Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, Istituto per la Protezione e Sicurezza del Cittadino, Progetto VOICE
Italiano
Home
Progetti
Eventi
Didattica
Media
VoiceLab
Forum
Percorso:
Forum > Lavagna Virtuale > Scuole

Progetto VOICE: Forum degli Utenti
Lavagna Virtuale: messaggi pubblicati
nel 2004 e nel 2005, inerenti alle Scuole

Le pagine del Forum VOICE sono gestite dal CCR-IPSC in base a testi o foto inviati dagli Utenti:
questi, nell'inviare tali dati, ne richiedono la divulgazione ed assumono la responsabilità dei contenuti


Note di navigazione

Sono qui riportati i messaggi pubblicati sulla Lavagna Virtuale del Forum VOICE nel 2004 e nel 2005 ed inerenti alle SCUOLE (scuole, università, formazione a distanza, ecc.).
Altre pagine specifiche sono dedicate ai messaggi inerenti ad altri temi (cliccare su "Lavagna Virtuale" nel Percorso qui in alto e poi selezionare le Aree Tematiche).
I criteri secondo i quali sono state evidenziate delle parole o effettuate delle piccole modifiche o suddivisioni dei messaggi sono descritti nella pagina "Note di navigazione" (link qui in alto).


data e ora
nome autore
e-mail
01/02/2005 15:43
Rosanna
dolsirea@hotmail.com

Grazie dell'incoraggiamento! Lo prendo a piene mani! E grazie per l'indicazione del link sulle tesi nel vostro sito che andrò a vedere fra breve.
Le notizie in più su di me provo a sintetizzarle così: abito sul mare... a Nettuno, in provincia di Roma, sto per laurearmi in Scienze della Comunicazione a La Sapienza con un tesi che vuol proporre (in modo inedito per la mia facoltà... e questa è una cosa affascinante e contemporaneamente difficile) una riflessione sui percorsi già camminati e le proposte possibili nel grande mare delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per le persone con disabilità... per tentare d'indicare le vie e le opportunità che permettano di andare oltre i limiti che a volte hanno già varchi disegnati ma poco frequentati...
Gli argomenti vanno dagli ausili informatici e le tecnologie assistive per la comunicazione alle interfacce cerebrali... passando per una riflessione su come i media recepiscono e trattano l'argomento disabilità... Più o meno è questo!
Vado a vedere il link e tornerò presto.
Intanto grazie ancora a Giuliano Pirelli per la risposta così rapida!
Buon lavoro a tutti

30/01/2005 12:05
giacomo
giac_pirelli@hotmail.com

Messaggio per Elisabetta:
Anch'io sono d'accordo che tu metti la parola non-udenti nella tua tesi sulla sottotitolazione che é un argomento che mi interessa particolarmente.
Hai letto la mia relazione sulla sottotitolazione cinematografica e teatrale su:
http://voice.jrc.it/events/media/cinema_it.htm
http://voice.jrc.it/events/media/teatro_it.htm
?
Giacomo

29/01/2005 16:15
elisabetta
egerola@email.it

Grazie mille ad Elena per il suo consiglio. Ora sono impegnatissima a studiare per 9 esami e per cercare di laurearmi a marzo (molto molto difficile). Appena avrò un po' di tempo curioserò anche io nel forum. Se qualcun'altro vuole darmi suggerimenti o non dovesse essere d'accordo con ciò che ha affermato Elena, me lo faccia sapere. Sono sempre contenta di ricevere consigli. A presto

28/01/2005 11:21
Giuliano Pirelli
giuliano.pirelli@jrc.it

Visto che dici che scrivi per incoraggiare te stessa, sentiti incoraggiata vivamente da me e da tutti noi!
Scrivici qualcosa di più su di te (città, corso di laurea, ecc. ecc.) e sulla tua TESI (titolo, argomenti, difficoltà, ecc. ecc.).
Come già segnalato in miei messaggi precedenti ad altri studenti, può valere la pena dare uno sguardo ad altre tesi precedenti con titoli simili nella Sezione:
Didattica > Università > Tesi
del Sito VOICE e tenere conto della possibilità di pubblicare la propria tesi in tale Sezione (l'invito è esteso anche a Elisabetta come risposta al suo messaggio del 10 gennaio)

28/01/2005 1:44
Rosanna
dolsirea@hotmail.com

Ciao,
ho scoperto questo sito ed il forum in questo istante... ed in questo istante ho deciso di scrivere, cosa che solitamente non faccio. Ora però sì, un po' per incoraggiare l'iniziativa, visto il primo messaggio che ho letto di Giuliano Pirelli che si chiede se sarà gradito, il forum, agli utenti. E poi anche, indirettamente, per incoraggiare me, che sto scrivendo una tesi sulle tecnologie dell'informazione e comunicazione per le persone con disabilità. E' un lavoro che mi sta impegnando tanto e che mi appassiona profondamente. Continuerò a sbirciare nel forum di tanto in tanto. Buoni giorni, Rosanna

26/01/2005 16:01
Elena
n.a.

Quindi per Elisabetta: Se parli nella tua tesi di laurea di sottotitoli per non udenti, un pò come avviene sul Televideo Rai "sottotitoli per non udenti alla pag 777", credo ciò farebbe bene a tutti noi!!!

26/01/2005 15:19
ELena
n.a.

Non-udenti trovo sia un termine più nuovo, moderno ed evoluto e meno offensivo del termine sordi legato ancora a significati connotativi dispregiativi, legati ad un retaggio culturale vecchio e stantio.

26/01/2005 15:01
Milena
millygaudi@hotmail.com

venite a fare due chiacchiere......
Milena

22/01/2005 11:23
elisabetta
egerola@email.it

Scusate, nel messaggio qui sotto non mi sono firmata, sono sempre io, Elisabetta

22/01/2005 11:22
anonimo
n.a.

Buon giorno a tutti. Volevo intanto dirvi che grazie ai contatti che mi avete dato sono riuscita a trovare la videocassetta per la mia tesi.
Ora vi scrivo perchè ho un dubbio:
Nella mia tesi devo parlare di sottotitoli "per Sordi e persone con difficoltà uditive" oppure per "Non udenti e persone con difficoltà uditive"? Non so se c'è qualche differenza tra il termine "Sordi" e "Non udenti". O se oppure devo usare un'altra espressione-
Per non sbagliare chiedo consiglio a voi.
Ciao a tutti

13/01/2005 21:14
Elena
emauri_99@libero.it

Per Milena: coraggio ce la puoi fare, anche studiando in autonomia e solo sui libri senza seguire delle volte noiosissime lezioni dei professori, non tutti sono buoni comunicatori!!

13/01/2005 19:23
Paola
n.a.

Milena scusa la mia è un'idea azzardata, ma perché invece di porre a noi queste domande non le fai ai ragazzi che seguono i tuoi studi?
Chi meglio di loro può dirti che cosa vuole esattamente un professore?
nel caso mio c'erano quelli, ad esempio fissati con le date, altri fissati con certi periodi storici (uno faceva solo domande di storia contemporanea e non chiedeva mai la scoperta dell'America), altri avranno i loro pallini no?
indaga un po' sui punti deboli dei professori.
Non è un invito a studiare solo dei pezzetti di argomenti ma un modo di capire come studiare per quell'esame che darai con QUEL professore. Certo che ho pure dovuto studiare Colombo però ho dovuto conoscere fin nei dettagli la storia contemporanea, date e nomi sconosciuti ai più.
Paola

13/01/2005 19:18
Paola
n.a.

Ma forse, pensandoci bene scusate, sono mie riflessioni, pensandoci proprio bene è difficile dare un piano d'azione per i ragazzi che sono all'Università, sono tanti i ragazzi e ognuno ha i suoi limiti e pretendere di generalizzare si rischia di non dare nessun piano d'azione, come fare con le lezioni, con i libri a casa.
Io quando studiavo avevo sempre a portata di mano vocabolario e gli atlanti storico e geografico non che li dovevo sempre aprire però sono stati utili come supporto, forse di più l'atlante storico (ho studiato materie umanistiche), chi sta studiando materie di altro tipo dovrà, suppongo, avere a portata di mano altri strumenti naturalmente anche se spesso scoccia dover ricorrere al loro uso.
Andate sempre a colloquio con i docenti, io ho sempre avuto un bel rapporto con loro, andavo una volta circa poco prima dell'esame a chiedere certe spiegazioni e ai professori fa sempre piacere farci vedere quanto siano preparati...
un saluto a tutti
Paola

13/01/2005 19:12
Paola
n.a.

ahò raga seppellite IMMEDIATAMENTE l'ascia di guerra se no vengo lì io a suonarvele di santa ragione
ok?
dai fate i bravi io credo che Milena non si creda chissà chi forse mi pare mi pare nehhh voleva leggere un altro tipo di risposta come dire?
più concreta cioè una risposta che potesse darle come dire un piano di azione o qualcosa del genere...
Dai Daniele tu sei laureato da meno tempo di me quindi sei più fresco, prova a proporre un piano d'azione per tutti i ragazzi e ragazze che stanno ancora studiando, anche due parole su che cosa possono fare di concreto per studiare bene e senza il panico da esame etc
Paola

13/01/2005 18:52
Paola
n.a.

ciao Daniele, Dj e tutti quanti voi sono stata latitante per un po' diciamo che... non avevo tempo da perdere... no scherzo ovviamente ho letto molto velocemente i vostri interventi ma moooolto velocemente quindi non posso dire nulla in merito cioè di inerente ai vostri discorsi.
Posso solo dire la mia esperienza, ho frequentato l'Università Statale di Milano sono laureata dal 1997, un sacco di anni fa direte voialtri eh bhe si certo il tempo è volato... e mi sono trovata molto bene ho vissuto l'Università in termini di lezioni, studio privato (cioé da sola), colloqui con i professori e contatti con i ragazzi/e molto molto positivamente, non ho avuto nulla di più e di meno di quanto mi ero inizizialmente prefissa e aspettata, avevo uno studio e un contatto con le materie molto attivo.
E dicevo sempre a me stessa che potevo farcela a studiare, a dare gli esami nei tempi che avevo stabilito, ovviamente data la giovane età un po' di tempo l'ho perso dietro a ragazzotti e amicizie insomma ho vissuto anni meravigliosi.
Ricordo tutti insegnanti e compagni di studi con piacere, ho trovato un solo professore scemotto ma che ci volete fare NESSUNO lo sopportava quello là, ma pazienza, tutti gli altri docenti erano davvero splendidi, pure quello con cui mi sono laureata, aveva il solo difetto di parlare come un treno però lo sapeva che non sentivo e quindi ripeteva sempre.
Persino il giorno della laurea mia mamma pensava proprio che non avrei capito una sola parola dell'ultima domanda e invece... compresi tutto.
Dunque mi raccomando ragazzi nessuno di voi, mi rivolgo agli studenti, si scoraggi di fronte alle difficoltà, e se per caso vi rendete conto di aver sbagliato percorso di studi, che avreste preferito fare un altro corso di laurea, non spaventatevi e tiratevi indietro, fate la facoltà che vi permette di studiare quello che amate, vi appagherà e vi gratificherà tantissimo.
Paola

12/01/2005 20:41
Don Johnson
n.a.

Sono d'accordo in tutto e per tutto con Daniele.
Tuttavia vorrei aprire una parentesi per fare un distinguo: per me non è mai tutto bianco o tutto nero. In mezzo ci sono anche i grigi. Se per Daniele dall'università bisogna aspettarsi soltanto un mero SCAMBIO, per me è anche un'occasione per fare cose nuove e stimolanti che nulla c'entrano con quello che studio.
Chiudo la parentesi dicendo che scontrarsi con l'establishment per migliorare lo "stato di fatto" (per sè e per gli altri) non è un male, però bisogna partire dal presupposto che nulla è dovuto e non serve deprimersi se i docenti, l'organizzazione e i compagni di corso non sono come noi vorremmo.
Morale della favola: fidarsi è bene, non fidarsi è ancora meglio, quindi rimboccati le maniche e studia!

12/01/2005 20:13
Daniele Tosti
dtosti@hotmail.com

Cara Milena,
innanzitutto mi rattrista il tono saccente con cui hai ribadito alle mie affermazioni (parlo per me e non per altri, ovviamente). Quello che tu definisci "criticismo" è invece il mio personale giudizio maturato con l'esperienza accumulata in sette anni di frequentazione di una realta' "cacofonica" come l'universita'. Se mi permetti, adottero' il tuo stesso tono da maestrina su un punto particolare: giudicare non è mai sbagliato. L'uomo non diventa veramente tale se non impara. E per imparare occorre esprimere un giudizio (buono/cattivo, bello/brutto, utile/inutile), SEMPRE. Inoltre, sei pure caduta in contraddizione, perche' a norma di dizionario (e persino di codice civile!!!) valutare e giudicare hanno la stessa SEMANTICA.

Ora, tornando ad argomenti piu' concreti, io non ho mai parlato di aspettare o pretendere che i docenti cambino. Io non ho mai parlato di far valere il mio diritto allo studio. Io non mi sono mai nemmeno offeso o rimasto male di fronte a personaggi "difficili". Sai perche'? Perche' mi sono reso quasi subito conto che si tratta di un ambiente da cui ricevo una prestazione (informazioni e algoritmi) in cambio di una controprestazione (tasse), in altre parole: in universita' si va solo ed esclusivamente per il desiderio di approfondire e conoscere una parte dello scibile umano (nel mio caso l'economia) e non per fare relazioni sociali con persone che non sono assolutamente disposte a condividere con te piu' di quanto previsto nell'atto di immatricolazione o dai piani di studio. Mi dispiace ricordartelo, ma il sistema universitario italiano oggi come oggi e' una gigantesca fiera di senigallia dove tutti hanno sempre qualcosa da barattare e comunque dei secondi fini: tu cosa sei disposta a dare pur di risvegliare l'importanza di aiutare chi è "diversamente abile"? Sembra cinismo, ma è la dura realta', purtroppo.

Quindi, se io fossi il tuo migliore amico ti direi questo: se desidero laurearmi il prima possibile, lascerei perdere questi discorsi (mio padre, che ha avuto la grazia divina di frequentare le scuole in francia, li chiama col suo nome e cioe' "seghe mentali") sul perche' tizio e caio si comportano cosi' invece di darti una mano col tuo handicap e mi concentrerei su cio' che VERAMENTE serve a ME come studente e cioe STUDIARE cio' che piu' mi appassiona e che mi rende vero con la coscienza che ci sono MILLE modi per individuare la fonte delle informazioni che mi interessano.
Se vuoi approfondire il discorso, o anche solo sfancul*rmi, ti invito ad una chat in msn messenger. Il mio indirizzo e' vicino al mio nome.

12/01/2005 13:42
anonimo
n.a.

Cari ragazzi, non essere così critici con gli altri.
Spesso le nostre esigenze verso l'università non vengono soddisfatte o rispettate, ma non possiamo dare la colpa ai docenti perchè anche loro hanno delle esigenze. Quindi non possiamo aspettare e sperare che loro cambiano, anzi non possiamo pretendere che siano loro a cambiare. Certo che noi abbiamo il diritto di essere aiutati, i docenti hanno sempre i ragioni per cui loro fanno. Può essere un fatto di egoismo o di ignoranza. Dipende da persona a persona. Quindi io penso che noi dobbiamo essere capaci di valerci rispettando il diritto degli altri.
Noi possiamo cercare di far capire e convincere i docenti quanto è importante aiutare chi è diversamente abile: ha bisogno di essere stimolato e di essere incoraggiato. Chi ha un piccolo handicap, fa fatica ad accettarlo. Molti non lo ammettono perchè il sapere del proprio handicap fa parte del proprio inconscio. Quindi non possiamo giudicare, ma valutare qualsiasi situazione quotidiana. Se un sordo o audioleso si trova di fronte a chi gli è insensibile, non bisogna offendersi nè rimanerci male, ma valutare questa situazione, dicendo quello che pensa, senza esprimere paura e rabbia, tanto il problema è la persona insensibile.
Milena

11/01/2005 11:14
Elena
emauri_99@libero.it

Per Milena:
Come anche scritto da altri in questo Forum, molti esami all'Università sono superabili senza essere obbligati a frequentare (esperienza personale).
Mi sono laureata in psicologia e gran parte degli esami li ho preparati studiando in modo autonomo, pur essendo audiolesa, gli ultimi anni mi sono invece lanciata a frequentare i corsi per cui era previsto l'obbligo di frequenza ed è stata un'esperienza molto gratificante per alcuni corsi, per altri corsi i prof. si limitano a leggere libri scritti da loro stessi, ma si ha il vantaggio di avere alcune facilitazioni in sede d'esame!!!
Io credo che un sordo con in mano un libro sia uguale a qualunque altra persona udente, c'è poi il Q.I. (Quoziente d'Intelligenza) che fa la differenza ma credo abbia la stessa variabilità tra udenti e non.

10/01/2005 23:30
elisabetta
egerola@email.it

Grazie e tutti quelli che mi hanno risposto... proverò coi consigli che mi avete dato, comunque chi ha informazioni mi faccia sapere... se la mia tesi verrà bene e se volete ve ne farò avere una copia!

10/01/2005 20:55
daniele tosti
n.a.

Io ho fatto un corso di laurea in economia (che condivide alcuni aspetti sia con la psicologia che con la parapsicologia) e ti posso assicurare che, per il 90% dei casi, frequentare le lezioni è del tutto inutile per due motivi:
1) il docente e' l'autore del libro di testo.
2) il docente non e' l'autore del libro, ma lo ripete come un pappagallo.
il restante dieci per cento e' costituito da attività cosiddette di laboratorio, che implicano la costituzione di gruppi di lavoro fra studenti i quali cercano di aiutarsi a vicenda per massimizzare il voto.
Quindi non vedo dove sta la mancanza d'autonomia. Se ti riferisci alle condizioni di vita generali della tua universita', beh non posso farci niente e nemmeno tu se i tuoi colleghi sono egoisti oppure tuoi docenti sono incompetenti (a me e' capitato uno che aveva annullato un esame perche' doveva andare a fare la settimana bianca): quindi l'unico consiglio che ti posso dare (da buon filo leghista) è questo rimboccati le maniche che Dio aiuta chi si aiuta da se' (infatti riesce a fare anche per tre).

10/01/2005 20:34
Don Johnson
n.a.

Ma perchè dovete rendere complicate le cose semplici?
Se il docente vuole che per l'esame si prepari il programma X, tu prepari X e sicuramente il giorno della prova non ti chiederà Y, per intenderci.
A meno che uno non sia un genio, per preparare le materie scientifiche ed economiche seguire le lezioni è AUSPICABILE, ma non INDISPENSABILE.
Se per l'esame di diritto privato ti devi studiare il Titolo IV del Codice Civile non ci sono alternative, DEVI studiare in solitario, perchè a lezione il docente ripeterà come un pappagallo il succitato Titolo IV del Codice Civile, sordo o non sordo.
Naturalmente non siamo tutti uguali, ognuno fa quello che meglio crede.
Già il fatto che uno studente universitario (del quarto anno fuori corso) viene a chiedere consigli su un forum, la dice lunga sullo "spirito" con cui affronta gli studi.

10/01/2005 20:23
giacomo
giac_pirelli@hotmail.com

Grazie all'aiuto di uno studente 150 ore o da qualche compagno di corso, ho avuto degli appunti che mi hanno aiutato molto a evidenziare le cose più importanti del corso e per studiare meglio per l'esame. Poi la frequenza assidua delle lezioni all'Università é importante perché un professore ti vede che stai frequentando con interesse il tuo corso e ti darà qualche facilitazione nell'esame orale che tu puoi dare all'Università, come mi é capitato all'università. Per me é difficile studiare in solitario un libro senza frequentare qualche lezione.
Sono d'accordo sull'opinione di Milena.

10/01/2005 20:19
Giacomo
giac_pirelli@hotmail.com

Per Milena,
Sono Giacomo Pirelli, sono audioleso, ho fatto l'impianto cocleare e frequento il terzo anno del corso di multimedialità, cinema e teatro all'Università di Torino. Ho seguito le lezioni universitarie con uno studente 150 ore selezionato dal Servizio Disabili. Puoi leggere la mia relazione su:
http://voice.jrc.it/educ/univ/requirem/giacomo_it.htm
Mia sezione personale del sito Voice:
http://voice.jrc.it/forum/foto/giacomo_it.htm
[..]

10/01/2005 20:19
Don Johnson
n.a.

E perchè non saremmo "in grado del tutto" di studiare autonomamente?

10/01/2005 19:51
Milena
n.a.

Per Don Jonsons
Sì è possibile studiare da soli...
è possibile superare gli esami senza frequentare i corsi, ma gli argomenti sono sempre difficili da studiare, e poi noi audiolesi non siamo in grado del tutto di studiare autonomamente....è questo il motivo, capisci?
Ciao

09/01/2005 19:35
Don Johnson
ney@lycos.it

per milena:
non potendo conoscere la tua sordità, le tue esigenze e (soprattutto) il tuo carattere, l'unico consiglio (tra l'altro sempre VALIDO) che mi sento di darti è quello di studiare in solitario sui manuali.
A *PRESCINDERE* dalle capacità di ognuno, gli esami si possono tranquillamente superare anche senza frequentare i corsi (esperienza personale).
Se poi desideri consigli o chiarimenti sulla vita universitaria, chiedi e ti sarà dato.

09/01/2005 13:12
Giuliano Pirelli
giuliano.pirelli@jrc.it

può trovare qualche informazione di carattere generale (non so se applicabile nel caso specifico) nella Sezione Didattica > Università, poi Servizi o Testimonianze.
Auguri!

08/01/2005 20:22
Milena
millygaudi@hotamil.com

Ciao, sono Milena, ho 22 anni e mezzo, sono di Napoli, sono al quarto anno della facoltà di Psicologia, ma sono fuori corso..... Sono audiolesa.... All'università non c'è una che mi aiuta come l'interprete labiolettura, che fare? Voi come avete fatto a seguire i corsi? Spero di ricevere una risposta.....

01/01/2005 11:49
Don Johnson
n.a.

Per anna: la casa editrice è la RIZZOLI e non esiste un'edizione in inglese.

31/12/2004 18:18
anna
paddylane@tiscali.it

Salve,
qualcuno mi sa dire il nome dell'editore del libro di Ugo Pirro Mio figlio non sa leggere? Vorrei anche sapere se esiste un'edizione in inglese.
Potete rispondermi al mio indirizzo e-mail:
paddylane@tiscali.it
?
Grazie.

14/12/2004 11:45
romana
polacchia@yahoo.it

... ti ringrazio per le tue gentili parole, in questo periodo mi sono di grande incoraggiamento; non ho visto il film che mi segnali ma ti ringrazio per il suggerimento: ne terrò conto. Ciao Romana

30/11/2004 19:47
Paola
n.a.

Ciao Romana
attenzione hai detto che devi imparare da noi invece non è vero: hai dimostrato con le tue parole di essere una persona VALIDISISMA e sensibile,
non sono lusinghe è la verità, potrei anche non essere d'accordo con te su alcune cose che hai scritto, ma il modo che ti poni dimostra il tuo impegno e questo è meraviglioso, credimi.
Quindi Romana la sola cosa che ti chiedo di fare è TRASMETTERE agli altri la tua umanità
purtroppo ti devo chiedere di farlo con un po' di tatto, anche se alle volte uno merita un sonoro ceffone tu sorridi, la cosa importante è arrivare nel tuo intento: IL BENE DEGLI STUDENTI.
E congratulazioni ti stai impegnando assai.
Guarda io ho sempre pensato che per le persone con GROSSE difficoltà non dobbiate (voi insegnanti) porvi l'obiettivo di farli diventare dei professori, ma basta che i ragazzi sappiano leggere un giornale, attraversare la strada come appunto dici tu, non serve porci traguardi terribilmente elevati, basta solo dare ai ragazzini le armi per affrontare ogni giorno serenamente e soprattutto non ci sta male una parolina, ogni tanto, del tipo "coraggio, ce la puoi fare e se oggi sbagli domani farai benissimo". Ma tanto lo so che queste cose tu le hai capite al volo.
Se e quando vuoi incontriamoci pure sarà un vero onore per me e una vera gioia conoscere un'insengante positiva e attiva come te, insomma "aria nuova nella scuola" non se ne poteva più di aria ammuffita e stagnante.
SONO CON TE.
PS hai mai visto il film di PIRRO "MIO FIGLIO NON SA LEGGERE?" per me è bellissimo parla di un ragazzo dislessico.
Paola

30/11/2004 11:57
romana
polacchia@yahoo.it

... si sono ancora viva ma ferita - in senso morale - e mi sento prossima ad una crisi di nervi!!! Sai, il mio lavoro, se da un lato mi gratifica molto per il rapporto splendido che ho con i miei ragazzi, dall'altra mi fa prendere delle grosse bastonate da qualche collega. Non voglio passare per una vittima: quando credo in quello che faccio tiro fuori anche le unghie, però con loro devo anche condividere strategie, scelte e modalità di lavoro e purtroppo i nostri punti di vista non coincidono. Purtroppo qualche volta devo lasciar fare e così, dentro di me, scoppia la rivoluzione... e me la devo far passare. Se un giorno ci incontreremo ti racconterò anche di questo lato "oscuro" della mia professione che non mi fa dormire tranquilla la notte sapendo che a farne le spese sono i miei ragazzi...

D. J. mi chiede a chi devo rispondere del mio operato. Senza ombra di dubbio, grazie al cielo, ci sono delle leggi che lo regolano e alle quali dobbiamo assolutamente attenerci. Diversamente può intervenire prima la tua figura obiettivo che può richiamarti all'ordine, poi il gruppo Handicap a cui partecipano anche i genitori rappresentanti e alunni, poi ancora il Preside - al quale va tutto bene se non viene richiamato lui in prima persona - e salendo di grado abbiamo un gruppo di lavoro presso i provveditorati e un Ispettore.
Il problema è che la maggior parte delle persone di questa carovana si preoccupano solo degli aspetti legislastivi e/o burocratici e ai ragazzi disabili, in realtà, non viene mai chiesto un parere: questo è il punto dolente. Io credo che possa capitare che un docente di sostegno e un alunno disabile non riescano a trovare un certo feeling per riuscire a lavorare insieme. E' anche una questione di pelle; a me, per es., non piacciono tutte le persone che conosco e così può capitare anche a loro.

Tu penserai che ci sono tanti docenti odiosi e insopportabili, sì, è vero, ma una docente di sostegno, il più delle volte, deve instaurare un rapporto molto stretto con il suo allievo, un rapporto di fiducia, di stima, di amicizia e confidenza.... tu riusciresti a farlo con qualsiasi soggetto??? Per questo motivo io non sono sempre favorevole a lasciare lo stesso docente a un ragazzo, specie se si avverte che fra di loro qualcosa non funziona: e questo lo può dire solo l'allievo e/o la famiglia.
Ecco perchè è indispensabile un contatto frequente con i genitori - sempre che tu voglia dare il meglio per il giovane e se ti interessa che lui viva bene lo stare a scuola - e instaurare un rapporto così confidenziale da permettere loro anche di potere dire che non sono d'accordo con te. Non mi riferisco a quei genitori che ti rimproverano perchè non hai allacciato le stringhe delle scarpe al loro figlio, e ci sono, che ti telefonano perchè vogliono che tu abbia un occhio di riguardo per lui nella verifica; no, questi genitori sono i primi a non volere il bene dei loro figli, a non volerli far crescere. Questo è almeno quello che penso ma sono disposta a ricevere critiche e opinioni diverse a questo proposito. So che lo fanno in buona fede ma non si può, come è successo alla sottoscritta, volere che tuo figlio sappia riconoscere un Monet perchè così fa bella figura in società e non importartene se lui non sa che la strada si attraversa con il verde perchè tanto uscirà sempre e solo con te. LO TROVO DISUMANO.

Prima di tutto io ritengo indispensabile costruire la loro autostima e autonomia, la "cultura" può aspettare. In fondo senza questi presupposti gli stessi allievi non hanno motivazione ad applicarsi allo studio (tranne rare eccezioni). Vi avrò anche stancato con tutte queste mie considerazioni che da un lato vogliono essere anche provocatorie. Ricordate comunque che il punto focale di questa mia intromissione al vostro forum è perchè so di avere tante cose da imparare ancora, da scoprire e mettere in pratica: SIETE VOI I MIEI INSEGNANTI. E non solo, ormai per me siete degli amici alla cui amicizia tengo con tutto il cuore. Un bacione a tutti. roma

24/11/2004 15:59
Paola
n.a.

Cara romana hai indubbiamente ragione a dirmi di leggere libri positivi ma per ora non posso oggettivamente parlando.
Un giorno ti dirò il perché
ho letto invece la scorsa settimana di un ragazzino "diverso" che, pur essendo amatissimo in famiglia, fuori dalla famiglia era giudicato talmente diverso e inferiore che si è tolto la vita. Ho letto la sua testimonianza e mi sono sentita male da qui è scaturita la mia rabbia, ho pensato ai suoi genitori...
ho letto commenti di psicologi
e ti giuro la lettera che ha scritto prima di suicidarsi non era la lettera di un pazzo che fa un gesto sconsiderato, era la lettera di un ragazzino che spera nell'altro mondo di trovare UGUAGLIANZA. Lui ha scelto il suicidio per "trovare un mondo migliore" e in quella lettera ha scritto cose pessime ben oltre dall'insegnante che legge il giornale, insegnanti che solo a vedere il ragazzino come DIVERSO lo giudiucano e non vanno oltre le apparenze. Si fermano lì, lo vedono diverso e come tale si permettono di giudicarlo, invece di inserirlo in un contesto a lui adeguato e far partecipi i compagni di questa sua diversità, e insieme, compagni, allievo e professore, crescere e maturare serenamente senza la tipica arroganza dei prof.
Un abbraccio
P

24/11/2004 14:13
Don Johnson
n.a.

cara romana, se si potesse introdurre anche nella scuola dell'obbligo (e in genere pure nelle superiori) la famigerata "VALUTAZIONE DELLA DIDATTICA" che si fa nelle università, allora si che gli alunni potranno REALMENTE valutare l'operato e il lavoro degli insegnanti.
Per esempio, voi a chi rispondete del vostro operato? al preside? alla commissione discplinare? la scuola, si sa, non è un'azienda.
Certo, è naturale obiettare che i minorenni non sono (e non possono essere) in grado di dare giudizi sulla docente, però non c'è NULLA che possa in qualche modo VALUTARE il VOSTRO lavoro.

24/11/2004 12:07
Romana
polacchia@yahoo.it

Cara Paola, più ti conosco e più vedo in te molti aspetti che ritrovo nel mio alunno: la mediocrità vi infastidisce e siete severi nel giudicare l'operato altrui.
Il tuo giudizio è sicuramente dettato dalla tua esperienza personale che, probabilmete non è stata delle più felici però, vorrei spendere due parole a favore di tanti insegnanti che vivono per la scuola e che per i loro studenti spendono tanto di quel loro tempo che tu non puoi immaginare, e senza alcun compenso! Certo, ammetto che alcuni di loro - pochi - farebbero bene ad andare a pulire le strade piuttosto che entrare in una classe, ma questo può accadere in tutti i settori lavorativi.
A volte invece non c'è della cattiveria o della mala fede: alcuni pensano che quello che stanno facendo sia davvero per il bene dei loro alunni e di conseguenza nessuno riesce a fargli cambiare idea.

Come tu puoi immaginare io sto in una classe, ma non dietro alla cattedra, bensì seduta fra gli alunni ad ascoltare le lezioni per dare una mano, a mia volta ai ragazzi che mi sono stati affidati e non. A volte mi è capitato di uscire dalla classe molto arrabbiata perchè non condividevo l'operato e la metodologia del collega; stando fra i banchi ho cominciato a veder le cose da un altro punto di vista: li vedo soffrire e mi fanno una tenerezza incredibile, sento i loro commenti - non sempre corretti -
Mi sono anche permessa di far osservare ad una collega come la valutazione fosse stata influenzata da altri fattori che non erano proprio inerenti alla performance dell'allievo. Mi sono fatta tanti amici, ma i nemici sono molto più numerosi perchè molti insegnanti non accettano di avere un collega durante le lezioni e che può, a sua volta, dare una giudizio.

Eppure io li capisco, anche se mi arrabbio, perchè è naturale non volersi sentire il fiato sul collo... tuttavia ti assicuro che i bravi docenti sono in numero di gran lunga superiore di quelli che in classe "leggono il giornale" o non fanno il loro lavoro con coscienza.
Quello che ho scritto la volta scorsa è stato uno sfogo (ciò non toglie che sono comunque incavolata con quella docente); io credo che dovresti leggere le pagine di quei libri che parlano di esperienze positive, di successi, che raccolgono le lettere che alcuni ragazzi scrivono ai loro insegnanti, lettere stupende ricche di affetto in cui i giovani ringraziano l'insegnante che li ha aiutati a crescere e a diventare uomini.
IL MONDO SAREBBE PIU' TRANQUILLO E SERENO SE SI FACESSERO CIRCOLARE ANCHE LE COSE BELLE CHE SUCCEDONO, CHE SONO TANTE. DOVREMMO POTER LEGGERE SUI NOSTRI GIORNALI CHE PER UNA PERSONA UCCISA CE NE SONO ALTRETTANTE CHE MUOIONO PER SALVARE LA VITA A QUALCUNO... ALLORA NON SAREBBE LA PAURA DELL'ALTRO A FARCI MUOVERE MA LA FIDUCIA, LA SOLIDARIETA' E IL RISPETTO.
Un bacione romana

21/11/2004 09:46
Paola
n.a.

AZZIDENTI (PROPRIO CON LA ZETA)
ecco le tue parole di fine discorso:
>Sento in te un grande desiderio di emergere, di affrontare con grinta le difficoltà:
> sei proprio sicura di farlo solo per te stessa
> o che non ci sia sotto qualcosa d'altro.
> Non può essere un modo per superare la tua disabilità
> e per dimostrare che comunque vali più di tanti altri normodotati?
> Con queste parole voglio in qualche modo provocarti per conoscerti meglio
> e non solo in superficie.......
> perdonami se posso essere sembrata scortese ma credimi,
> il tono è affettuoso ed è quello di qualcuno che tiene alla tua amicizia.
> UN BACIONE.

ciaooooo che forte questa tua frase, forte nel senso che mi ha fatto sorridere in senso più che buono. No carissima romana, non ho questo desiderio di emergere come dici tu, solo che ti ripeto sto leggendo molte cose sui bambini/ragazzini in generale e sulla scuola dell'obbligo e non, e devo dire, ripeto, che vengo a conoscenza di cose veramente raccapriccianti. Esattamente dello stile che hai scritto tu, cioè l'insegnante va avanti solo per 4 ragazzi bravi, degli altri 25 non se ne cura affatto, bhe questa è una persona che non ama il suo lavoro è troppo comodo e veloce liquidare i ragazzi dicendo così prendete questi vostri compagni come esempio che sono bravi in matematica.
Bhe scusa il paragone è come se uno ti assumesse come donna delle pulizie e tu passi e ripassi e spolveri solo le superfici già pulite o che spolveri sempre ovvio che è più facile, veloce e meno impegnativo, che invece magari passare una volta la polvere, la volta dopo i vetri e via discorrendo.
Persone stile di questa prof di cui hai parlato, sinceramente la suola italiana ne è piena. Servono VERI INSEGNANTI.

Comunque lo vedi questi insegnandi alias caproni come la passano sempre liscia?
Se mai avessi un figlio non dico che andrei a schiaffeggiarli, però di sicuro farei di tutto per stuzzicare l'insegnante e se questo si ostina a fare orecchie da mercante, farei presente al preside la situazione dopodiché dopo qualche giorno se la cosa non cambia io leverei dalla scuola il ragazzino.
Io sono arrabbiata con la scuola, per la precisione, non con tutto il mondo. Fino a quando gli insegnanti si limiteranno a arrabattare il loro stipendietto (e per favore cari insegnanti non raccontatemi la fola che vi pagano poco perché non sono i ragazzi a pagarvi ma lo stato; se pensate che la vostra paga sia insufficiente fate scioperi, ma non ve la prendete con i ragazzi)
sono convinta che troppi insegnanti prendano sottogamba il loro lavoro senza nemmeno rendersi conto dell'importanza che invece ha questo lavoro.
Ciao cara Romana, sono felice di aver trovato una persona con cui confrontare le mie idee.
P

18/11/2004 12:20
romana
polacchia@yahoo.it

Ho passato molto tempo a pensare su cosa avrei potuto scriverti cara Paola, perchè tu hai praticamente detto tutto. E' vero che anche un ragazzo con un QI elevato si può sentire diverso nella scuola, ma sta ai suoi insegnanti proporgli attività o compiti che lo coinvolgano nell'attività scolastica. I piani educativi individualizzati non vengono redatti solo per gli studenti portatori di Handicap, ma per tutti coloro che lo necessitano, svantaggiati o super dotati!!!!!
E' però anche vero che chi sa di avere più chance il più delle volte non è disposto ad aiutare gli altri. Ti faccio un esempio: nella classe di mio figlio c'è un genio della matematica. in questa classe ci sono 25 alunni, ma solo 4 sono effettivamente bravi, il resto va tutto a lezione per riuscire a strappare una sufficienza alla loro docente. Ebbene, i poverelli si aiutano fra di loro, ma il più bravo li snobba...... e l'insegnante va avanti col programma sostenendo che sono una classe di asini........
Non aggiungo parole. Non è giusto che il ragazzo spenda il suo tempo libero per i compagni, ma non neppure giusto che l'insegnante segua i tempi e i ritmi dei migliori. CI SONO ANCHE TUTTI GLI ALTRI!!!!!!

Io sono sempre dell'idea che il rapporto e le relazioni che si instaurano con il prossimo hanno un carattere strettamente personale, che prende spunto dalla sensibilità che si ha verso l'altro, dell'attenzione che hai per i bisogni di chi ti vive accanto. Molto spesso chi non ama nessuno all'infuori di sè non sa guardare al di fuori del suo mondo, normodotato e disabile che sia. E' anche vero che a volte si incontrano disabili che hanno una superbia tale che li manderesti a quel paese, ma anche in quel caso occorre fermarsi a fare una riflessione: perchè questa arroganza e questo atteggiamento? Forse vuole mascherare le sue paure, è una risposta alla non accettazione del suo problema, forse ha avuto esperienze negative e ha perso fiducia negli altri e quant'altro??

Non sono d'accordo quando dici che la maggior parte dei normodotati non fa nulla per distinguersi impegnandosi a riuscire mediamente bene in tutto; conosco persone che per il loro lavoro ci mettono l'anima senza che gli venga riconosciuto nessun merito e persone che per furbizia (sono quelle che più disprezzo, perchè si vendono bene, ma sono pronte a colpirti alle spalle pur di fare carriera) vengono stimate e tenute in grande considerazione. Io ho più rispetto per le prime, che si impegnano senza che la mano destra sappia cosa fa la sinistra, sacrificandosi e lasciando che siano gli altri a ricevere lodi e gratificazioni.
Sento in te un grande desiderio di emergere, di affrontare con grinta le difficoltà: sei proprio sicura di farlo solo per te stessa o che non ci sia sotto qualcosa d'altro. Non può essere un modo per superare la tua disabilità e per dimostrare che comunque vali più di tanti altri normodotati? Con queste parole voglio in qualche modo provocarti per conoscerti meglio e non solo in superficie....... perdonami se posso essere sembrata scortese ma credimi, il tono è affettuoso ed è quello di qualcuno che tiene alla tua amicizia. UN BACIONE.

16/11/2004 10:56
romana
polacchia@yahoo.it

Carissima Paola, mi hai preso in contropiede; ieri pomeriggio ti avevo scritto una lunga lettera in risposta alle tue osservazioni ed ora, aprendo il Forum ho trovato nuovi tuoi messaggi che riportano proprio le mie stesse riflessioni. Hai pienamente ragione quando affermi certe cose e io la penso esattamente come te. Ora sono costretta a scriverti un' altra lettera, questa la cestino perchè scontata. A presto. Romana

15/11/2004 18:38
paola
n.a.

Romana a proposito, aggiungo una sola parola, ma lo sai che DIVERSI sono pure i bambini superdotati?
nessuno li capisce e di conseguenza vengono isolati. Basta così poco per essere emarginati...
Un abbraccio
P

15/11/2004 18:34
Paola
pao1970@yahoo.it

da ROMANA:
> Ti mando le mia risposta al più presto. Vedi che anch'io ho i miei handicap?!?...
> Un abbaccio romana

carissima Romana, quello che intendo io per VOSTRO mondo è in senso reale e concreto, infatti prova semplicemente a pensare (se non lo sei tu stessa) a un mancino: mia cognata è mancina e fa non poca fatica a stirare in quanto il ferro e l'asse da stiro purtroppo sono "studiati" per la maggioranza delle persone che usano la destra e via discorrendo...
questo per dirti che so bene che OGNI persona ha i suoi limiti, questo lo so, ma so anche che dai limiti oggettivi di ciascuno a un discorso più complesso di una persona con handicap, ne passa di acqua sotto i ponti. Certo ognuno supera nel modo migliore gli ostacoli causati dall'handicap e ognuno cerca di viverci alla meno peggio, questo è ovvio. Questa precisazione per dirti che quello che ho scritto non è il frutto di amare riflessioni personali, è anche il frutto dello studio che sto svolgendo proprio in questi giorni sulle tematiche del DIVERSO, anzi il minore DIVERSO.
E tra statistiche che mi sono venute sottomano, testimonianze dirette e concrete, ti assicuro che il panorama è alquanto inquietante. In una società che si definisce CIVILE ho riscontrato degli atteggiamenti degni dell'uomo della pietra nei confronti del minore diverso.
Un abbraccio
Paola

15/11/2004 9:49
romana
polacchia@yahoo.it

A Paola: ho stampato i tuoi messaggi perchè mi è davvero difficile risponderti leggendo direttamente da un video. Ho bisogno di leggere e rileggere con il foglio tra le mie mani certi messaggi, altrimenti corro il rischio di fare continue ripetizioni e di essere banale. Ti mando le mia risposta al più presto. Vedi che anch'io ho i miei handicap?!?... Un abbraccio romana

15/11/2004 09:44
romana
polacchia@yahoo.it

a Don Johnson: non sarebbe una cattiva idea, posso portare anche mio marito e i miei quattro figli? Scherzi a parte, questo approccio è decisamente migliore. Grazie. romana

12/11/2004 11:47
Paola
n.a.

cara Romana questo mondo che oggi viviamo è il VOSTRO mondo di normodotati come VOI lo avete costruito per persone come voi con due gambe, due braccia e tutti i 5 sensi, e un'intelligenza nella media.
Tutti gli altri, persino coloro che hanno una intelligenza superiore alla media, non è che ci stiano proprio bene in questo mondo che i normodotati hanno creato. Ciascuno dei normodotati fa piccole cose per la sopravvivenza quotidiana, non si preoccupa di distinguersi in qualcosa (che sia la bravura a scuola o distinguersi sul lavoro o anche come prete o suora o anche più semplicemente come persona disponibie) ciascuno si impegna a riuscire mediamente bene in tutto per stare a galla senza complicarsi troppo le cose e la vita. Queste sono le persone PASSIVE quelle che non cercano di andare oltre, di tentare di fare o essere qualcosa di diverso o qualcosa di più, o semplicemente tentare delle sfide con sé stessi.
Se io (come mi è già successo) tento una sfida con me stessa mi viene detto subito che spreco energie inutilmente, che la cosa importante è vivacchiare, non vivere, e per cosa? dicono i mediocri, per che cosa poi se non è manco detto che ce la farai nel tuo intento? certo dico io posso pure registrare un fallimento ma almeno avrò la gioia di aver tentato, di aver capito quali sono i miei limiti, o i miei punti di forza, o di aver capito che se mi sarei impegnata di più forse ce l'avrei potuta fare. E magari capisco di aver solo incanalato male le mie forze e quindi, capito l'errore, riparto da zero e cerco di incanalare le mie energie e forze verso una direzione più efficace e produttiva, concretamente parlando.

I mediocri che non accettano nemmeno i limiti dei propri figli e invece di stare accanto a questi ragazzi e far loro capire che sono in ogni caso AMATI per come sono e quello che sono, non fanno che criticarli, giudicarli e condannarli. Se uno viene criticato, giudicato già dalla propria famiglia come può accettarse sè stesso e i propri limiti?
La famiglia è il trampolino di lancio, la società è là fuori che aspetta solo di sbranarci al minimo errore o alla minima debolezza, se abbiamo una famiglia che ci ama possiamo anche avere un po' più di energia per affrontare le difficoltà del mondo esterno, ma se il mondo esterno a partire dagli insegnanti, non fa che schiacciarci e sbatterci in faccia i limiti più evidenti, come può una persona che sia invalida o no essere serena? come fa lo stesso individuo a non vedere solo i propri limiti e a vedere solo il proprio handicap e a esserne talmente condizionato da sentirsi in primis un handicappato? in primis di essere persona, di essere bambino o allievo o amico e compagno di giochi?
Ricordo che IO ero solo una bambina, la prima volta che ho visto un handicappato in carrozzella lo fissavo, per me era un handicappato e basta, un poveretto, lo ammetto, ma non vi sto a dire cosa mi disse mia madre me ne disse di tutti i colori, mi sgridò assai, quella per me fu una lezione di vita, una lezione di amore per il prossimo per quello che è.

12/11/2004 9:34
Paola
n.a.

Ciao Romana,
la tua risposta per me è stata molto bella stavolta non rispondo subito perché non è una risposta da liquidare in modo semplicistico e con due sole parole, come si usa in questi casi, di sufficenza, nè da parte mia in quanto soggetto audioleso e nemmeno da parte delle persone normodotate. Merita invece particolare attenzione quindi Romana, grazie per aver "preteso" delle risposte concrete (la tua domanda è molto concreta quindi merita risposte concrete) e quindi hai preteso che chi ti risponde razionalizzi quanto ha nel suo inconscio, quanto ritiene ormai ovvio, anche se a parole non lo si sa spiegare.
Scusami se ti faccio una domanda a mia volta, ma secondo te noi invalidi mettiamo davvero voi normodotati in condizione di vederci diversi? Se si, come? (sempre ovviamente mi riferisco alla maggioranza delle persone) NON faccio di tutta l'erba un fascio, ma non è possibile, in questa sede, stare a questuare, e a puntualizzare su nomi e situazioni anche troppo specificamente individuali, quindi per una questione di praticità mi soffermo a parlare di una ipotetica maggioranza di normodotati e una ipotetica maggioranza di invalidi.
Purtroppo mi rendo pure conto che non è bella la spiaggia che sto facendo io, di qua i normodotati, di la gli invalidi (come di qui sta il mare, di là la terraferma), ma se davvero vogliamo parlare del nostro modo di vedere gli invalidi e del nostro modo di vedere i normodotati, a me serve questa brutta divisione, che a parole in verità non si ammette mai, ma di fatto è cosi.

Io cerco, appena conosco una persona, di mettere davanti il mio handicap di modo che questo non perda tempo a farsi inutili domande e a darsi risposte per la maggior parte delle volte, sbagliate; le risposte sul perché parlo cosi e fisso cosi le persone le do subito io, diciamo che pongo subito a chi mi è accanto gli strumenti per comunicare con me, gli dico che mi basta che mi si guardi in faccia e che non si stupisca se lo fisso quando mi parla.
Questo è il MIO personalissimo caso, la MIA situazione e il MIO modo di atteggiarmi.
Penso anche che dipenda dalla mia infanzia, è stata davvero felice e questo mi ha permesso di avere le "armi" per crescere e resistere anche quando i compagni della scuola superiore mi emarginavano perché io sono sorda, e mi dicevano a voce che non era vero, io ci credevo, volevo credere con tutte le mie forze che ero io a sbagliare, che i compagni mi volevano bene... fino a quando l'insegnante di eucazione fisica chiese loro nel modo più candido possibile, quindi senza rivolgere loro un'accusa, il perché mi ignorassero. Certo questa domanda non cambiò il loro modo di verdermi, ma confermò in me che non ero io la pazza a pensare che gli altri vedessero in me la diversa. Secondo i professori solo il fatto che io fossi sorda rendeva impossibile la mia prosecuzione negli studi e quindi mi dovevo fermare, queste parole le dissero fin dai primissimi giorni di scuola a mia mamma, questa tempistica per dirti Romana che non mi davano nemmeno il tempo di conoscermi, che in me vedevano la sordità, null'altro.

Solo all'Università mi hanno vista come allieva, partecipavo alle lezioni, chiedevo ai ragazzi di lasciarmi il posto davanti e lo avevo quasi sempre e i professori mentre parlavano mi guardavano per cercare nei miei occhi la conferma che stessi seguendo la lezione. Persino quando mi sono sposata ho trovato un prete favoloso, durante la cerimonia non faceva che preoccuparsi di guardarmi, la predica l'ha detta girato verso di me.
Quindi per la mia esperienza ho avuto un'infanzia felice e "solo" durante gli anni di medie e superiori ho trovato queste difficoltà legate all'ignoranza sull'handicap e l'handicappato.
Ora posso dirti che non mi interessa degli altri (in generale) più di quanto io interessi a loro, prima elemosinavo le amicizie, ora le seleziono e forse troppo; ma sinceramente non so che farmene di amicizie superficiali, non mi danno nulla. E poi io per la mia natura non riesco a mantenere amicizia con gente (come in questi anni sta accadendo) che mi parla solo di abiti firmati o di oggettistica d'oro. Mi piace molto di più parlare di commenti su film, oppure di politica, oppure di fatti di cronaca, o di un documentario, o della famiglia.
Un bacio e scusate per avervi annoiati
Paola

07/11/2004 18:24
Don Johnson
n.a.

Più carino? Ok, accetti un invito a cena?

06/11/2004 21:34
romana
romarcoemme@libero.it

Carissima Paola, avevo capito molto bene cosa tu volessi intendere con la tua riflessione, quello io che volevo dirti è semplicemente che a volte troviamo anche molta diffidenza da parte vostra, nei confronti di chi invece vorrebbe starvi vicino. Per questo ti chiedo di insegnarci a vedere nel modo giusto le vostre difficoltà... credimi, a volte è la paura di sbagliare a farci commettere tanti errori, la paura di dire cose che in qualche modo possano ferire. Anche per noi non è così facile: allora ti invito nuovamnete ad aiutarmi, ad aiutare tutti a vedere in voi quella ragazzina, quella allieva, quella donna come una persona. Ti abbraccio Romana

06/11/2004 21:16
romana
romarcoemme@libero.it

a Don Johnson: solo il fatto che ti sei disturbato a scrivermi che del mio parere non te importa un fico secco, per me significa che in qualche modo la cosa ti ha invece toccato..... ciao e cerca di essere più carino col prossimo.

04/11/2004 20:36
Paola
n.a.

chiaramente, prendi me come esempio, io sono adulta ormai il mio cammino di logopedia l'ho terminato
e ora chi mi sta accanto non deve fare NULLA di concreto per me come invece han dovuto fare i miei genitori (mio marito ad esempio mica ha dovuto farmi rieducazione a volte facciamo un po' di bocca schermata ma così per esercizio, ma il grosso, il lavoro vero, lo hanno fatto i miei, quindi ora la gente può vedere in me una donna, una persona bella o brutta, simpatica o antipatica ma una persona come tutti gli altri.
Purtroppo la nostra comunità (mi riferisco a molte persone non a tutte) dice che siamo tutti uguali, ma credo che la maggior parte di chi lo dice in verità non lo pensa e ci tratta da diversi, e mi rendo conto pure manco con cattiveria, eppure ci tratta da diversi e questo penso sia un ostacolo molto grosso.
Un conto è se uno ti dice non ti voglio perché sei sordo questo lo accetto, è una scelta come un'altra e noi siamo tutti liberi di scegliere, ma non sopporto se uno finge di accettarmi e quindi mi fa capire di essere del suo gruppo e poi in verità appena giro le spalle dice agli altri lasciamo perdere quella è sorda...
un abbraccio
Paola

04/11/2004 20:29
Paola
n.a.

.... aiutami a trovare gli occhiali più adatti per non vederlo in modo distorto..... un abbraccio.
Romana questa è la tua risposta
però attenta
ho scritto queste parole e ora te le inserisco in un contesto molto pratico
io sono sorda ma a scuola ho trovato un'insegnante che in me, di me, vedeva SOLO la sordità, fu una sola ma peccato fosse di matematica, una materia importante, sicuramente se fosse stata di arte avrebbe fatto meno danni su di me capisci?
questa mi ha portato a odiare la matematica, questa donna ad ogni mio intervento mi liquidava dicendomi che non dovevo parlare con lei ma con quella di sostegno capisci?
non aveva mai pensato a me come alunna, come ragazzina, come persona, ma solo come sorda e handicappata
insomma aveva una visione delle cose un po' troppo restrittiva e purtroppo sono tante le persone che hanno questa visione delle cose

un altro paragone se tu vedi una BELLA persona (uomo o donna è indifferente) ben vestito, elegante profumato etc e poi scendi con lo sguardo e vedi che la giacca ha uno strappo la gente che fa di solito?
non vede più nulla, fissa lo strappo, non osserva più l'insieme della persona ma solo il buco che per errore si è fatto nella giacca, invece di dire che bella persona bhe si ha uno strappo ma nell'insieme è assai curata
nossignori nella persona cominci a cercare solo i difetti, perché è idea comune che uno strappetto sia sinonimo di sciatteria, e cerchi solo quello che può far sembrare sciatta la persona (quindi dare a te stessa e confermare l'idea di persona falsamente curata) e concludi dicendoti bhe si vede in apparenza è ben tenuta ma ha chesso io le scarpe non sono stralucide e via discorrendo....
queste sono le MIE riflessioni
un abbraccio
Paola

03/11/2004 16:33
Don Johnson
n.a.

Cosa ti devo dire? E' colpa mia se ti manca il senso dell'umorismo? Tra l'altro della tua opinione su di me non mi interessa proprio niente.

02/11/2004 16:48
romana
romarcoemme@libero.it

A Don Johnson: il tuo spirito è davvero fuori luogo; lo fai o lo sei?!?!? ... insomma, non pensi mai che per qualcuno, quello che per te è banale o ridicolo è davvero importante??? Posso capire che tu voglia sdrammatizzare ma a volte sei davvero insopportabile..... perchè questo tuo modo di fare così burbero?!? Non mi sai dire qualcosa di più confortevole e/o sensato di questa tua stupida e banale battuta. fra l'altro nemmeno originale.... ciao romana

31/10/2004 17:53
Don Johnson
n.a.

uhm.. lenti polaroid?

30/10/2004 16:49
romana
romarcoemme@libero.it

.... aiutami a trovare gli occhiali più adatti per non vederlo in modo distorto.....
un abbraccio.

28/10/2004 16:52
Paola
n.a.

RIFLESSIONE:
"l'handicap non sta negli occhi di chi lo vive, ma di chi lo vede"
ciao
Paola

23/10/2004 18:28
romana
romarcoemme@libero.it

... perchè no. Non so come, non so quando, ma sono certa che in qualche modo si possa fare. Mi pare che tu abiti a Milano. Dove? Sai io sono originaria di Milano. Lì abitano ancora i miei genitori in Via dell'Aprica, zona Farini. Tu dove abiti? Un pochino il cuore è rimasto lì però, se devo essere sincera, quando vengo a trovare i miei, mi sento un po' persa, non è più la città della mia infanzia dove tutto era meraviglioso .. o per lo meno, così è rimasti nei miei ricordi. Dai, se riusciamo a combinare mi piacerebbe un sacco. Rimaniamo in contatto.... cioaoooooooooooo

22/10/2004 16:24
paola
n.a.

Cara Romana evviva allora so' proprio contenta, tu e il ragazzo siete dunque a CAVALLO, l'entusiasmo è la "medicina" e il rimedio migliore a tutto sai?
quindi evviva a te e al ragazzo

senti ma potremmo mica conoscerci un giorno?
a me farebbe molto piacere, comunque come vuoi e se ti fa piacere naturalmente
un caro saluto
Paola

22/10/2004 11:32
romana
romarcoemme@libero.it

... mi spiace averti dato questa impressione. L'entusiasmo non manca, la volontà neppure.. diciamo che ora che sono all'opera mi sento ancora più coinvolta e presa ma lo spirito non è cambiato. Vuoi dire che sembro già piuttosto stanca? Bhè di energie ne occorrono molte ma mi sento sostenuta da amici competenti che ho incontrato proprio qui al Forum ... ora ci sei anche tu di conseguenza la squadra si rimpolpa e io mi carico.... L'unione fa la forza, dice un vecchio saggio, e io conto sulla vostra amicizia e collaborazione, certa che nei momenti di difficoltà mi posso rivolgere a voi, a qualcuno che sa darmi i consigli giusti o che mi sa indirizzare verso luoghi o persone giuste. DICI POCO???
un GRANDISSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSIMO GRAZIE A TUTTI VOI CHE LEGGETE QUESTO MESSAGGIO E CHE IN QUALCHE MODO CONTRIBUITE A FARE IN MODO CHE LE MIE CIAMBELLE ESCANO COL BUCO "ah, ah". Un bacione.

20/10/2004 16:03
Paola
n.a.

Ciao Romana mi fa piacere quello che scrivi ma...
tiratina di orecchie mi pare tu abbia perso un po' di entusiasmo strada facendo
torna indietro e recuperalo nehhhh
fai la brava mica per me, ma per te e il ragazzo
capisco cosa sia insegnare e spesso smonta un po' perché ci si aspetta entusiasmo e collaborazione a certi livelli e di un certo tipo poi a volte l'interessato non ha l'entusiasmo di imparare come lo ha chi insegna ma non perdere entusiasmo neh...
eccomi qui oggi faccio una fatica bestiale a connettermi ma oggi sono qui devo rubacchiare il pc ma oggi è rubacchiato
cara Romana davvero facci sapere non l'identità del ragazzo piuttosto come procede l'anno scolastico non mi interessano i voti (quelli al massimo me li gioco al lotto :-)) ma proprio l'andamento in generale
puoi?
un abbraccio grande
Paola

12/10/2004 10:43
romana
romarcoemme@libero.it

bentornata Paola. Anch'io manco da un po' di tempo ma ora eccomi qui.
Ho cominciato l'anno scolastico con grande emozione ma devo dire che in linea di massima va tutto bene. A. è un ragazzo sveglio ed è come tutti gli altri studenti: ha i suoi alti e bassi e ci sono materie che preferisce rispetto ad altre. Comunque fra noi si è instaurato un buon rapporto e a scuola lo vedo sereno e rilassato. Per quanto riguarda i limiti, bhè, sai che non ci ho mai pensato? quando sono vicino a lui tutto succede con estrema naturalezza, ai suoi limiti non penso proprio, diciamo che penso piuttosto ai miei e che è da lui, da voi, dal Dottor Pirelli che posso IMPARARE A SUPERARLI. alla prossima Romana

02/10/2004 19:28
Paola
pao1970@yahoo.it

PER Romana
scusami Romana per un po' di tempo non ho potuto connettermi a internet
scusami non ti ho abbandonata è che credevo fosse possibile per me avere presto l'accesso al PC così non ho detto nulla a nessuno in verità per lungo tempo non ho avuto il PC e ora rieccomi quiiiiiiiiiiiiiiiii
felici no?
eh beh scusate una domanda
SE IO NON CI SONO CON CHI LITIGATE?
eh insomma un po' di maretta non fa mica male no?
eddai scherzo come sempre
spero che qui vada tutto bene per tutti voi
e per Romana mi raccomando dacci notizie come è andato l'inserimento scolastico?
dicci tutto se è andato bene ma io sono sicurissimissima di si o se avete avuto difficoltà e quali
mi spiace non aver potuto scrivere uffina mi spiace assai
mi raccomando però sono con te
non pensare ai suoi limiti neh
pensa ai suoi punti di forza se pensi ai limiti non combini nulla davvero ti fermi subito ti vengono a pesare troppo i suoi limiti
se è un ragazzo aperto socievole e curioso è fattaaaaaaaaaaaaaaa
dai dicci che tipo è il ragazzo se è sereno se appunto è socievole
aspetto tue news
un abbraccio
Paola

11/09/2004 17:36
Giuliano Pirelli
giuliano.pirelli@jrc.it

Romana, cerchi una parola di incoraggiamento...
CORAGGIO!!! SEI SULLA BUONA STRADA!!!
Sei certamente una ragazza sensibile, un'insegnante in gamba.
Andrà tutto bene.
La cosa principale è la tua disponibilità: e la stai dimostrando in pieno.
Tante altre cose si aggiusteranno via via, tanti problemi potranno essere superati a poco a poco, avrai diritto di sbagliare, di tornare indietro, di correggere il tiro.
Ma ciò che conta è che il ragazzo ti senta dal lato suo, che vi siate già visti, che stiate imparando a comunicare tra di voi al meglio. Mostrargli l'aula prima delle lezione è stata certamente una buona idea, via via te ne verranno altre.
Comunque, se i colleghi ed i superiori collaboreranno o quanto meno non ti ostacoleranno, ricorda a tutti che il tuo ruolo NON è di SOSTEGNO AL RAGAZZO sordo, bensì di SOSTEGNO ALLA CLASSE in cui c'è un ragazzo sordo. Sono GLI ALTRI che devono comprendere una situazione nuova, adattarsi ad essa ed essere aiutati da te per sviluppare approcci differenti che valorizzino una risorsa nuova, come quella della presenza di un ragazzo con caratteristiche comunicative diverse, esperienze specifiche significative, CAPACITA' DIFFERENTI spesso maggiori (arti grafiche, memoria visiva, per esempio) che può condividere con tutti.

11/09/2004 16:08
romana
romarcoemme@libero.it

Mancano due giorni all'inizio della scuola e sono molto emozionata. E' come se fossi io l'alunna che deve affrontare questo giorno così importante, in cui conoscerò una nuova scuola, dei nuovi compagni, nuovi insegnanti e una nuova docente di sostegno.
Ho già conosciuto XXXXX, il ragazzo audioleso che seguirò; l'ho fatto venire a scuola per fargli conoscere l'ambiente: il primo giorno sarà già frastornato dalla confusione così ho pensato di agevolarlo almeno sotto questo aspetto. Speriamo di piacergli (non in senso fisisco, intendiamoci).
Dove sei finita Paola? mi piacerebbe ricevere un messggio di incoraggiamenteo da parte tua. Un grazie anche a Giuliano Pirelli che mi è stato d'aiuto in questi ultimi giorni.
Incrociamo le dita e ne approfitto per fare un augurio di Buon anno scolastico a tutti gli studenti che si apprestano a cominciare la scuola e, in modo particolare, a chi si trova in situazioni svantaggiate: coraggio, fate sentire la vostra voce e aiutate i vostri insegnanti, specie quelli di sostegno, affinchè possano lavorare al meglio per voi.
Vi abbraccio con affetto, Romana.

09/09/2004 16:37
anonimo
n.a.

ROMANAAAAAAAAAAAA
ohibò mamma mia vuoi farci scappare tutti quanti a gambe levate?
guarda che le questioni che hai sollevato son mica da forum sono da FACCIA A FACCIA
cioé se davvero ti fa piacere penso sarebbe un'ottima soluzione quella di incontrarci di persona no??????

comunque non mi sono MAI fatta remore di dire a una persona uomo donna amico amica fidanzato e potenziale fidanzato che sono sorda
ma scherziamo?
che mi costa dire che sono sorda?
nulla ed evito un sacco di tempo a far capire all'altro il mio problema (la maggior parte mi chede se sono straniera uffà sono italianissima ioooooooooooo)

scusa secondo me fagli apprendere la musicalità della voce delle parole e anche della musica che i ragazzini ascoltano così tanto
certo che non ci capirà una mazza però serve per tenere vivi gli stimoli e l'interesse culturale in senso generico.
Che vada al cinema
imparerà a guardare il film non dalle parole (bhe meglio evitare i film dove ci sono processi e arringhe questi sono proprio arabo per noi)
ma del resto dalle altre cose tipiche dei coetanei non deve restare tagliato fuori

28/08/2004 16:53
Romana
romarcoemme@libero.it

...hai proprio ragione Daniele, quello è sicuramente un altro aspetto da non sottovalutare. Grazie. romana

26/08/2004 22:56
Daniele Tosti
n.a.

Per esperienza personale, dico subito a Romana che i sordi al cinema è difficile che ci vadano, salvo che si avveri una qualunque di queste condizioni: film sottotitolati, cartoni animati, film anni '20, gag di Benny Hill oppure commedia all'italiana anni '70 ("quel gran bel pezzo dell'ubalda tutta..." o "l'allenatore nel pallone" per intenderci). Per quanto riguarda l'amore, beh, l'altra persona se ne accorge da sola che non ci sentiamo (a meno di non andare a cuccare su internet, ma e' un altra storia). Per il resto, la mia vita è come quella delle altre persone... anzi, molti mi invidiano perchè non sono obbligato a sentire certe fesserie (da talamo coniugale soprattutto).

Colgo l'occasione per darti un suggerimento, cara Romana. Non basta lavorare sul giovane audioleso, ma devi intortarti l'intera sua classe in modo tale che essa riesca a costruire una relazione col tuo paziente che vada oltre il semplice orario scolastico, perche' una parte delle difficoltà nello studiare sono legate alla classe in cui si trova. L'operazione è ben piu' facile di quel che pensi, devi solo prendere a parte i suoi compagni di tipo "alfa" e farli ragionare un po'... ;-)

25/08/2004 21:20
Romana
romarcoemme@libero.it

... quando non studiava non ammetteva mai il suo scarso impegno ma era sempre colpa di qualcun altro; questo caso mi è stato assegnato da un giorno all'altro e le difficoltà non sono state poche da entrambe le parti. Ci ho messo più di tre mesi per capire quali fossero le reali difficoltà e quanto la ragazza sentisse (aveva subito un intervento e portava un apparecchio acustico.
Proprio per la impotenza che ho provato per non poter aiutare in modo adeguato e tempestivo questa alunna, ora non voglio ripetere lo stesso errore specie con un giovane che,a quanto pare, ha scelto di venire a scuola perchè ama lo studio e vuole imparare cose nuove. Mi sembrerebbe una crudeltà non dargli questa opportunità e dargliela nel modo meno complicato possibile.

Ecco perchè sono entrata nel forum, per imparare tutto da chi ha vissuto in prima persona questi problemi, da chi può aiutarmi a nonfare gli errori che hanno visto fare dai loro docenti quando erano loro fra i banchi di scuola. I libri scrivono tante cose ed è giusto leggerli ma prima di riuscire ad applicare tutte quelle teorie nella maniera ottimale,quanti errori siamo costretti a fare e quanti di questi possono essere irrimediabili con un ragazzo adolescente e disabile. Già l'adolescenza è una fase della vita difficile per un giovane (lo sappiamo tutti perchè tutti lo siamo stati) posso immaginare quali conflitti possa aggiungersi ad un ragazzo che è anche in difficoltà!
Sto sbagliando? Ditemelo voi, forse sono esagerata? Magari, lo vorrei davvero. Vorrei sentirmi dire che per un sordo la vita è come per qualsiasi altra persona, che tutto sommato non sentire le stupidaggini che si dicono in giro forse è meglio non udire. Ditemi che non avete mai avuto nessuna difficoltà, che quando vi siete innamorati di una persona udente non avete avuto nessuna remora a dirle che voi non sentivate. Ditemi che andate tranquillamente al cinema con chiunque, allora ammetterò che sto prendendo questo caso troppo a cuore. Grazie. Romana

25/08/2004 20:53
Romana
romarcoemme@ibero.it

ciao, sono tornata. Ho visto che durante la mia assenza avete anche parlato di me: mi piace essere al centro dell'attenzione (scherzo). Vi dirò che mi siete mancati tutti e che vi ho anche pensato con affetto; ho macinato le informazioni che mi avete dato e che mi sono state molto utili. Proprio oggi ho avuto un Colloquio con la mamma di X (privacy) che è molto preoccupata per l'inserimento di suo figlio nelle scuole superiori. Non è facile tranquillizzare una mamma circa il futuro del proprio ragazzo audioleso...
I vs. genitori come hanno vissuto la vostra disabilità, vi hanno angosciato, vi hanno fatto crescere serenamente o vi hanno soffocato? Siete a vs. volta genitori oggi come oggi? Non vi faccio queste domande per farmi gli affari vs. ma proprio perchè è indispensabile farmi un'idea di come si possa affrontare all'interno di una famiglia, la presenza di un figlio audioleso, di quali consigli si possono suggerire per aiutare questi genitori.
Mi sono rivolta a voi fin da principio perchè, come qualcuno ha capito, io credo che nessuno meglio di voi possa dare suggerimenti per vivere e far vivere in piena serenità un ragazzo sordo. Prima di essere un'insegnante sono una educatrice e come tale il mio primo obiettivo è quello di far crescere in autonomia, gioia e integrazione ciascuno dei miei ragazzi.
A cosa serve conoscere Dante se in mezzo alla gente ti nascondi a causa del tuo handicap, se non sai convivere con esso, se non lo sai gestire,affrontare. Non è il mio primo caso di alunno sordo (rispondo così a chi lo ha affermato; anni addietro, quando non ero insegnante di sotegno, avevo un'allieva che, nonostante fosse sorda, diceva di sentire (non so cosa esattamente) quando la chiamavo; questo grazie al mio tono piuttosto basso che lei riusciva a captare. Mi accorsi che per lei ero un pò speciale e ancora oggi, quando ci incontriamo leggo la gioia nei suoi occhi. Poi ne ho avuta un'altra, una un pò furbetta che sfruttava un po' il suo handicap. Continua

08/07/2004 12:41
Paola
n.a.

> Diciamola una buona volta:
> equivocare fra curiosità e voglia di studiare è una subdola truffa istituzionale.
> Essere curiosi e avere voglia di studiare sono due cose ben diverse:
> la curiosità non implica fatica mentale, lo studio sì.
> Studiare significa doversi concentrare su cose astratte, spesso lontane
> dalla propria esperienza personale, e sforzarsi di capirle e ricordarle.
> Non è quasi mai una cosa divertente, e non c'è da stupirsi
> che sia un ottimo antidoto alla curiosità.

ho riflettuto su queste cose che hai scritto
in parte è vero, ma scusa la scuola non serve a STIMOLARE la curiosità per conoscere?
La scuola non dovrebbe per l'appunto fornire gli strumenti in base all'età di ciascuno, alle potenzialità degli individui, affinché ciascuno possa apprendere nel modo migliore e meno scioccante possibile?
Certo pensa che certi insegnanti, e io ne ho avuta una così, una PESSIMA insegnante, si limitano a credere che noi siamo solo delle scatolette vuote e come questa fanno il possibile per ficcarci il più nozioni possibile in testa, ovvio che TUTTI i ragazzini scegliessero, davanti a questo atteggiamento, la via di fuga...
Quindi il METODO di insegnamento è fondamentale, e credo stia qui la bravura degli insegnanti.
ciao
P
Paola

08/07/2004 12:14
Geooorge
geooorge@wooow.it

Paola ha scritto:
> io ho conosciuto diversi ragazzini sordi e tutti erano curiosi per natura
> come lo sono tutti i ragazzini del mondo

Diciamola una buona volta: equivocare fra curiosità e voglia di studiare è una subdola truffa istituzionale. Essere curiosi e avere voglia di studiare sono due cose ben diverse: la curiosità non implica fatica mentale, lo studio sì. Studiare significa doversi concentrare su cose astratte, spesso lontane dalla propria esperienza personale, e sforzarsi di capirle e ricordarle. Non è quasi mai una cosa divertente, e non c'è da stupirsi che sia un ottimo antidoto alla curiosità.

> (bhe pensa a quando un ragazzino comincia a tempestare i genitori
> con i suoi PERCHE')

Quel ragazzino si illude di capire le cose senza fare sforzi mentali. E' facile essere così all'asilo e alle elementari, con quell'esame di quinta in cui promuovono tutti anche se fanno scena muta. Ma dalle medie in poi sarà presto un'altra musica.

> Poi ho conosciuto adulti sordi e purtroppo a questi la curiosità di conoscere
> era stata ormai distrutta

Ecco. Ma non solo nei sordi avviene questo. Se gli adulti (udenti e sordi) non sembrano più curiosi come i bambini è perché le cose che davvero li incuriosivano le hanno già apprese, e hanno capito che il resto o non è alla loro portata o non gli serve.

> e Romana (...) credo abbia scritto qui per avere i NOSTRI pareri
> di persone sorde...

Probabile. Ma poi servono strumenti educativi e non semplici pareri o altre chiacchierate che lasciano il tempo che trovano. Quanta gente ha abbandonato il forum perché si è accorta che le chiacchiere non servono a niente?
Bye.
Geooorge

08/07/2004 9:52
Paola
n.a.

> Romana si accorgerà presto che la maggioranza dei sordi ha dei
> grossissimi problemi a scuola e ben poca voglia o capacità di studiare da soli....

no questo non è vero io ho conosciuto diversi ragazzini sordi e tutti erano curiosi per natura come lo sono tutti i ragazzini del mondo (bhe pensa a quando un ragazzino comincia a tempestare i genitori con i suoi PERCHE') solo che la curiosità dei ragazzini non va mai frenata, anzi va stimolata e bisogna farlo nel modo giusto, non bisogna liquidare i ragazzini con risposte dette in fretta e furia... ma dare il più possibile risposte esaurienti e complete
Poi ho conosciuto adulti sordi e purtroppo a questi la curiosità di conoscere era stata ormai distrutta, dipende dal percorso formativo e informativo che hanno fatto, da genitori e da insegnanti...
Non do colpe, ognuno lavora come ritiene meglio, ma Romana vedo che ha tutte le carte per farcela a "istruire" il ragazzino come desidera e secondo il programma che si è prefissata.

e Romana più che per avere una marea di libri (bibliografia) credo abbia scritto qui per avere i NOSTRI pareri di persone sorde...
non si è rivolta a un forum che parla ad esempio di calcio, e nemmeno a un forum di normali discussioni tra insegnanti...
Voleva, credo, una NOSTRA opinione basata sulla NOSTRA esperienza diretta.

Cara Romana vedi tu che tipo è il ragazzino
non ti spaventare prima di iniziare il cammino...
di volta in volta vedi come reagisce alle informazioni che gli dai... per esempio se scegliere un percorso didattico piuttosto che un altro perché possa apprendere bene.
Ma di sicuro il tuo attuale atteggiamento è più che positivo.
ciaoooo
Paola
PS buone vacanze

08/07/2004 3:15
Geooorge
geooorge@wooow.it

Don Johnson ha scritto:
> Strano, sembra che in quel manualetto ci siano tutte le soluzioni per Romana,
> il bambino sordo e il suo futuro.

Naturalmente lì non ci sono tutte le soluzioni, e neanche la maggior parte. Ma quello è, secondo me, il miglior libro di fonetica per le sue necessità. Infatti un'insegnante di sostegno di un bambino sordo non può permettersi di non avere cognizioni sufficienti di fonetica. Per altri argomenti, e in particolare per la logopedia (con cenni sulla LIS), Romana potrebbe leggersi anche:
- Massoni, Maragna, Manuale di logopedia per bambini sordi, ed. Franco Angeli, (formato e prezzo simili). I capitoli di cui le consiglio la lettura sono: 1. I metodi riabilitativi, 3. Il bambino impara a parlare, 5. Il bambino va a scuola

> Da qualche parte bisognerà pur iniziare, anzi, tanto di cappello a Romana
> che ha il desiderio di apprendere e informarsi.

Certo, tanto di cappello a Romana, ma sarebbe stato meglio per tutti che le avessero dato (a lei e agli altri insegnanti di sostegno) una formazione didattica più completa.

> Appunto, visto che non hai nessuna esperienza di padre,
> non sei qualificato per dare giudizi.

Purtroppo io ho un'esperienza di figlio, visto che mio padre era udente mentre io sono sordo. Ed è dal mio punto di vista di sordo che certi atteggiamenti mi terrorizzano, a cominciare dai tuoi. Romana si accorgerà presto che la maggioranza dei sordi ha dei grossissimi problemi a scuola e ben poca voglia o capacità di studiare da soli, altro che farla facile come l'hai messa giù tu.
[...]
Bye.
Geooorge

07/07/2004 23:38
Don Johnson
n.a.

> L'urgenza è dovuta al fatto che, dovendo tu occuparti di un allievo audioleso,
> non potresti farlo bene senza aver letto almeno quel manualetto,
> che pur fornendo molte nozioni utili, è scritto in modo chiaro e non prolisso.
> Tutte le note emozionali accessorie che puoi percepire (a ragione o a torto)
> nei miei interventi, hanno ben poca importanza rispetto a ciò.

Strano, sembra che in quel manualetto ci siano tutte le soluzioni per Romana, il bambino sordo e il suo futuro. Ma dimmi, in codesto libricino c'è scritto anche quale squadra vincerà il prossimo campionato di serie A? Se si, fammelo sapero, corro subito a fare una puntata.

> Mai quanto ti sentirai a disagio, temo, nel tuo compito di aiutare
> un bambino sordo senza averlo mai fatto prima
> (al punto da doverti rivolgere a un forum in rete per avere consigli al riguardo).

Da qualche parte bisognerà pur iniziare, anzi, tanto di cappello a Romana che ha il desiderio di apprendere e informarsi. Sia che lo faccia o meno, lei lo stipendio lo prenderà comunque.

> Purtroppo appaio spesso così perché ho la tendenza a farmi coinvolgere
> in affari che non mi riguardano.
> Vedi: se io fossi il padre di quel bambino, sarei molto preoccupato di sapere
> che l'insegnante di sostegno non ha nessuna esperienza con i sordi.

Appunto, visto che non hai nessuna esperienza di padre, non sei qualificato per dare giudizi.
Ti dice nulla il proverbio: "Da qual pulpito vien la predica?"

> Grazie per il tuo complimento, che però coglie solamente un aspetto della realtà.
[...]

07/07/2004 21:00
Geooorge
geooorge@wooow.it

Romana ha scritto:
> quando mi scrivi che ho urgentemente bisogno di leggere il testo da te indicato...

L'urgenza è dovuta al fatto che, dovendo tu occuparti di un allievo audioleso, non potresti farlo bene senza aver letto almeno quel manualetto, che pur fornendo molte nozioni utili, è scritto in modo chiaro e non prolisso. Tutte le note emozionali accessorie che puoi percepire (a ragione o a torto) nei miei interventi, hanno ben poca importanza rispetto a ciò.

> essere però "ripresa" mi mette molto a disagio.

Mai quanto ti sentirai a disagio, temo, nel tuo compito di aiutare un bambino sordo senza averlo mai fatto prima (al punto da doverti rivolgere a un forum in rete per avere consigli al riguardo).

> Mi sembri piuttosto aggressivo quando ti rivolgi a qualcuno,
> come se ce l'avessi con il mondo.

Purtroppo appaio spesso così perché ho la tendenza a farmi coinvolgere in affari che non mi riguardano.
Vedi: se io fossi il padre di quel bambino, sarei molto preoccupato di sapere che l'insegnante di sostegno non ha nessuna esperienza con i sordi.

> mi sono fatta l'idea che sei un tipetto davvero fuori dal comune
> (in senso positivo).

Grazie per il tuo complimento, che però coglie solamente un aspetto della realtà. Infatti succede spesso che, se uno è fuori dal comune in senso positivo, lo sia anche in senso negativo. Nel mio caso, i miei tratti negativi che emergono molto poco dal vivo, si scatenano invece molto facilmente in rete. Si potrebbe chiamare "sindrome telematica del Dr Jekyll e Mr Hyde"... e non credo che colpisca solo me: noto infatti che DJ è l'acronimo di Dr Jekyll.

> BUONE VACANZE anche a voi.

Divertiti. Ciao.
Geooorge

07/07/2004 19:07
Romana
n.a.

Caro Geoorge, le tue informazioni mi sono utilissime, ti abbraccio per il servizio che mi hai fatto; mi pare però di cogliere una nota di rimprovero quando mi scrivi che ho urgentemente bisogno di leggere il testo da te indicato... mi sono rivolta al vs. forum proprio perchè volevo avere una mano da voi, essere però "ripresa" mi mette molto a disagio. Ho inteso male?
Da quello che posso leggere dal Forum voice mi sembra che ci sono altri che non riescono a capire il tono delle tue affermazioni e non credo che siamo tutti permalosi e superficiali. Mi sembri piuttosto aggressivo quando ti rivolgi a qualcuno, come se ce l'avessi con il mondo. Spero di sbagliarmi perchè mi sono fatta l'idea che sei un tipetto davvero fuori dal comune (in senso positivo).
Per quanto riguarda Paola non posso dire che in così poco tempo si sia instaurata una affinità elettiva, tuttavia ho apprezzato la sua disponibilità come pure i suoi consigli e anche su di lei mi sono fatta un'ottima opinione; per me entrambi siete diventati un punto di riferimento in queste pagine e spero con il tempo di conoscervi meglio. Un abbraccio a tutti e due.
PS: il 12-7 parto per le ferie perciò non mi sentirete per almeno 15 giorni. BUONE VACANZE anche a voi. Spero di risentirvi al mio ritorno. CIAO

05/07/2004 9:31
Paola
n.a.

[..]
PS con Romana non credo sia affinità ma semplicemente discorsi affrontati serenamente, uno scambio di idee pacifissimo e molto molto gradito per quel ceh mi riguarda...
se è vero che gli insegnanti di oggi, la maggioranza purtroppo, si curano poco dei ragazzi con problemini e preferiscono fare gli insegnanti dei geni...
che cavolata... insegnare a chi gia sa non è una soddisfazione...
ciaooo
P

04/07/2004 1:57
Geooorge
geooorge@wooow.it

[..]
> Ti prego Paola di darmi sempre i tuoi consigliucci

Mi sembra che fra voi due ci sia un'affinità elettiva...

> ad me

E questo lo dimostra... /_^
Ciao.
Geooorge

03/07/2004 17:45
Romana
romarcoemme@libero.it

A Paola: ho già contattato la famiglia del ragazzo. Ci siamo incontrati un paio di volte e abbiamo fatto lunghe conversazioni a telefono. Mi sto dando da fare anche in quel senso e li ho coinvolti in questo mio progetto. Sono loro che mi hanno dato l'idirizzo del vs. sito!! Per esperienza, se "conquisti" la famiglia il lavoro è alleggerito perchè di riflesso ti accetta anche lo studente. Speriamo di non deluderli, anzi, QUESTO NON DEVE ACCADERE!!! A me piaccioni molto le persone che, come TE, si permettono di dare consiglucci; è grazie a loro, ai loro suggerimenti, alle loro scoperte e esperienze che si possono evitare errori e partire così avvantaggiati nel ns. lavoro.
Ti prego Paola di darmi sempre i tuoi consigliucci perchè oltre ad me nel mio lavoro, aiutano la scuola a saper accogliere ragazzi audiolesi (in questo caso) offrendo loro il meglio che si possa fare. Credo infine che scambiarsi delle opinioni non possa che arricchire tutti. Ti farò sapere come la casa procederà.
Un Abbraccio a te e a tutti gli altri. Romana

30/06/2004 10:54
Paola
n.a.

RISPONDO A ROMANA
Io con i miei studenti stringo sempre un rapporto che non si esaurisce sui libri di scuola...fra noi si instaura fiducia, confidenza, amicizia ma non intromissione o invadenza.
Se mi sono rivolta a voi è perchè credo che nessuno meglio di voi mi possa aiutare a comprendere cosa di meglio posso offrire a questo alunno all'interno della mia scuola.
[..]

Bravissima anche che non sei invadente e cioé per come ti poni davanti al ragazzo o ragazza complimenti anche per interessarti per tempo a lui nella scuola...
scusa se mi permetto ti darei solo un consigliuccio, hai ragione a dire che ognuno è un caso a sé e quindi è UNICO e per questo ti direi solo di contattare entrambi i genitori prima dell'anno scolastico per conoscerli, conoscere per lo più a grandi linee il contesto familiare in cui vive...
SCUSA se mi sono permessa però penso sia una cosa utile coinvolgere i genitori
PS facci sapere come va
Paola

27/06/2004 20:59
Romana
romarcoemme@libero.it

Sono molto contenta di avere ricevuto risposta alla mia richiesta di aiuto: nel mio messaggio precedente sono stata molto "scarsa" nel dare informazioni: del ragazzo so molto poco e per quanto mi riguarda, posso però dire che sono in sintonia con Don Johnson quando scrive che prima di ogni altra cosa è indispensabile diventare un'amica per questo ragazzo e di mirare, in primo luogo alla sua integrazione e solo successivamente alle sue conoscenze.
Non sono alla mia prima esperienza come docente di sostegno e proprio per questo cerco sempre di "prepararmi" nel corso delle vacanze estive per non trovarmi "sprovveduta" e impreparata sul tipo di Handicap che l'anno successivo dovrò affrontare.
dovete sapere che nonostante gli studi per fare questo lavoro, non si è mai preparati abbastanza: ogni individuo è UNICO e lavorare con un adolescente in un un rapporto uno/uno, non è come avere una classe intera, dove i rapporti rimangono, in genere, più distaccati con la maggior parte degli allievi. Io con i miei studenti stringo sempre un rapporto che non si esaurisce sui libri di scuola... fra noi si instaura fiducia, confidenza, amicizia ma non intromissione o invadenza.
Se mi sono rivolta a voi è perchè credo che nessuno meglio di voi mi possa aiutare a comprendere cosa di meglio posso offrire a questo alunno all'interno della mia scuola.
[..]

24/06/2004 10:16
Paola
n.a.

AUSILI
ecco un sordo, intendo SORDO DALLA NASCITA, o comunque diventato tale in età PRELINGUALE, ha necessità ASSOLUTA di essere informato continuamente su quanto succede intorno a lui o lei.
Prendiamo un bimbo piccolissimo normoudente, questo sente sempre il rumore che so io della porta sbattuta, della mamma che fa buio tirando giù la tapparella (che fa rumore) impara subito che nella vita di tutti i giorni ci sono rumori ricorrenti vedi campanello, citofono etc etc, sente sempre la voce della mamma, del papà, dei nonni, e di tutti quelli che lo circondano anche in verità è così piccino che non parla ancora e non capisce ancora di CHE COSA si stia parlando.
Poi piano piano OGNI GIORNO E IN OGNI ISTANTE DELLA GIORNATA riceve continuamente delle informazioni INDIRETTE cioé NON ha bisogno che la mamma gli dica ecco questo è il suono del campanello o che gli dica questo rumore è la tapparella, lui lo sa lo ha memorizzato, quando la mamma parla con papà e dice per esempio
oggi io e il tato siamo andati ai giardini e poi a fare spesa e ho comprato verdura etc etc
queste frasi il bimbo piano piano le impara e ha una crescita dal punto di vista INFORMATIVO e COGNITIVO armonica
cioé non cresce solo fisicamente in modo spontaneo ma cresce anche la sua informazione e matura il suo apprendimento
da alle cose il giusto nome e quando parla sa che cosa dice e associa la cosa al nome senza difficoltà.
A un bimbo sordo i rumori devono essere spiegati, a un bimbo sordo la mamma deve parlare direttamente e dirgli oggi io e te abbiamo fatto tante cose, siamo andati ai giardini e abbiamo fatto questo e quest'altro...
Quindi l'infanzia (il momento che tutti sanno essere il più delicato e anche il migliore nei termini di apprendimento) di un bimbo sordo, a livello cognitivo deve essere guidata, passo passo...

Ho scritto ste stronzate mica per noi sordi ma per coloro che pensano che
SORDO=SCEMO
in verità
SORDO=ritardo nella ricezione delle informazioni del mondo sonoro
Ciaooo
P

24/06/2004 9:17
Paola
n.a.

ciao DJ
ho capito il tuo punto di vista e io sinceramente sono d'accordo con te, ma nella mia carriera scolastica non ho mai avuto l'opportunità di conoscere e o usare particolari ausili oltre ovviamente alla protesi acustica, pensa te, per tanti anni ho usato la protesi a scatola, le conosci? Comunque pensavo che forse un pochetto queste moderne "diavolerie tecnologiche" potessero agevolare nell'apprendimento, ma appunto non lo so con certezza dato che non li ho mai usati.
Per la MIA esperienza personale ti posso dire solo che per arrivare dove sono adesso ho messo tanto tanto tanto impegno da parte mia e dei miei genitori, ho trovato insegnanti disponibilissimi (e questa è una VERA FORTUNA, mica facile trovare insegnanti che non pensano solo al 27 del mese) e senza particolari ausili ho avuto delle belle soddisfazioni a scuola.
Ciaoooo
Paola

23/06/2004 21:20
Don Johnson
n.a.

Secondo il mio modesto parere la sordità è l'handicap che ha bisogno di meno ausili rispetto a un cieco o a un paraplegico in carrozzina.
Se l'insegnante in questione è piena di buona volontà, perchè dovrebbe dotare di un computer tale bambino?
E' più che sufficiente metterlo al primo banco, porre attenzione alla distanza quando spiega, evitare di parlare mentre scrivere alla lavagna... e via dicendo.
Gli accorgimenti sono TANTI, dipende tutto dalla buona volontà dell'educatore in questione e dall'entità della sordità del bambino (che io non conosco) nonchè dalla scelta dei genitori se educarlo al labiale o alla LIS.
Anzi, è proprio dall'infanzia che dipende tutta l'educazione FUTURA di tale bambino.
Ecco percè io metto sempre al primo posto la capacità di socializzare e di INTEGRARSI coi suoi compagni, piuttosto che apprendere.
Sia chiaro poi che ognuno sceglie la strada che meglio crede, i risultati si vedranno in futuro.

23/06/2004 15:26
Paola
n.a.

> Tuttavia, rimango del parere che Lei dovrà trattare tale fanciullo esattamente
> come una persona NORMALE, senza ausili o postazioni di sorta
> che lo facciano sentire DIVERSO rispetto ai suoi coetanei.

QUESTO è il testo del tuo messaggio.
permettimi di aggiungere un appuntino
il bambino in questione è NON UDENTE
e quindi in gergo si dice NON normale cioè ha delle carenze e difficoltà di tipo oggettivo.
Per questo penso che invece di parlare di discriminazione in classe sia opportuno dargli gli strumenti per imparare.
Ai miei tempi gli insegnanti di sostegno manco sapevo cosa fossero, ma adesso ci sono, bhe se possono aiutare perché rifiutarli?
lo stesso dicasi per un computer o qualunque aiuto ben gestito, e tutti gli strumenti per apprendere ben vengano secondo me se applicati e usati con metodo...
ciao
P

23/06/2004 14:15
Paola
n.a.

DJ scusa ma non escluderei a priori l'aiuto di un computer bisogna vedere in che modo vorrebbe usarlo...
Perché rifiutare l'aiuto di un computer se questo opportunamente adattato può agevolare l'apprendimento di un bambino?
E' vero anche io ho lavorato moltissimo da sola, ma è vero anche che alle superiori mi aiutava moltissimo ascoltare quello che potevo.
Ma non scarterei questa soluzione se può essere d'aiuto...
tu perché scrivi di no? scusa vorrei sapere il tuo parere...
Paola

23/06/2004 12:06
Don Johnson
n.a.

Rispondo all'insegnante.
Io non conosco tale bambino, nè i suoi genitori e il loro modo di educarlo.
Tuttavia, rimango del parere che Lei dovrà trattare tale fanciullo esattamente come un un persona NORMALE, senza ausili o postazioni di sorta che lo facciano sentire DIVERSO rispetto ai suoi coetanei.
Non so che età abbia, ma SOCIALIZZARE è più importante che APPRENDERE nozioni.
Il sottoscritto, oltre ad essere laureato, sta per conseguire anche un master e dal "piccolo" della mia esperienza credo che i sordi, almeno nell'80% dei casi (e soprattutto i più intelligenti e con voglia di FARE) non sono per niente interessati a imparare in CLASSE.
Tendono a studiare DA SOLI, sudando il doppio (ovviamente) cercando di integrare quel POCO che gli insegnanti sono in grado di tramandare. (Già per loro natura non in grado di insegnare ai "normali", figuriamoci ai ragazzi disabili...).
Cara Romana, inizi a diventare sua AMICA e a trattarlo come gli altri, vedrà che otterrà risultati soddisfacenti.

23/06/2004 11:39
Paola
n.a.

Sempre per l'insegnante
mi permetto di dire una MIA impressione personalissima, ho notato che i bambini sordi molti (le eccezioni ci sono sempre) hanno VOGLIA di imparare e a scuola vanno volentieri, credo che il compito degli insegnanti che seguono il bambino o ragazzo sordo sia solo mantenere vivo l'interesse che lui ha già di suo e magari farli toccare con mano quello che ha imparato
per esempio per me erano molto utili le visite al museo e anche le visite alle mostre di quadri dopo aver studiato storia dell'arte.
a presto e ci dia notizie
Paola

23/06/2004 9:56
Paola
n.a.

per l'insegnante

1 complimenti sono pochissime le persone che si interessano davvero ai ragazzi sordi e specie gli insegnanti sto conoscendo ora la scuola dall'altra parte e devo dire che mi delude non poco. Posso capire infatti l'ignoranza sul problema sordità ma NESSUNO l'ammette e nessuno si preoccupa davvero del ragazzo sordo come individuo lo bollano molto rapidamente o come svogliato o come disinteressato o, peggio, come ritardato mentale.
Quindi complimenti sinceri a lei che si preoccupa per tempo del ragazzo che dovrà seguire.

2 vuole un ambiente confortevole davvero?
NIENTE pietismi del tipo poverino, certo bisogna essere consapevoli che ha dei limiti oggettivi maggiori di un normoudente ma davanti a lui affrontatelo sempre col tono del tipo CE LA PUOI FARE come tutti gli altri, forse avrai bisogno di più tempo ma ce la farai. Solo così credo gli darete lo spirito necessario e la GRINTA necessaria a non arrendersi davanti alle prime difficoltà.
E' questo secondo me l'atteggiamento migliore. Per ipotesi questo ragazzo è bravo in italiano e una frana in matematica, fu il mio caso, ho avuto un'insegnante che invece di farmi capire che pur non diventando mai un genio in matematica avrei potuto capire tranquillamente i concetti di base... bhe ho finito per odiare la matematica e i risultati disastrosi...

Come insegnate le dico solo non si spaventi se il ragazzo fa espressioni facciali strane non è pazzo e neanche stranito, solo che dopo ore di lezione in classe in cui un sordo ci mette tutto l'impegno per ascoltare, è normale spesso che faccia delle smorfie e sono solo di stanchezza o semplicemente lui che si autoimpone di stare attento.... non commetta l'errore dei miei insegnanti che avevano capito che io li detestavo o non so che altro avessero capito... ma questo discorso fu affrontato tardi nessuno chiedeva spiegazioni...
e via di fraintendimento in fraintendimento...

13/04/2004 21:57
Giacomo Pirelli
giac_pirelli@hotmail.com

Gentile Piero,
Sono Giacomo, figlio di Giuliano Pirelli che gestisce il sito Voice, e come Samantha ho frequentato il liceo artistico a Varese 3 anni fa. Scusa, sono tornato oggi dalle vacanze pasquali a Ispra (VA).
E' inutile che Samantha deve fare proprio una tesi di tipo universitario e devi aspettare che lei può farla quando lei frequenterà l'università altrimenti ci richiede un anno per farla e un buon italiano.
Guardi che ho fatto una tesina di almeno 10 pagine che era stata sufficiente per la mia presentazione all'esame di maturità. La puoi leggere sul seguente link:
http://voice.jrc.it/forum/giacomo/tesina/_tesina_it.htm
(clicca sulle sezioni come vuoi per avere un'idea) e non preoccuparti troppo di questo anche perché ho messo circa 2 mesi per completarla con un piccolo aiuto di mia amica.
Poi per conoscermi, puoi accedere a:
--> http://voice.jrc.it/forum/foto/giacomo_it.htm

13/04/2004 10:09
Paola
pao1970@yahoo.it

sempre per Samanta
coraggio chi più di un professore dell'università può darti una mano?
questo secondo messaggio per incoraggiarti al passo: non temere di andare in facoltà, prima magari vai solo per fissare un appuntamento e dopo fissato l'appuntamento ci torni per parlare tranquillamente delle linee del tuo progetto; se trovi un professore scorbutico non ti imrpessionare, tenta con un altro, io ne ho trovati di molto molto disponibili in università.
Credo però che sia il VERO aiuto che tu possa ricevere quanto a idea di cosa sia e come si sviluppi una tesi e magari intanto che aspetti parla con ragazzi che si stanno laureando...
e poi lui darà pure una traccia di COME strutturare la ricerca, una bibliografia eccetera
non essere timida! una che vuole fare di più è solo da apprezzare...
di nuovo in bocca al lupo
Paola

13/04/2004 9:55
Paola
pao1970@yahoo.it

per il papà della ragazzina diciottenne
bhe per richiedere questo aiuto potrebbe essere più chiaro?
giusto per sapere almeno l'argomento (o è libero?).
ma magari se Samanta è DAVVERO intenzionata a fare questo se vuole può andare alla facoltà di architettura? o altra facoltà dove può chiedere informazioni a un professore, o almeno una traccia...
per un aiutino più concreto potrebbe aggiungere di cosa tratta la tesina?
Buona fortuna
Paola

11/04/2004 11:27
sordo appena laureato
N/A

Caro Piero, la sua idea e' inutile quanto dannosa, la mente di una ragazzina diciottenne non e' in grado di sopportare il carico di lavoro e stress che una VERA tesi richiede. Lo dico io che mi sono appena laureato...

10/04/2004 8:46
Piero (da Genova)
pillu@libero.it

Mia figlia, Samanta frequenta il liceo artistico e quest'anno affronta la tesina: avete dei consigli da darle su come realizzarla in modo che non risulti una semplice ricerca ma che assomigli il piú possibile ad una vera e propria tesi a prescindere dall'argomento?
SALVATELAAAAAAAAAAAAAAAA!!! Ciao e grazie da un padre riconoscente.

01/03/2004 15:51
Paola
pao1970@yahoo.it

ciao ragazzi,
voglio scrivere qui delle mie riflessioni. Dopo i messaggi di Emanuela e Francesca ho ripensato alla mia vita passata. Io mi sentivo sempre inferiore agli altri fino all'età di 19 anni, mi sono trovata malissimo alla scuola superiore, poi all'Università ho trovato soprattutto TANTE persone e non i soliti 20 della classe e ho avuto modo di confrontarmi con TANTE persone e ragazzi e professori. Questo mi ha dato moltissima autostima, proprio il confrontarmi con tantissima gente e ogni giorno, ho capito che GLI ALTRI non sono dei geni non sempre anche loro devono sudare, ho capito quali erano i MIEI punti di forza e i punti deboli, ho capito che potevo migliorare nei punti deboli, non diventare una cima ma un po' si può...
Sentendomi davvero uguale agli altri ho imparato a non sopravvalutarli e a scegliere IO le mie amicizie e quelli che mi trattavano male, perché sorda, ci passavo oltre senza considerarli...
Insomma all'Università NON mi sono sentita giudicata dagli altri e quando facevo gli esami non avevo le facce dei prof puntate su di me con lo sguardo del tipo "tanto questa non capisce 'na mazza di matematica" (e mi facevano partire l'interrogazione già sfiduciata in partenza, poi non sono diventata una cima in matematica, ma le cose di base le ho acquisite). I pregiudizi. mi sentivo enormemente spinta a dare il meglio di me stessa.
Ecco quello che mi ha dato serenità oltre a questa imparzialità nei giudizi era anche che avendo prima fatto ragioneria e dopo lettere ho acquisito delle conoscenze specifiche in entrambi i campi e a mano a mano che studiavo quello che anni indietro non avevo capito cominciava ad avere una logica sua e il ragionamento filava liscio.
Vi saluto e mi scuso per la lunghezza del messaggio
Paola


Note di navigazione
Mappa
Accessibilità
Copyright
Contatti
inizio pagina