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I sordi all'università
Alessandro Roncarati
Servizio per gli Studenti Disabili, Università di Bologna

Sfogliando le pagine che raccontano la storia dell'educazione dei sordi, si rimane colpiti dai grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi cinquant'anni, dall'epoca degli istituti nei quali i sordi per ottenere la licenza elementare erano costretti a rimanere fino all'età di sedici anni, ai nostri giorni in cui all'età di diciannove anni i ragazzi e le ragazze sorde conseguono il diploma di scuola superiore e possono iscriversi all'università. Nel censimento del Ministero della Pubblica Istruzione dell'anno scolastico 1997/98 gli alunni sordi iscritti alle scuole secondarie superiori risultavano essere 1.444, quasi il doppio rispetto agli 848 rilevati nell'anno scolastico 1992/93.
L'unico luogo di formazione dal quale in pratica i sordi venivano fino a pochi anni fa esclusi, era l'università. Ma anche lì le cose stanno cambiando.
Già dal 1992 con la legge-quadro n° 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, ai sordi sono stati garantiti interpreti per le lezioni universitarie. Le novità più importanti comunque si sono registrate nel 1999 con la legge n° 17, interamente dedicata all'integrazione delle persone disabili nelle università. Un'indagine, che si riferisce all'anno accademico 2000/2001, rileva che in Italia i sordi iscritti all'università sono circa 340, pari al 6,4% della popolazione studentesca disabile. Attualmente all'Università di Bologna gli studenti sordi sono 8: 4 sono segnanti e 4 sono oralisti.
Uno degli aspetti più rilevanti della legge 17/99 consiste nell'introduzione di "appositi servizi di tutorato specializzato" in favore degli studenti disabili.
Col termine tutorato specializzato si intende un insieme di competenze sui temi e sulle problematiche della disabilità, utili per attivare sussidi e supporti che mirano all'inserimento dello studente disabile nella vita universitaria e alla riduzione degli handicap disseminati lungo il percorso di studi.
Per gli studenti sordi, che hanno esigenze molto diverse da quelle dei disabili motori o dei non vedenti, si è pensato di creare una nuova figura con specifiche competenze tecniche: il tutor specializzato.
Quale dovrebbe essere la sua funzione nel contesto di un ateneo? Che compiti dovrebbe svolgere?
Il requisito di base che egli deve possedere è senza dubbio una conoscenza approfondita delle problematiche relative alla comunicazione. Naturalmente, per ridurne gli svantaggi, il tutor deve sapersi esprimere nella lingua dei segni coi sordi segnanti, ed essere in grado di attivare pratiche facilitatici della comunicazione coi sordi oralisti.
Inoltre il tutor deve sempre prestare molta attenzione alle particolarità di ciascuno studente sordo. Ogni persona può infatti essere molto diversa da un'altra: può avere un differente grado di perdita uditiva, una differente storia riabilitativa, può avere vissuto un'esperienza scolastica completamente differente. Sarebbe dunque sbagliato proporre soluzioni uguali per tutti. Si tratta invece di attuare degli interventi adeguati alle caratteristiche individuali. E' perciò indispensabile saper valutare la situazione dello studente, per scegliere con lui i sussidi a lui più indicati.
Un aspetto importante va a questo punto sottolineato: il servizio di tutorato specializzato non va inteso come il corrispettivo universitario del sostegno scolastico, cui delegare la cura dello studente sordo, che godrebbe in tal modo di un'autonomia limitata. Compito del servizio deve essere invece quello di creare le condizioni (pratiche, logistiche e di carattere relazionale) che consentano allo studente di attivare in modo costruttivo le proprie capacità cognitive, senza mai interferire nel rapporto studente-docente, momento fondante della formazione universitaria che va salvaguardato. La tutorship consiste infatti in una funzione di supporto e guida che affianca il processo di crescita dell'individuo senza sovrapporvisi.
Si possono a questo punto delineare tre diverse funzioni tutoriali: una funzione di orientamento, di carattere informativo; una seconda che mira all'integrazione dello studente nell'ateneo; una terza di supporto alla didattica.

La funzione di orientamento
Affermare che uno dei compiti del servizio rivolto a studenti sordi sia quello di dare informazioni potrebbe sembrare quasi banale, ma in effetti non lo è. La sordità è infatti un handicap di carattere comunicativo, consistente cioè negli ostacoli che incontra il flusso informativo quando esso transita su di un soggetto privo di udito. Alcuni episodi registrati in passato, riguardanti in particolare due studentesse che avevano sempre pagato le tasse universitarie pur potendo fruire dell'esonero, confermano la difficoltà dei sordi ad attingere autonomamente le informazioni e la necessità di prestare estrema attenzione a questo aspetto.
Una delle funzioni preliminari consiste dunque nel fornire agli studenti non udenti una mappa dei servizi che l'università offre loro, e successivamente nell'assisterli nella fase di iscrizione, di consegna dei piani di studio, di compilazione e di presentazione delle domande volte a ottenere benefici e ausili.

I più importanti benefici e servizi che l'Università di Bologna mette a disposizione degli studenti sordi sono i seguenti:

La funzione di sussidio all' integrazione
L'intento dichiarato della legge 17/99 (che si presenta come "integrazione e modifica della legge-quadro 5 febbraio 1992, n. 104") è l'estensione anche all'ambito universitario del principio di integrazione sociale che impronta la legge 104. Si tratta cioè di mettere in condizione gli studenti disabili, attraverso l'attivazione di specifici ausili, di sussidi tecnici e didattici, di poter partecipare, al pari di tutti gli altri studenti, ai diversi momenti di cui si compone la formazione universitaria.
Tutto ciò è della massima rilevanza per i sordi, fino a pochi anni fa esclusi di fatto dalla fruizione universitaria in quanto non veniva offerta loro nessuna possibilità di accesso. E' quindi di fondamentale importanza garantire ai non udenti il funzionamento ottimale di tutti quegli strumenti atti a consentirne l'integrazione. Gli strumenti sono sostanzialmente tre:

La funzione di supporto alla didattica
E' un tema molto delicato. Vi sono casi di studenti sordi non in grado di affrontare in modo autonomo un testo d'esame. L'italiano costituisce per essi una seconda lingua, che non padroneggiano completamente. Non è soltanto un problema a livello sintattico, né di povertà di conoscenze lessicali (che pure ha il suo peso): si tratta piuttosto di una scarsa dimestichezza generalizzata che, quando si cimenta con testi complessi (a volte anche intricati), produce l'incomprensione del significato.
Che fare in queste situazioni? Certamente un apporto va dato, ma di che tipo?
Solitamente si propone allo studente non udente una sorta di percorso a tappe, affiancandolo nella preparazione dell'esame in modi via via diversificati, con l'obiettivo del raggiungimento, graduale, di una completa autonomia.
Il servizio di tutorato specializzato indica di volta in volta le formule più adatte (test, questionari di verifica che prevedano risposte in forma aperta, tesine "leggere") a far sì che questo percorso si snodi, tenendo conto sia delle materie d'esame che delle capacità dello studente. La legge 17/99 prevede infatti che il servizio di tutorato possa proporre, per il superamento degli esami, lo svolgimento di prove equipollenti o comunque un trattamento individualizzato.

La competenza linguistica dei sordi in italiano e le nuove tecnologie
Alcune ricerche di questi ultimi anni hanno dimostrato che le persone sorde incontrano, nell'uso dell'italiano, difficoltà principalmente riguardanti :

Per consentire agli studenti non udenti l'acquisizione di un'adeguata competenza nella lingua italiana, si sta pensando di attivare un corso di scrittura, avente lo scopo di familiarizzarli con pratiche che dovrebbero far parte del bagaglio di qualsiasi studente, come ad esempio: la scrittura di un abstract; la parafrasi di un testo; la scrittura di una nota; come si fa una citazione; la stesura di un testo argomentativo; la scrittura di una bibliografia; l'utilizzazione di tecnologie informatiche.
L'uso del computer come strumento di supporto all'attività di scrittura mi consente di introdurre un altro tema: quello dell'accesso alle risorse informatiche. A qualunque tipo di studente universitario sta diventando sempre più indispensabile saper fruire di un computer standard: per fare ricerche bibliografiche, per comunicare con altri studenti o docenti attraverso la posta elettronica, per consultare testi o ipertesti in formato elettronico. Anche in questo campo uno studente non udente può avere grosse difficoltà, che occorre il più possibile ridimensionare.

L'integrazione degli studenti sordi nelle università italiane è soltanto agli inizi. Molto deve ancora essere fatto e molto si può migliorare. Una via è però stata tracciata. Mi aspetto che i sordi la vogliano percorrere sempre più numerosi. Non so se auspicare anche in Italia la nascita di un'università per sordi, come la Gallaudet negli Stati Uniti d'America. Mi piacerebbe che un giorno all'Università di Bologna ci fossero tanti studenti sordi quanti alla Gallaudet.

Marzo 2003
Alessandro Roncarati
Servizio per gli Studenti Disabili
Universita di Bologna
disabili@med.unibo.it


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