Sfogliando le pagine che raccontano la storia dell'educazione dei sordi,
si rimane colpiti dai grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi cinquant'anni,
dall'epoca degli istituti nei quali i sordi per ottenere la licenza
elementare erano costretti a rimanere fino all'età di sedici
anni, ai nostri giorni in cui all'età di diciannove anni i ragazzi
e le ragazze sorde conseguono il diploma di scuola superiore e possono
iscriversi all'università. Nel censimento del Ministero della
Pubblica Istruzione dell'anno scolastico 1997/98 gli alunni sordi
iscritti alle scuole secondarie superiori risultavano essere 1.444,
quasi il doppio rispetto agli 848 rilevati nell'anno scolastico 1992/93.
L'unico luogo di formazione dal quale in pratica i sordi venivano fino
a pochi anni fa esclusi, era l'università. Ma anche lì
le cose stanno cambiando.
Già dal 1992 con la legge-quadro n° 104 per
l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate,
ai sordi sono stati garantiti interpreti per le lezioni universitarie.
Le novità più importanti comunque si sono registrate nel
1999 con la legge n° 17, interamente dedicata all'integrazione
delle persone disabili nelle università. Un'indagine, che si
riferisce all'anno accademico 2000/2001, rileva che in Italia i sordi
iscritti all'università sono circa 340, pari al 6,4% della
popolazione studentesca disabile. Attualmente all'Università
di Bologna gli studenti sordi sono 8: 4 sono segnanti e 4 sono oralisti.
Uno degli aspetti più rilevanti della legge 17/99 consiste
nell'introduzione di "appositi servizi di tutorato specializzato"
in favore degli studenti disabili.
Col termine tutorato specializzato si intende un insieme di competenze
sui temi e sulle problematiche della disabilità, utili per attivare
sussidi e supporti che mirano all'inserimento dello studente disabile
nella vita universitaria e alla riduzione degli handicap disseminati
lungo il percorso di studi.
Per gli studenti sordi, che hanno esigenze molto diverse da quelle
dei disabili motori o dei non vedenti, si è pensato di creare
una nuova figura con specifiche competenze tecniche: il tutor specializzato.
Quale dovrebbe essere la sua funzione nel contesto di un ateneo? Che
compiti dovrebbe svolgere?
Il requisito di base che egli deve possedere è senza dubbio una
conoscenza approfondita delle problematiche relative alla comunicazione.
Naturalmente, per ridurne gli svantaggi, il tutor deve sapersi esprimere
nella lingua dei segni coi sordi segnanti, ed essere in grado di attivare
pratiche facilitatici della comunicazione coi sordi oralisti.
Inoltre il tutor deve sempre prestare molta attenzione alle particolarità
di ciascuno studente sordo. Ogni persona può infatti essere
molto diversa da un'altra: può avere un differente grado di perdita
uditiva, una differente storia riabilitativa, può avere vissuto
un'esperienza scolastica completamente differente. Sarebbe dunque sbagliato
proporre soluzioni uguali per tutti. Si tratta invece di attuare degli
interventi adeguati alle caratteristiche individuali. E' perciò
indispensabile saper valutare la situazione dello studente, per scegliere
con lui i sussidi a lui più indicati.
Un aspetto importante va a questo punto sottolineato: il servizio
di tutorato specializzato non va inteso come il corrispettivo universitario
del sostegno scolastico, cui delegare la cura dello studente sordo,
che godrebbe in tal modo di un'autonomia limitata. Compito del servizio
deve essere invece quello di creare le condizioni (pratiche,
logistiche e di carattere relazionale) che consentano allo studente
di attivare in modo costruttivo le proprie capacità cognitive,
senza mai interferire nel rapporto studente-docente, momento fondante
della formazione universitaria che va salvaguardato. La tutorship consiste
infatti in una funzione di supporto e guida che affianca il processo
di crescita dell'individuo senza sovrapporvisi.
Si possono a questo punto delineare tre diverse funzioni tutoriali:
una funzione di orientamento, di carattere informativo; una seconda
che mira all'integrazione dello studente nell'ateneo; una terza di supporto
alla didattica.
La funzione di orientamento
Affermare che uno dei compiti del servizio rivolto a studenti sordi
sia quello di dare informazioni potrebbe sembrare quasi banale, ma in
effetti non lo è. La sordità è infatti un handicap
di carattere comunicativo, consistente cioè negli ostacoli
che incontra il flusso informativo quando esso transita su di un soggetto
privo di udito. Alcuni episodi registrati in passato, riguardanti in
particolare due studentesse che avevano sempre pagato le tasse universitarie
pur potendo fruire dell'esonero, confermano la difficoltà dei
sordi ad attingere autonomamente le informazioni e la necessità
di prestare estrema attenzione a questo aspetto.
Una delle funzioni preliminari consiste dunque nel fornire agli studenti
non udenti una mappa dei servizi che l'università offre loro,
e successivamente nell'assisterli nella fase di iscrizione, di consegna
dei piani di studio, di compilazione e di presentazione delle domande
volte a ottenere benefici e ausili.
I più importanti benefici e servizi che l'Università di Bologna mette a disposizione degli studenti sordi sono i seguenti:
La funzione di sussidio all' integrazione
L'intento dichiarato della legge 17/99 (che si presenta come
"integrazione e modifica della legge-quadro 5 febbraio 1992,
n. 104") è l'estensione anche all'ambito universitario
del principio di integrazione sociale che impronta la legge 104. Si
tratta cioè di mettere in condizione gli studenti disabili, attraverso
l'attivazione di specifici ausili, di sussidi tecnici e didattici, di
poter partecipare, al pari di tutti gli altri studenti, ai diversi momenti
di cui si compone la formazione universitaria.
Tutto ciò è della massima rilevanza per i sordi, fino
a pochi anni fa esclusi di fatto dalla fruizione universitaria in quanto
non veniva offerta loro nessuna possibilità di accesso. E' quindi
di fondamentale importanza garantire ai non udenti il funzionamento
ottimale di tutti quegli strumenti atti a consentirne l'integrazione.
Gli strumenti sono sostanzialmente tre:
La funzione di supporto alla didattica
E' un tema molto delicato. Vi sono casi di studenti sordi non in
grado di affrontare in modo autonomo un testo d'esame. L'italiano
costituisce per essi una seconda lingua, che non padroneggiano completamente.
Non è soltanto un problema a livello sintattico, né di
povertà di conoscenze lessicali (che pure ha il suo peso): si
tratta piuttosto di una scarsa dimestichezza generalizzata che,
quando si cimenta con testi complessi (a volte anche intricati), produce
l'incomprensione del significato.
Che fare in queste situazioni? Certamente un apporto va dato, ma di
che tipo?
Solitamente si propone allo studente non udente una sorta di percorso
a tappe, affiancandolo nella preparazione dell'esame in modi via via
diversificati, con l'obiettivo del raggiungimento, graduale, di una
completa autonomia.
Il servizio di tutorato specializzato indica di volta in volta le formule
più adatte (test, questionari di verifica che prevedano risposte
in forma aperta, tesine "leggere") a far sì che questo
percorso si snodi, tenendo conto sia delle materie d'esame che delle
capacità dello studente. La legge 17/99 prevede infatti che il
servizio di tutorato possa proporre, per il superamento degli esami,
lo svolgimento di prove equipollenti o comunque un trattamento individualizzato.
La competenza linguistica dei sordi in italiano
e le nuove tecnologie
Alcune ricerche di questi ultimi anni hanno dimostrato che le persone
sorde incontrano, nell'uso dell'italiano, difficoltà principalmente
riguardanti :
Per consentire agli studenti non udenti l'acquisizione di un'adeguata
competenza nella lingua italiana, si sta pensando di attivare un corso
di scrittura, avente lo scopo di familiarizzarli con pratiche che dovrebbero
far parte del bagaglio di qualsiasi studente, come ad esempio: la scrittura
di un abstract; la parafrasi di un testo; la scrittura di una nota;
come si fa una citazione; la stesura di un testo argomentativo; la scrittura
di una bibliografia; l'utilizzazione di tecnologie informatiche.
L'uso del computer come strumento di supporto all'attività di
scrittura mi consente di introdurre un altro tema: quello dell'accesso
alle risorse informatiche. A qualunque tipo di studente universitario
sta diventando sempre più indispensabile saper fruire di un computer
standard: per fare ricerche bibliografiche, per comunicare con altri
studenti o docenti attraverso la posta elettronica, per consultare testi
o ipertesti in formato elettronico. Anche in questo campo uno studente
non udente può avere grosse difficoltà, che occorre il
più possibile ridimensionare.
L'integrazione degli studenti sordi nelle università italiane è soltanto agli inizi. Molto deve ancora essere fatto e molto si può migliorare. Una via è però stata tracciata. Mi aspetto che i sordi la vogliano percorrere sempre più numerosi. Non so se auspicare anche in Italia la nascita di un'università per sordi, come la Gallaudet negli Stati Uniti d'America. Mi piacerebbe che un giorno all'Università di Bologna ci fossero tanti studenti sordi quanti alla Gallaudet.
Marzo 2003
Alessandro Roncarati
Servizio per gli Studenti Disabili
Universita di Bologna
disabili@med.unibo.it