delle singole frasi complete appena dettate, richiede qualche adattamento specifico. Una lezione in classe, una conferenza o una trasmissione televisiva che generino automaticamente i propri sottotitoli restano un sogno affascinante per molti ed una necessità reale per chi è confrontato a problemi di comunicazione, dovuti alla sordità o più semplicemente alla limitata conoscenza di una lingua o all'incalzare dell'età.

L'Unione Europea ha definito diversi programmi d'azione nel campo della disabilità ed il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (CCR), Sito di Ispra (Varese), fra le sua attività nei settori tecnici più diversi, esamina anche la possibilità di trasferire nel campo della vita umana e della disabilità le esperienze acquisite in altri settori.

Il Progetto VOICE dell'Istituto per la Protezione e la Sicurezza del Cittadino (CCR-IPSC), nell'ambito delle attività di Ricerca Esplorativa, si occupa della definizione e lo sviluppo di ausili nel campo della comunicazione. Esso ha per tema centrale il riconoscimento della voce e mira al superamento di alcuni ostacoli che si frappongono all'inizio di nuove attività in questo campo di grandi potenzialità.

Il Progetto studia l'uso di sistemi di riconoscimento vocale nelle conversazioni, conferenze, trasmissioni televisive e comunicazioni telefoniche, per generare sullo schermo di un computer i sottotitoli di quanto viene detto. Esso sviluppa e sperimenta dei prototipi di interfacce che consentano un uso più facile di prodotti commerciali, tenendo conto dei bisogni specifici degli audiolesi, allo scopo di ridurre la distanza che li separa dal mondo degli udenti.

Nel corso del Progetto è stato sviluppato un programma apposito per la sincronizzazione del testo generato dal computer e la miscelazione dei segnali provenienti da una videocamera, al fine di facilitare la visualizzazione dei sottotitoli allo schermo, secondo le scelte dell'utente. Tale programma consente la sottotitolazione di oratori che parlino chiaramente e che abbiano effettuato l'addestramento del computer. Esso consente inoltre la gestione di immagini associate e la rielaborazione successiva del testo prodotto. Il prototipo è stato realizzato in inglese, italiano, tedesco, spagnolo e francese.

La Direzione Generale Società dell'Informazione della Commissione Europea ha fatto sue le tematiche precedentemente descritte, patrocinando, tramite il Programma di Applicazioni Telematiche, un secondo Progetto VOICE di supporto e sensibilizzazione a livello europeo. Il Progetto ed il prototipo sono stati presentati ad oltre 5000 utenti potenziali, in una serie di conferenze e seminari in numerose città europee, rivolti ad insegnanti, terapisti della riabilitazione, membri di associazioni di audiolesi ed utenti finali.

Delle conferenze hanno avuto luogo nel 1998 a Helsinki, Vienna e Bologna, seguite nel 1999 da una serie di seminari, in particolare a Pavia, Varese ed Arona. Un convegno RAI a Bologna su Disabilità e Comunicazione ha visto la partecipazione di rappresentanti di diverse televisioni europee ed i contatti sono successivamente stati estesi a numerose emittenti televisive e ditte di sottotitolazione in Europa ed in Canada.

In tali occasioni, si è sottolineato quanto la partecipazione efficace degli audiolesi a conferenze e lezioni significhi rompere un grave isolamento e consentire una presa di posizione consapevole in molte occasioni di discussione e di decisione. La diffusione dei sottotitoli delle trasmissioni televisive è vitale per gli audiolesi. Al tempo stesso, essa deve essere considerata un servizio sociale alla disposizione di tutti, adulti e ragazzi audiolesi, anziani con difficoltà di udito, immigrati di madrelingua straniera, per la propria crescita personale ed un migliore apprendimento della lingua parlata e scritta. Un film o una trasmissione in diretta sottotitolati consentono di immergersi in migliaia di vocaboli e di frasi, inserite nel proprio contesto e spunto per comprendere e per allenarsi.

Oltre agli obiettivi predetti, è da tenere presente l'importanza di prevenire applicazioni e sviluppi non desiderabili perché inutilmente complessi o troppo lontani da alcune realtà degli utenti. L'uso di soluzioni informatiche inappropriate potrebbe creare ulteriori inutili barriere, invece di ridurre quelle esistenti.

2. La sperimentazione del prototipo VOICE

Il Progetto VOICE si propone come un'azione di sostegno per il miglioramento di ausili informatici che possano ridurre le barriere fra gli audiolesi ed il mondo degli udenti. Esso rappresenta un tentativo di mediazione fra le necessità reali degli audiolesi e la percezione che di esse hanno i fornitori di servizi. In questo senso, il Progetto VOCE intende potenziare la voce delle associazioni degli audiolesi per stimolare la ricerca e diffondere l'uso dei sistemi basati sul riconoscimento della voce.

Collaborano al Progetto la ditta FBL di Mortara, che ne cura gli sviluppi tecnici, le associazioni ALFA (Associazione Lombarda Famiglie Audiolesi) e CECOEV (Centro Comunicare è Vivere) di Milano e l'Università e l'Istituto per i sordi di Linz, in Austria. Gli utenti hanno un ruolo importante nell'analisi dei bisogni e nella validazione dei prototipi. Questi ultimi sono in fase di sperimentazione da parte degli utenti delle associazioni per la sottotitolazione di conferenze e presso alcune scuole, per lezioni con ragazzi audiolesi e per lezioni di lingue straniere con ragazzi normoudenti.

Nell'analisi delle novità del mercato, effettuata insieme con i diversi interlocutori, il Progetto si concentra intorno allo sviluppo e la sperimentazione di un sistema di sottotitolazione automatica di conferenze, lezioni scolastiche, trasmissioni televisive e comunicazioni telefoniche. L'aspetto tecnico, per quanto fondamentale, rimane in secondo piano rispetto ad una finalità di sensibilizzazione. I prototipi sviluppati vengono usati per sottotitolare delle conferenze, consentendo agli audiolesi di seguirle al pari di qualsiasi altro cittadino. Al tempo stesso il pubblico e le autorità possono convincersi della fattibilità di idee che finora apparivano sogni irrealizzabili.

Il sistema è fondamentalmente semplice: l'oratore parla in un microfono ed il computer analizza i singoli elementi fonetici della sua voce, ne riconosce le parole, genera dei sottotitoli e controlla la presentazione delle immagini. Il riconoscimento è possibile per la voce di qualsiasi oratore, anche se i risultati sono migliori dopo che l'oratore ha addestrato il computer alla propria voce e soprattutto al proprio lessico. Nei seminari, numerosi insegnanti hanno potuto sperimentare di persona la relativa facilità dell'addestramento del sistema e della creazione del proprio profilo vocale. Anche la successiva definizione del proprio vocabolario, con i termini più ricorrenti nelle proprie lezioni, richiede un certo tempo, ma non presenta problemi particolari.

L'addestramento vero e proprio ha la durata di circa mezz'ora. La difficoltà principale successiva resta l'acquisizione di una cadenza regolare nel parlare e gestire le pause nel discorso, che consenta un miglior funzionamento del sistema ed una lettura adeguata dei sottotitoli da parte dell'utente finale. Quest'aspetto, insieme alla possibilità di gestire delle immagini con un semplice richiamo vocale, porta ad un ripensamento completo degli aspetti pedagogici dell'intera lezione. Il sistema, pur se concepito principalmente come ausilio per gli audiolesi, può essere d'aiuto in molte altre situazioni, per esempio grazie alla possibilità di stampare alla fine della lezione una bozza del testo per quanti sono impediti nel prendere appunti.

Alcuni insegnanti hanno esteso l'approccio, considerando lo strumento come un aiuto per tutta la classe più che specificamente per chi ha delle precise difficoltà, sfruttando al meglio le nuove potenzialità per produrre una lezione innovativa, che tenga costantemente vivo l'interesse degli studenti. Al tempo stesso questa metodologia consente la comprensione da parte dei ragazzi audiolesi eventualmente presenti in classe, che possono così sentirsi inseriti in condizioni di parità con i loro compagni.

L'impegno maggiore richiesto per la preparazione di una lezione con tale sistema trova la sua contropartita nel maggiore interesse di tutta la classe per la lezione stessa e risulta ancor più giustificato laddove gli stessi temi vengano trattati in più classi. Preparare una lezione presso una scuola e trasferirne il testo e le immagini ai colleghi di altre scuole via Internet costituisce un'ulteriore possibilità di collaborazione.

3. I risultati raggiunti nella sottotitolazione

La sottotitolazione delle conferenze tramite il prototipo VOICE ha ormai raggiunto ottimi livelli. Un oratore che parli con precisione, dopo aver addestrato il computer alla propria voce e soprattutto al proprio lessico specifico, può generare automaticamente i sottotitoli dei suoi interventi quasi senza errori. Inoltre il testo scritto di quanto detto è immediatamente disponibile per la correzione e la stampa.

L'uso è molto efficace in conferenze dove siano presenti numerosi audiolesi, perchè l'attenzione dell'oratore e del pubblico si concentrano sul canale di comunicazione visivo dei sottotitoli. L'oratore è quindi nelle condizioni ideali per parlare ad una cadenza che consenta una generazione di sottotitoli di facile lettura (effettuando le normali pause di respirazione, quando desidera che il sottotitolo sia interrotto, alla fine di brevi frasi di senso compiuto). Inoltre, l'interesse per i contenuti fa pesare meno i possibili errori e fa accettare di buon grado l'eventuale ripetizione delle ultime parole.

Per le lezioni scolastiche si possono ottenere gli stessi risultati finchè si rimane in un'area preparata, ma si presentano più occasioni d'improvvisazione e di uso di termini non noti al sistema. Mentre ciò può costituire una difficoltà in certe situazioni, in altre può rappresentare uno stimolo addizionale. Per esempio, in una lezione di lingua straniera, si possono evidenziare termini apparentemente mal interpretati, perchè di particolare assonanza.

La forma del testo parlato e quella del testo scritto sono molto diverse. La forma del testo scritto è di solito accurata ed usa frasi complete, con un vocabolario appropriato. Viceversa la forma del testo orale è spesso costituita da frasi brevi, talvolta incomplete o con un vocabolario approssimativo. Pertanto, la trascrizione di una conversazione produce un testo di scarsa qualità, se confrontato ai testi concepiti fin dall'inizio per essere scritti, ma consente allo studente audioleso di percepire dal vivo questa differenza di stili, a lui spesso non familiare.

Analoga è la situazione per le trasmissioni televisive, dove la professionalità dei giornalisti consentirebbe un'ottima qualità del riconoscimento, ma il rischio di errori in diretta frena le applicazioni. Si stanno perciò definendo alcune sperimentazioni da effettuare, poichè non può essere dimenticato che un telegiornale sottotitolato consente agli audiolesi di ricevere la stessa informazione che viene offerta agli altri utenti e quindi consente almeno una parte di quella parità di cui tanto si parla. I diversi contatti con la RAI ed il supporto fornito dal Progetto VOICE al CECOEV ed altre associazioni di audiolesi ha contribuito ad una costante sensibilizzazione al problema ed all'inizio della sottotitolazione dei telegiornali.

La comunicazione telefonica è tuttora una sfida per il futuro. I limiti della banda di trasmissione ed i rumori di fondo rappresentano degli ostacoli importanti. Sono state effettuate diverse prove, per dimostrare la fattibilità dell'approccio e per individuare le difficoltà sulle quali concentrare le ricerche. Il ricorso ad un dizionario volutamente ristretto, e perciò di miglior comprensione per il sistema, migliora sensibilmente la precisione del riconoscimento.

Un aspetto importante è che nei DTS (Dispositivi Telefonici per Sordi: le tastiere con display disponibili finora) si richiede la disponibilità dello stesso strumento specifico nella casa di entrambi gli interlocutori, limitando il numero di persone contattabili. Con il riconoscimento vocale, lo strumento specifico, cioè il computer, deve essere installato solo nella casa dell'audioleso, mentre i suoi parenti ed amici devono familiarizzarsi con il suo uso a distanza solo una prima volta.

E' tuttavia da tenere presente un ostacolo psicologico da parte di chi parla ad un capo della linea telefonica, senza poter vedere i sottotitoli che vengono generati sullo schermo del computer nella casa dell'interlocutore audioleso. Ciò rende necessario una eco tramite sistesi vocale, che rallenta l'uso pratico del sistema, ma consente di svolgere le prime sperimentazioni.

4. Le Scuole

Nella fase di sperimentazione e validazione del prototipo VOICE, l'entusiasmo degli utenti audiolesi ha contribuito al rapido avanzamento del Progetto. Al tempo stesso, tuttavia, la notevole soddisfazione dimostrata per il prototipo non ha consentito un'analisi approfondita dei dettagli. La sottotitolazione delle conferenze dal vivo, pur se dimostrava la validità del sistema in situazioni ambientali spesso difficili, era svolta con oratori disponibili ed addestrati ed un pubblico (fin troppo) interessato.

E' quindi apparso opportuno rivolgersi agli insegnanti, per due motivi.

Il primo, quello appunto di disporre di persone in grado di valutare obiettivamente il sistema in una situazione d'uso, complessa e non sempre prevedibile, in classe, di fronte ad un uditorio costituito da un numero elevato di studenti normo-udenti e solo qualche studente audioleso.

Il secondo, nell'ipotesi di poter instaurare, in tempi ovviamente lunghi, una complementarietà ciclica fra i seguenti aspetti: il bambino audioleso viene educato al linguaggio nelle sedute di riabilitazione logopedica fin dai primi anni di vita; i cartoni animati, o altre trasmissioni televisive sottotitolate per bambini, rinforzano l'apprendimento della lettura; il ragazzo inizia l'asilo o le elementari con un bagaglio linguistico considerevole, spesso superiore a quello dei suoi coetanei; le lezioni sottotitolate in classe migliorano l'integrazione nel gruppo classe, dove il ragazzo audioleso può ricevere le stesse informazioni nello stesso momento dei compagni normo-udenti; i film, i documentari e le trasmissioni televisive sottotitolate stimolano l'ulteriore sviluppo del linguaggio; i telegiornali sottotitolati facilitano la partecipazione al mondo dell'attualità e della Società dell'Informazione; tutti i cittadini, ed i nuovi insegnanti in particolare, diventano coscienti delle potenzialità degli audiolesi e li sostengono con approcci didattici innovativi.

Le scuole non figuravano come destinatari espliciti né del primo Progetto VOICE (con connotazione tecnologica nell'ambito delle attività di Ricerca Esplorativa), né del secondo Progetto VOICE (con finalità di sensibilizzazione più in generale). E' stato pertanto creato (o diciamo piuttosto: ipotizzato) un Progetto VOICE-Scuole per facilitare l'accesso all'informazione da parte degli studenti con bisogni speciali. Tale Progetto è stato inteso come un Progetto orizzontale, un filo conduttore attraverso gli altri Progetti in corso, evidenziandone i temi inerenti alla scuola. Più precisamente le finalità del Progetto VOICE-Scuole sono state così formulate:

  • definire i bisogni degli utenti e studiare gli ausili informatici per uso scolastico per ragazzi audiolesi ed i problemi di comunicazione in ambito scolastico da parte di persone con difficoltà di comunicazione;
  • sperimentare i sistemi di riconoscimento vocale in ambiente scolastico, come supporto alla comunicazione fra gli insegnanti e gli studenti audiolesi o altri ragazzi con difficoltà di comunicazione;
  • divulgare le informazioni raccolte ed i risultati della sperimentazione attraverso il VOICE Forum su Internet ed incoraggiarne l'uso, quale mezzo di contatto fra gli insegnanti e gli studenti di scuole diverse ed allo stesso tempo fra la scuola e la casa degli studenti (comunicazione alternativa alla telefonata, per ragazzi audiolesi; aggiornamento sulle lezioni e sui compiti per ragazzi lungodegenti in ospedale, ecc.);
  • consentire una risonanza più larga alla sperimentazione effettuata presso alcune scuole, dove sono inseriti dei ragazzi audiolesi;
  • sensibilizzare l'opinione pubblica e l'ordinamento scolastico sulle potenzialità intrinseche dei disabili, sulle difficoltà incontrate da loro e sulle possibilità di aiutarli a superare tali difficoltà grazie all'uso delle nuove tecnologie.

Le attività sono state indirizzate agli insegnanti, ai professori, ai presidi e direttori didattici ed ovviamente agli studenti, interessati all'uso delle nuove tecnologie nella scuola, quale mezzo di diffusione dell'informazione e di accesso all'educazione per tutti, in particolare per quanti siano confrontati a delle necessità specifiche. Molti degli ausili sviluppati e delle sperimentazioni promosse trovano nelle scuole degli utenti particolarmente interessati ed attenti. Gli studenti con disabilità possono ricevere un aiuto che, anche se tuttora parziale, può essere motivo d'incoraggiamento e fonte di fiducia negli sviluppi futuri.

Tali attività sono state portate avanti anche con iniziative parallele in progetti complementari, quali un Progetto ACCESS (Accesso alla formazione per le persone con disabilità) di Ricerca Esplorativa, un Progetto Netdays-VOICE ed un Progetto Netdays-ACCESS nell'ambito dei Progetti NETDAYS della Direzione Generale dell'Educazione, la collaborazione al Progetto MOISE (Modello Organizzativo Internazionale di Servizi per bisogni Educativi speciali) del Programma SOCRATES e più recentemente al Progetto NEMO (MOdello Non Esclusivo di formazione e distanza).

5. I Corsi di Alta Qualificazione

Informazioni su tali attività e sugli approcci seguiti sono state assicurate nei Corsi di Alta Qualificazione per Insegnanti di Sostegno, tenuti a Varese con la collaborazione dell'insegnante Chiara Carabelli e dell'IRFED. Dalla loro relazione sono tratte alcune delle frasi citate nel seguito.

L'integrazione scolastica di alunni audiolesi ha presentato, nel corso degli anni, una crescente necessità di intervenire sulla competenza linguistica. L'intervento didattico, in ogni ordine di scuola, avviene attraverso il canale verbale, sul quale si innestano altri codici di comunicazione (mimica, linguaggio gestuale, linguaggio iconico) a completamento e a corollario del primo. Attraverso la parola detta, l'alunno costruisce il suo campo di esperienza cognitiva, funzionale alla strutturazione di concetti via via più complessi.

Attraverso l'ascolto della parola, l'alunno acquisisce significati, che vanno a costituire sempre più completi campi semantici. La rete dei significati definisce e struttura la concettualizzazione, le relazioni tra significati e permette di attivare connessioni, di allargare la rete delle relazioni tra concetti, che sta alla base del pensiero ipotetico deduttivo, che completa lo sviluppo cognitivo e sul quale il mondo scolastico interviene.

Fornire quindi una stimolazione linguistica il più possibile vicina a quella ricevuta dai compagni normo-udenti, consente di creare il presupposto affinché quelle competenze cognitive, che su quelle linguistiche si innestano, siano da tutti ugualmente raggiungibili. Fornire un ausilio capace di far sentire partecipi gli alunni a tutto l'intervento del docente, migliora l'atteggiamento nei confronti dell'ascolto, perché poter capire di più consente di voler capire di più.

Il Sistema VOICE, per essere utilizzato, richiede la capacità di leggere, abilità che un alunno normo-udente struttura nel primo ciclo (6/7 anni), mentre i soggetti audiolesi compiono queste acquisizioni in seguito al percorso riabilitativo, in epoca quindi molto precedente (4/6 anni). I bambini che fanno il loro ingresso nella scuola possono così partire con una risorsa in più, che può effettivamente consentire loro di crescere alla pari.

Fin dalla scuola elementare, quindi, il sistema VOICE consente una maggior acquisizione di bagaglio lessicale, la costruzione di reti semantiche e l'abitudine ad utilizzare frasi correttamente strutturate da un punto di vista sintattico, facilitando la conoscenza e l'utilizzo delle parti significative del discorso, che per la loro brevità sono difficilmente riconoscibili nella lettura labiale, e che sono difficilmente traducibili, per il basso valore semantico intrinseco, e l'alta variabilità del contesto nel quale si presentano.

6. Le Scuole Elementari della Direzione Didattica di Arona-II

Il sistema VOICE è stato utilizzato dalla Direzione Didattica di Arona-II all'interno di una sperimentazione autorizzata dal M.P.I. sulla Didattica col Computer. Alcune delle frasi seguenti sono tratte da una relazione della direttrice (di Arona, ora Invorio), dott.ssa Matilde Ventura, ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici).

Il progetto VOICE, che si propone di promuovere l'effettiva integrazione di tutte le persone audiolese, fa riferimento a un software che, basandosi su programmi di riconoscimento vocale, sottotitola il parlato: attraverso un microfono tutto ciò che una persona dice viene interpretato dal computer e appare scritto sul monitor dello stesso.

Questo software, offre due vantaggi sostanziali. In primo luogo, esso favorisce la comunicazione, e i risultati più immediati sono facilmente individuabili nell'arricchimento del linguaggio e nell'approfondimento delle conoscenze che ne derivano. In secondo luogo, esso permette un effettivo inserimento dell'alunno audioleso nel gruppo classe (vista la semplicità e la facilità di spostamento della strumentazione necessaria per utilizzare VOICE, vi è la possibilità di avvalersi di questo strumento in classe e non esclusivamente in un laboratorio informatico). Questa seconda opportunità, spinge ad individuare le più diverse possibilità d'utilizzo del prodotto nell'ambito didattico in modo da renderlo uno strumento vantaggioso anche per tutti gli altri alunni normodotati che compongono il gruppo di classe.

Per un ragazzo sordo, essere in un gruppo in cui la comunicazione avviene soprattutto a livello orale, significa avvertire dei limiti nei rapporti interpersonali e nell'integrazione col gruppo, prima ancora che nell'apprendimento. Il rischio più evidente è l'isolamento.

Dal punto di vista pedagogico-educativo si sa che l'apprendimento è favorito dall'instaurarsi di buone relazioni sia con gli insegnanti, sia con il gruppo dei compagni. Si possono dunque facilmente trarre conclusioni in merito al successo scolastico degli alunni audiolesi per i quali, oltre alle difficoltà oggettive legate all'handicap, nella trasmissione delle conoscenze, si aggiunge il limite dell'aspetto relazionale, perché la sordità isola le persone.

L'insegnante che lavora in una classe, in cui è inserito un alunno audioleso, deve trovare modalità di approccio e di intervento che gli permettano di mettersi in relazione contemporaneamente con l'alunno disabile e con il gruppo classe. Deve adeguare il suo atteggiamento (ad esempio, il modo di parlare) alla nuova situazione, deve trovare nuove strategie per presentare quelle attività che si basano soprattutto sulla voce e sull'udito, deve verificare continuamente l'effettiva trasmissione dei messaggi; deve imparare, infine, ad utilizzare strumenti e mezzi mirati, studiando e ricercando nuove metodologie e tecniche sempre più raffinate che valorizzino e potenzino gli spazi di autonomia del disabile.

VOICE rappresenta una di queste opportunità.

La sperimentazione in classe è stata preceduta da incontri preparatori durante i quali il team docenti al completo ha individuato le attività da proporre agli allievi: analisi di un racconto, rinforzo ortografico, approfondimenti relativi alle materie di studio, analisi di testi di problemi, ecc.

La sperimentazione di VOICE ha coinvolto prevalentemente un'alunna di 5° elementare, sorda profonda, che conosce il linguaggio labiale. L'insegnante direttamente interessata non ha incontrato sostanziali difficoltà nell'installazione del prodotto e nell'addestramento del computer al suo profilo vocale; con l'esercizio ha imparato poi a parlare nel microfono con le modalità che il programma richiedeva. Con una successiva versione di VOICE è stato possibile ottenere una netta diminuzione degli errori di interpretazione e questo è stato molto apprezzato dal team docenti, ma anche dall'alunna audiolesa soprattutto per l'accelerazione dei tempi.

E' stato costituito nel Circolo un Gruppo di Lavoro formato dal Capo d'Istituto e da Insegnanti di scuola elementare e materna: insieme sono state individuate le attività che potrebbero diventare più interessanti o significative se presentate con l'ausilio di questo sistema di sottotitolazione. Si è programmato di estendere la sperimentazione all'insegnamento della lingua straniera, che vedrebbe contemporaneamente affiancato il linguaggio orale e quello scritto ed all'apprendimento della lingua italiana da parte di alunni stranieri (il numero di bambini extracomunitari inseriti nelle nostre scuole è ormai rilevante).

Inoltre, trattandosi di un prodotto versatile e complesso, esso è stato sperimentato in attività di educazione all'immagine, vista la semplicità con cui si possono richiamare fotografie e disegni. Se ne potrebbe prevedere un utilizzo sempre più esteso nella normale programmazione delle diverse aree disciplinari, per esempio per richiamare e rielaborare immagini, grafici, o altri documenti.

Una delle tipologie di lavoro più apprezzate in questi ultimi anni nella scuola è proprio la metodologia della Ricerca-Azione poiché consente di recuperare in ambito pedagogico-didattico, quella dimensione formativa che fonda gli aspetti innovativi della più recente programmazione di pratica metodologica. Un percorso di Ricerca-Azione prevede il coinvolgimento attivo dei soggetti. Chi fa ricerca fa della stessa ricerca un momento di riflessione e di analisi. La logica della Ricerca-Azione sposta dal piano del fare ricerca a quello dell' essere in ricerca, dal prodotto al processo.

E' chiaro che come tutti i prodotti informatici anche VOICE è soggetto a continue migliorie e nuovi sviluppi, che già sono scaturiti dall'attività di collaborazione che tra le nostre scuole ed il CCR: dal confronto emerso negli incontri numerosi che sono stati effettuati si è provveduto a rispondere, almeno in parte, alle esigenze del mondo della scuola, della didattica e delle modalità d'apprendimento degli alunni con soluzioni tecniche sempre più perfezionate e raffinate.

L'organizzazione di un seminario di studi nazionale dal titolo Didattica e nuove tecnologie: ricerca e sperimentazione nella scuola ha rappresentato uno dei momenti più significativi della sperimentazione: la partecipazione di esponenti prestigiosi del mondo della scuola, della ricerca e dell'Università, nonché la presenza numerosa di addetti ai lavori e non, ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto e ha rafforzato la volontà di proseguire e di migliorare nel tempo.

7. Il Liceo Artistico di Varese

Una sperimentazione approfondita è stata effettuata presso il Liceo Artistico di Varese ed alcune delle frasi riportate qui nel seguito sono tratte dalla relazione del Prof. Sergio De Carli, presidente dell'Associazione Nazionale Insegnanti di Religione (ANIR).

Ho provato ad usare il programma in due classi, una con un allievo non udente (IV Liceo artistico, 17-18 anni) e una solo con allievi udenti (II Liceo artistico, 15-16 anni). In entrambe le situazioni ho presentato, durante un'ora di lezione, una introduzione alla religione islamica nella quale ho esposto la complessità di questa religione per noi occidentali e la difficoltà a coglierla nelle sue caratteristiche fondamentali. Per tali prove, avevo inserito nel computer un testo ed una terminologia di base alla quale attenermi, pur se con una certa flessibilità. Nel corso di alcuni mesi ho poi fatto uso del programma Voice, mettendo il sistema a disposizione della classe intera, e non del solo allievo non udente, favorendo quindi la reciproca integrazione.

I sottotitoli sono scritte che compaiono nella parte bassa del video del computer e consentono all'allievo non udente di leggere ciò che non è riuscito a capire perché non percepisce la voce del professore (o di chiunque stia parlando al microfono ed abbia alle spalle un addestramento minimo di circa una trentina di minuti, che consiste nella lettura di un brano in dialogo con il programma attraverso un microfono). Sono collocati in una fascia che può essere più o meno alta, con conseguente possibilità di riportare un numero più o meno elevato di parole. La loro permanenza sullo schermo deve essere sufficientemente lunga per consentire all'allievo sordo di leggere, il che richiede un procedere calmo e non veloce da parte di chi parla.

È importante sottolineare che la lentezza nel parlare dipende dalla necessità di lasciare al ragazzo non udente il tempo di leggere ciò che vede scritto, anche se tale ritmo potrebbe essere più alto e il riconoscimento vocale egualmente efficace. Da questo punto di vista, maestre e maestri delle scuole elementari (e quindi della prossima scuola di base) sono certamente favoriti per l'abitudine a sillabare - e quindi a pronunciare lentamente le parole - davanti ai bambini (non solo quelli sordi).

La parte centrale e superiore dello schermo può essere usata per immagini riprese da una telecamera, oppure diapositive, schemi, brevi filmati, animazioni, ecc. (precedentemente caricati attraverso lo stesso programma). Alcune operazioni preliminari sono da preparare e non possono quindi essere improvvisate. Una certa libertà d'improvvisazione può tuttavia essere acquisita dopo un periodo di familiarizzazione con il sistema.

L'espressione del volto dello studente non udente, che finalmente vede e capisce tutte le parole pronunciate dal docente (o quasi tutte, permanendo un tasso di errore nel riconoscimento vocale intorno al 5%), è sufficiente per motivare chiunque a procedere in avanti, affrontando e superando la fatica iniziale e lo scoraggiamento che intervengono sempre quando si cominciano esperienze nuove.

Se preparare le lezioni è quindi utile, e quanto viene fatto è riutilizzabile, parlare a braccio consente interventi mirati e specifici per affrontare situazioni particolari e spiegazioni o delucidazioni in tempo reale, con in più il vantaggio di poter conservare per sé e/o consegnare agli allievi la trascrizione su file. In questo modo è possibile conservare tutta la ricchezza del dibattito, delle intuizioni e delle osservazioni sviluppate, consentendo - in una scuola secondaria superiore - di approfondire e sviluppare ulteriori riflessioni, sia sul piano personale, sia su quello del confronto in aula, riprendendo magari in seguito l'analisi.

Si permette così al singolo allievo ed alla classe intera di approfondire l'esame nel momento ritenuto migliore per farlo proficuamente, nella direzione di una sempre maggiore individualizzazione dell'insegnamento, che è la prospettiva verso la quale si è indirizzata la scuola italiana. La possibilità di registrare e quindi di conservare tutto quanto emerso nel corso della lezione precedente, certifica il lavoro compiuto e consente contemporaneamente di disporre di riferimenti per continuare le analisi e le discussioni anche a distanza di tempo.

Diviene infatti possibile preparare una sintesi breve e fedele della lezione, richiamando nel contempo alcuni degli interventi più interessanti, specificando il nome di colui/colei che ne è stato l'autore/autrice, con gli innegabili risvolti positivi sul piano psicologico, perché il ragazzo/a si sente riconosciuto e quindi valorizzato, che è dire più motivato e meglio disposto a lavorare, soprattutto senza la necessità di fare uso di incentivi legati al voto.

Si è trattato di un'opportunità positiva per la scuola, e non solo per le classi con allievi che presentano problemi di udito. Credo infatti che la grande scommessa didattica - ed umana - sia costituita dal fatto che a trarre vantaggio dall'uso di questo programma sia la classe intera, e non i soli allievi non udenti. Una notazione importante è costituita dal fatto che tale vantaggio per tutti deriva dal fatto che in classe c'è un allievo non udente, la cui presenza è quindi fonte diretta di vantaggi per tutti e non solo di problemi o situazioni difficili.

8. Il Sito Web ed il Forum su Internet

La sperimentazione e validazione del prototipo e la definizione dei bisogni degli utenti sono state regolarmente presentate e discusse via Internet, mezzo semplice, di larga diffusione, particolarmente corrispondente alle necessità degli audiolesi. Uno degli obiettivi del Progetto era quello di offrire un punto di incontro, tramite un VOICE Forum su Internet, per associazioni, ditte, università, scuole, amministrazioni pubbliche e chiunque altro fosse interessato al riconoscimento vocale. La costituzione del Forum è stato un simbolo dell'interesse dei partecipanti al Progetto ed un punto di riferimento intorno al quale riunire altri partecipanti potenziali. Per le associazioni e per le scuole utilizzare Internet e presentare su Pagine Web informazioni sulle proprie attività consente dei contatti altrimenti impossibili.

Riprendiamo qui nel seguito alcune frasi del rapporto di valutazione conclusiva del Progetto effettuato dall'associazione AFA (Associazione Famiglie Audiolesi) di Cantù.

E' da sottolineare lo sforzo regolare assicurato dai coordinatori del Progetto VOICE durante tutte le fasi della sperimentazione per coinvolgere direttamente le persone interessate: vale a dire gli audiolesi e, in particolare, i giovani. Il Sito VOICE ha rappresentato un punto di riferimento costante ed il Forum di Discussione, realizzato al suo interno, ha costituito un luogo di discussione aperto a tutti. Nel loro insieme, questi due strumenti si sono rivelati fondamentali, consentendo di comunicare con gli altri, senza avere il timore di non capire, di dover chiedere di ripetere, abbattendo quell'imbarazzo, che a volte diventa paura, o persino rinuncia, a comunicare con persone che non si conoscono.

I ragazzi sordi crescendo avvertono un certo distacco da parte dei coetanei udenti e tendono a ritrovarsi tra loro. L'acquisizione di nuove competenze, anche attraverso l'informatica, può ridurre tale distanza, offrendo nuovi strumenti di comunicazione ed informazione. In effetti, attraverso Internet, i sordi partono da una posizione paritaria con i normoudenti, anzi, proprio per il loro deficit, hanno già sviluppato una naturale predisposizione alla concentrazione ed all'attenzione verso l'aspetto visivo.

Di tali suggerimenti si è tenuto conto nell'ampliamento e miglioramento del Sito e del Forum, che si sono arricchiti di una nuova grafica e di diverse sezioni. Inoltre, diverse associazioni, quali l'AFA, l'ALFA ed il CECOEV, sono state aiutate nella creazione del loro sito Web e comunicano tramite la posta elettronica. Il gruppo giovani dell'AFA si fa si sta familiarizzando con queste tecnologie, scambia messaggi di posta elettronica ed usa la Lavagna Virtuale del Forum, dove ognuno può caricare la proprio foto ed altre informazioni. I primi passi difficili sono stati fatti e si è aperta una nuova via, nella quale ognuno dei partecipanti potrà proseguire con impegno, senza celarsi dietro falsi limiti di età o di competenze.

9. Sviluppi futuri

Il Progetto VOICE, in quanto tale, è da ritenersi concluso, almeno da un punto di vista formale e di finanziamenti. La sua continuazione si concentrerà su uno degli aspetti che più sono stati sottolineati dagli utenti: quello della sottotitolazione dei programmi televisivi. In tal senso è stato dato il via ad un nuovo Progetto di Ricerca Esplorativa: Sviluppo e armonizzazione dei sottotitoli nelle trasmissioni televisive europee.

Questo Progetto porta, da un lato, a dei contatti con gli Enti per gli Standard europei e, dall'altro, alla collaborazione con il Gruppo Inter-Servizi per la Disabilità (ISGD) per proporre la sottotitolazione dei programmi televisivi, in particolare in una prima fase i discorsi ufficiali ed i giochi delle Olimpiadi Speciali dell'anno 2003, che la Commissione Europea ha dichiarato Anno Europeo dei Disabili.

In parallelo, gli altri sviluppi del Progetto e le sperimentazioni sono in gran parte lasciati all'iniziativa dei diversi partner, sempre più numerosi, che possono scambiare informazioni ed interagire tramite il Sito Web VOICE ed il suo Forum di Discussione.

Il Progetto VOICE resta fra le quinte, con l'obiettivo di continuare ad aiutarli nel mantenere una visione d'insieme in anticipo rispetto agli altri, proponendo una successione di scenari possibili. Questa sensibilizzazione dei ricercatori, degli utenti e dei fornitori di servizi, permetterà loro di realizzare prima e meglio i loro progetti innovativi. La continuazione del Progetto è nelle mani di voi, lettori di questo testo, che potrete definire dei temi sperimentali sui quali lavorare insieme.

Buon lavoro!

Giuliano Pirelli
dicembre 2001

introduzione

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