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IDEE
E' difficile capire la realtà islamica per un giovane europeo.
A. Bausani, un grande studioso italiano ha notato che essa "abbraccia
sia la nostra religione sia la nostra politica, è regola di vita,
legge, mentre le mancano le connotazioni sacerdotali-ritualistiche essenziali
della nostra nozione di 'religione'". Per parlare dell'islam è
necessario distinguere almeno tra sunniti e sciiti. In questo capitolo
il riferimento è costituito dall'islam sunnita, quello più
diffuso, che coinvolge circa il 90% dei musulmani attualmente presenti
nel mondo.
Il Corano e
la Sunna
La rivelazione è elemento centrale della religione, da cui
l'importanza riservata al Corano, composto da 114 capitoli chiamati
sure, riunite in ordine decrescente di lunghezza, salvo la
prima che funge da apertura Le differenze di posizione sono importanti,
perché quelle posteriori possono modificare o abrogare le precedenti. |
Il Corano è il primo esempio di prosa in lingua
araba, e questo dice la sua importanza anche dal punto di vista culturale,
linguistico e letterario. Il termine arabo Qur'an significa <<recitazione
a voce alta>>, proclamazione orale prima che testo scritto. Il testo
è stato dettato da Dio a Muhammad (attraverso l'arcangelo Gabriele).
Le grandi riflessioni sulle fonti, sulla storia del testo, sulle varie
interpretazioni possibili, sono prospettive che il pensiero musulmano
fatica a fare proprie perché all'uomo viene lasciato il solo compito
di eseguire quanto vi è contenuto. Da qui l'importanza del diritto
e non invece della <<teologia>>.
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Muhammad si rifaceva costantemente al testo coranico
per regolare e ordinare i rapporti tra i suoi seguaci. Le generazioni
successive hanno continuamente guardato all'esperienza di quegli anni
come al modello insuperato di virtù e di pietà religiosa,
raccogliendo abbondanti testimonianze su quanto il Profeta disse o
fece nelle diverse occasioni, e formando così il complesso
della tradizione (Sunna) che, accanto al Corano, rappresenta
la fonte principale della legge islamica. Più propriamente
la Sunna è il racconto dei fatti della vita del Profeta
(hadit in arabo), supportata da una catena di testimoni attraverso
i quali garantire la trasmissione esatta di ciò che gli accadde.
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Teologia, fede, legge
La prima vera e propria scuola teologica fu quella dei
mu'taziliti, che però venne sommersa dalle confutazioni
e solo recentemente è stata riscoperta nelle sue formulazioni autentiche.
La loro apertura al confronto con la cultura dei popoli conquistati e
con il mondo classico, permise di qualificarla come <<razionalista>>,
cioè troppo disponibile ad usare la ragione nei confronti di Dio
e della rivelazione. Per questo i suoi sostenitori vennero spesso emarginati.
Sopravvivono in parte presso gli sciiti e sono stati ripresi in qualche
misura dal moderno riformismo islamico.
Le fonti della teologia sono soprattutto tre: il Corano,
la Sunna, il consenso dei teologi (o la legge dei giuresperiti,
cioè dei rappresentanti della comunità musulmana, per la
legge). Ultima fonte è il ragionamento condotto sui dati della
tradizione.
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Il Corano e la Sunna non espongono in modo sistematico le
verità nelle quali il musulmano crede. Sono i successivi
testi di teologia e i manuali di diritto islamico ad indicare i
principi del credo: l'esistenza e unicità di Dio; la fede
negli angeli, nei messaggeri divini; la fede nei libri rivelati;
la fede nel Giudizio universale e nella predestinazione. La professione
di fede si fonda su due affermazioni: l'unicità di Dio e
la missione profetica di Muhammad.
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Il consenso (igma') della comunità
dei credenti fu inizialmente quello dei compagni del Profeta, cioè
di coloro che vissero con lui, poi di chi aveva conosciuto questi compagni
e quindi dei seguaci dei seguaci. Scomparsi questi ultimi, rimase la maggioranza
delle scuole giuridiche, degli studiosi (detti anche giuresperiti) più
autorevoli. La legge, sari'a in arabo, riguarda e regola tutta
la vita umana e tutte le attività che la caratterizzano: è
la volontà stessa di Dio. I sunniti hanno dichiarato chiusa l'epoca
del suo studio personale, per cui rimane ora ben poca libertà d'interpretazione.
Il ragionamento, specificamente quello per analogia, cioè per somiglianza
di casi, ha trionfato nelle scuole giuridiche (pur se in misura differente
dall'una all'altra). Esso permette di dedurre da casi simili risposte
a problemi diversi e inediti.
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BOX: I pilastri dell'Islam:
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1. la professione di fede pronunciata di fronte ad alcuni
testimoni, che introduce chi la pronuncia nella comunità
musulmana. La formula è: "Professo che non v'è altro
dio che Dio e che Muhammad è l'Inviato di Dio";
2. la preghiera rituale, cioè
quella che si compie cinque volte al giorno in condizione
di purità e rivolti verso la Mecca;
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3. l'elemosina rituale, che è distinta in donazione
volontaria e vera e propria "tassa" regolata da norme precise;
4. il digiuno nel mese di ramadan, che si compie astenendosi
dal cibo e dalle bevande, così come dai contatti sessuali,
dall'alba al tramonto di ogni giorno, ma non nelle ore notturne;
5. il pellegrinaggio, obbligatorio almeno una volta
nella vita per chi abbia i mezzi per farlo.
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PERSONE
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Muhammad
Il Profeta Muhammad nacque intorno al 570. Figlio di appartenenti
alla tribù dei Coreisciti, era orfano di padre già alla
nascita e perse la madre all'età di sei anni, trovandosi così
sotto la tutela del nonno, capo del clan degli Hascemiti. Alla morte
del nonno venne affidato a uno zio che lo avviò sulla via del
commercio. Una ricca vedova prima gli affidò i suoi traffici
e poi lo sposò, quando il Profeta aveva circa trent'anni. Ricevuta
la Rivelazione, Muhammad la comunicò alle poche persone che
gli erano particolarmente vicine. Verso la fine del 612 il Profeta
avrebbe ricevuto l'ordine (attraverso una visione) di dare avvio alla
sua opera di predicazione del messaggio religioso di cui era divenuto
depositario, incontrando adesioni ma provocando anche conflitti. Certamente
la Scrittura ebriaco-cristiana fu uno dei testi che Muhammad conosceva
e al quale il Corano fa riferimento con una certa frequenza. Alcuni
storici delle religioni occidentali giungono sino a ipotizzare che
costituì una fonte privilegiata nella scrittura stessa del
Corano, ma i musulmani sunniti negano questa prospettiva perché
ritengono la Rivelazione un testo increato, al quale è sconosciuto
ogni intervento di mano o mente umana. |
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Nel 622 fuggì dalla Mecca a Medina. E' la famosa ègira
(<<emigrazione>>) che i musulmani considerano momento
fondamentale della loro storia e dal quale fanno iniziare l'era
islamica e il conseguente conteggio degli anni. Muhammad giunse
a Yattrib (che diverrà poi Medina, la <<città
del Profeta>>) nella seconda metà del settembre 622.
Vi trovò una situazione non facile per lui. Facendo uso della
sua consumata abilità di conoscitore del cuore dell'uomo
e di organizzatore, riuscì ad elaborare l'editto del 623,
nel quale si regolavano i rapporti tra i musulmani emigrati alla
Mecca, quelli originari della città e gli ebrei che vi risiedevano.
E' di rilievo l'indicazione rivolta a tutti e tre i gruppi affinché
non prendessero le armi per combattersi tra loro, privilegiando
invece l'aiuto scambievole in caso di aggressione. Muhammad morì
nel 632, dopo aver compiuto l'ultimo pellegrinaggio alla Mecca.
La religione che aveva fondato era fino ad allora priva delle sue
istituzioni fondamentali, mentre il popolo era ancora legato ad
uno stile di vita che sarebbe presto stato superato. Finita con
lui la funzione profetica, si doveva sostituire la sua autorità
anche nella conduzione della vita pubblica.
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Avicenna
Avicenna è il nome latinizzato di Abu Ali al-Husayn ibn
Abdallàh ibn Sinà, persiano, nato nel 980, divenne famoso
come medico, ma fu anzitutto "un pensatore e un saggio musulmano"
(G. Anawati) che condusse una vita pubblica molto agitata, tanto che
trascorse anche circa quattro mesi in prigione e probabilmente morendo
(probabilmente a seguito di un avvelenamento) nel 428 dall'Egira (1037).
Dotato di un intelletto precoce e vivacissimo, tanto che a sedici
anni era già famoso per i suoi studi medici, fu anche un grande
mistico. Descrisse il passaggio dell'uomo attraverso vari stadi della
vita,a partire da una prima condizione nella quale le persone ricevono
la scienza senza possibilità di ragionare intorno ad essa perché
non ne sono capaci. |
Nella seconda condizione gli uomini sono capaci di capire da soli
la scienza attraverso ragionamenti. Altri ancora possono formulare
domande e risposte e sono in grado di insegnarle ad altri: sono
i maestri. Ancora più in alto stanno coloro che giungono
a livelli di purificazione intellettuale molto elevati, sino alla
conoscenza suprema e all'unione con Dio.
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Averroé
Abu'l-Walìd Muhammad ibn Rushd, Averroé per gli occidentali,
nacque a Cordova nel 1126 e si impegnò subito nello studio
delle scienze islamiche di quel tempo. Visse a corte e ne sopportò
anche le conseguenze negative (sino all'esilio) a causa di alcune
accuse che alcuni fanatici esperti di diritto avevano messo in giro.
Le umiliazioni e i sarcasmi poco a poco si placarono, ma egli si
ritirò a vita privata, prima di morire nel dicembre del 1198.
Il suo pensiero è discusso tra gli studiosi arabi, e per
alcuni è un esempio di miscredenza. Gli si è attribuita
per secoli l'idea della "doppia verità", una valida per i
filosofi e una per il popolo.
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Esiste invece una sola verità, quella sostenuta dal filosofo,
che alla gente comune è comunicata dal Corano attraverso
immagini ad esso comprensibili. Da buon musulmano, egli sostiene
la superiorità della legge religiosa rispetto a quella umana,
tanto che è proprio la sari'a ad assicurare la felicità
ai cittadini e agli abitanti della città. Non a caso, quindi,
lo Stato ideale è quello musulmano, governato dai Califfi.
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Khomeini
Ruhollah M. Khomeini, l'imam che guidò la rivolta
degli sciiti iraniani contro lo scià Reza Pahlevi, era nato nel
1902. Studiò nella città santa di Qom e assistette alla
profanazione della moschea di Fatima ad opera del fondatore della stessa
dinastia dei Pahlevi, Reza Khan, nel 1927. Contrastò sempre con
molta forza l'occidentalizzazione e il conseguente "ammodernamento" dell'Iran,
che provocava gravi problemi sociali. A seguito della sua attività
di opposizione fu arrestato e in seguito esplulso. Dalla Francia egli
fece continuamente giungere discorsi e sostegno a coloro che, dall'interno,
lottavano contro il regime dispotico dei Pahlevi. Nel 1979 lo scià
venne deposto e Khomeini potè insediare una Repubblica islamica.
Il suo ritorno fu salutato da esplosioni di gioia tra gli sciiti. Morì
nel 1990.
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