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Progetto VOICE Scuole
esempi di lezione:

La religione islamica

(testo e immagini proposti dal prof. Sergio De Carli)
Relazioni e sperimentazioni
IDEE

Il Corano e la Sunna
Teologia, fede, legge

PERSONE

Muhammad
Avicenna
Averroé
Khomeini

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IDEE

E' difficile capire la realtà islamica per un giovane europeo. A. Bausani, un grande studioso italiano ha notato che essa "abbraccia sia la nostra religione sia la nostra politica, è regola di vita, legge, mentre le mancano le connotazioni sacerdotali-ritualistiche essenziali della nostra nozione di 'religione'". Per parlare dell'islam è necessario distinguere almeno tra sunniti e sciiti. In questo capitolo il riferimento è costituito dall'islam sunnita, quello più diffuso, che coinvolge circa il 90% dei musulmani attualmente presenti nel mondo.

Il Corano e la Sunna
La rivelazione è elemento centrale della religione, da cui l'importanza riservata al Corano, composto da 114 capitoli chiamati sure, riunite in ordine decrescente di lunghezza, salvo la prima che funge da apertura Le differenze di posizione sono importanti, perché quelle posteriori possono modificare o abrogare le precedenti.

Il Corano è il primo esempio di prosa in lingua araba, e questo dice la sua importanza anche dal punto di vista culturale, linguistico e letterario. Il termine arabo Qur'an significa <<recitazione a voce alta>>, proclamazione orale prima che testo scritto. Il testo è stato dettato da Dio a Muhammad (attraverso l'arcangelo Gabriele). Le grandi riflessioni sulle fonti, sulla storia del testo, sulle varie interpretazioni possibili, sono prospettive che il pensiero musulmano fatica a fare proprie perché all'uomo viene lasciato il solo compito di eseguire quanto vi è contenuto. Da qui l'importanza del diritto e non invece della <<teologia>>.

Muhammad si rifaceva costantemente al testo coranico per regolare e ordinare i rapporti tra i suoi seguaci. Le generazioni successive hanno continuamente guardato all'esperienza di quegli anni come al modello insuperato di virtù e di pietà religiosa, raccogliendo abbondanti testimonianze su quanto il Profeta disse o fece nelle diverse occasioni, e formando così il complesso della tradizione (Sunna) che, accanto al Corano, rappresenta la fonte principale della legge islamica. Più propriamente la Sunna è il racconto dei fatti della vita del Profeta (hadit in arabo), supportata da una catena di testimoni attraverso i quali garantire la trasmissione esatta di ciò che gli accadde.

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Teologia, fede, legge

La prima vera e propria scuola teologica fu quella dei mu'taziliti, che però venne sommersa dalle confutazioni e solo recentemente è stata riscoperta nelle sue formulazioni autentiche. La loro apertura al confronto con la cultura dei popoli conquistati e con il mondo classico, permise di qualificarla come <<razionalista>>, cioè troppo disponibile ad usare la ragione nei confronti di Dio e della rivelazione. Per questo i suoi sostenitori vennero spesso emarginati. Sopravvivono in parte presso gli sciiti e sono stati ripresi in qualche misura dal moderno riformismo islamico.

Le fonti della teologia sono soprattutto tre: il Corano, la Sunna, il consenso dei teologi (o la legge dei giuresperiti, cioè dei rappresentanti della comunità musulmana, per la legge). Ultima fonte è il ragionamento condotto sui dati della tradizione.

Il Corano e la Sunna non espongono in modo sistematico le verità nelle quali il musulmano crede. Sono i successivi testi di teologia e i manuali di diritto islamico ad indicare i principi del credo: l'esistenza e unicità di Dio; la fede negli angeli, nei messaggeri divini; la fede nei libri rivelati; la fede nel Giudizio universale e nella predestinazione. La professione di fede si fonda su due affermazioni: l'unicità di Dio e la missione profetica di Muhammad.

Il consenso (igma') della comunità dei credenti fu inizialmente quello dei compagni del Profeta, cioè di coloro che vissero con lui, poi di chi aveva conosciuto questi compagni e quindi dei seguaci dei seguaci. Scomparsi questi ultimi, rimase la maggioranza delle scuole giuridiche, degli studiosi (detti anche giuresperiti) più autorevoli. La legge, sari'a in arabo, riguarda e regola tutta la vita umana e tutte le attività che la caratterizzano: è la volontà stessa di Dio. I sunniti hanno dichiarato chiusa l'epoca del suo studio personale, per cui rimane ora ben poca libertà d'interpretazione. Il ragionamento, specificamente quello per analogia, cioè per somiglianza di casi, ha trionfato nelle scuole giuridiche (pur se in misura differente dall'una all'altra). Esso permette di dedurre da casi simili risposte a problemi diversi e inediti.

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BOX: I pilastri dell'Islam:

1. la professione di fede pronunciata di fronte ad alcuni testimoni, che introduce chi la pronuncia nella comunità musulmana. La formula è: "Professo che non v'è altro dio che Dio e che Muhammad è l'Inviato di Dio";

2. la preghiera rituale, cioè quella che si compie cinque volte al giorno in condizione di purità e rivolti verso la Mecca;

3. l'elemosina rituale, che è distinta in donazione volontaria e vera e propria "tassa" regolata da norme precise;

4. il digiuno nel mese di ramadan, che si compie astenendosi dal cibo e dalle bevande, così come dai contatti sessuali, dall'alba al tramonto di ogni giorno, ma non nelle ore notturne;

5. il pellegrinaggio, obbligatorio almeno una volta nella vita per chi abbia i mezzi per farlo.

PERSONE

Muhammad
Il Profeta Muhammad nacque intorno al 570. Figlio di appartenenti alla tribù dei Coreisciti, era orfano di padre già alla nascita e perse la madre all'età di sei anni, trovandosi così sotto la tutela del nonno, capo del clan degli Hascemiti. Alla morte del nonno venne affidato a uno zio che lo avviò sulla via del commercio. Una ricca vedova prima gli affidò i suoi traffici e poi lo sposò, quando il Profeta aveva circa trent'anni. Ricevuta la Rivelazione, Muhammad la comunicò alle poche persone che gli erano particolarmente vicine. Verso la fine del 612 il Profeta avrebbe ricevuto l'ordine (attraverso una visione) di dare avvio alla sua opera di predicazione del messaggio religioso di cui era divenuto depositario, incontrando adesioni ma provocando anche conflitti. Certamente la Scrittura ebriaco-cristiana fu uno dei testi che Muhammad conosceva e al quale il Corano fa riferimento con una certa frequenza. Alcuni storici delle religioni occidentali giungono sino a ipotizzare che costituì una fonte privilegiata nella scrittura stessa del Corano, ma i musulmani sunniti negano questa prospettiva perché ritengono la Rivelazione un testo increato, al quale è sconosciuto ogni intervento di mano o mente umana.

Nel 622 fuggì dalla Mecca a Medina. E' la famosa ègira (<<emigrazione>>) che i musulmani considerano momento fondamentale della loro storia e dal quale fanno iniziare l'era islamica e il conseguente conteggio degli anni. Muhammad giunse a Yattrib (che diverrà poi Medina, la <<città del Profeta>>) nella seconda metà del settembre 622. Vi trovò una situazione non facile per lui. Facendo uso della sua consumata abilità di conoscitore del cuore dell'uomo e di organizzatore, riuscì ad elaborare l'editto del 623, nel quale si regolavano i rapporti tra i musulmani emigrati alla Mecca, quelli originari della città e gli ebrei che vi risiedevano. E' di rilievo l'indicazione rivolta a tutti e tre i gruppi affinché non prendessero le armi per combattersi tra loro, privilegiando invece l'aiuto scambievole in caso di aggressione. Muhammad morì nel 632, dopo aver compiuto l'ultimo pellegrinaggio alla Mecca. La religione che aveva fondato era fino ad allora priva delle sue istituzioni fondamentali, mentre il popolo era ancora legato ad uno stile di vita che sarebbe presto stato superato. Finita con lui la funzione profetica, si doveva sostituire la sua autorità anche nella conduzione della vita pubblica.

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Avicenna
Avicenna è il nome latinizzato di Abu Ali al-Husayn ibn Abdallàh ibn Sinà, persiano, nato nel 980, divenne famoso come medico, ma fu anzitutto "un pensatore e un saggio musulmano" (G. Anawati) che condusse una vita pubblica molto agitata, tanto che trascorse anche circa quattro mesi in prigione e probabilmente morendo (probabilmente a seguito di un avvelenamento) nel 428 dall'Egira (1037). Dotato di un intelletto precoce e vivacissimo, tanto che a sedici anni era già famoso per i suoi studi medici, fu anche un grande mistico. Descrisse il passaggio dell'uomo attraverso vari stadi della vita,a partire da una prima condizione nella quale le persone ricevono la scienza senza possibilità di ragionare intorno ad essa perché non ne sono capaci.

Nella seconda condizione gli uomini sono capaci di capire da soli la scienza attraverso ragionamenti. Altri ancora possono formulare domande e risposte e sono in grado di insegnarle ad altri: sono i maestri. Ancora più in alto stanno coloro che giungono a livelli di purificazione intellettuale molto elevati, sino alla conoscenza suprema e all'unione con Dio.

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Averroé
Abu'l-Walìd Muhammad ibn Rushd, Averroé per gli occidentali, nacque a Cordova nel 1126 e si impegnò subito nello studio delle scienze islamiche di quel tempo. Visse a corte e ne sopportò anche le conseguenze negative (sino all'esilio) a causa di alcune accuse che alcuni fanatici esperti di diritto avevano messo in giro. Le umiliazioni e i sarcasmi poco a poco si placarono, ma egli si ritirò a vita privata, prima di morire nel dicembre del 1198. Il suo pensiero è discusso tra gli studiosi arabi, e per alcuni è un esempio di miscredenza. Gli si è attribuita per secoli l'idea della "doppia verità", una valida per i filosofi e una per il popolo.

Esiste invece una sola verità, quella sostenuta dal filosofo, che alla gente comune è comunicata dal Corano attraverso immagini ad esso comprensibili. Da buon musulmano, egli sostiene la superiorità della legge religiosa rispetto a quella umana, tanto che è proprio la sari'a ad assicurare la felicità ai cittadini e agli abitanti della città. Non a caso, quindi, lo Stato ideale è quello musulmano, governato dai Califfi.

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Khomeini

Ruhollah M. Khomeini, l'imam che guidò la rivolta degli sciiti iraniani contro lo scià Reza Pahlevi, era nato nel 1902. Studiò nella città santa di Qom e assistette alla profanazione della moschea di Fatima ad opera del fondatore della stessa dinastia dei Pahlevi, Reza Khan, nel 1927. Contrastò sempre con molta forza l'occidentalizzazione e il conseguente "ammodernamento" dell'Iran, che provocava gravi problemi sociali. A seguito della sua attività di opposizione fu arrestato e in seguito esplulso. Dalla Francia egli fece continuamente giungere discorsi e sostegno a coloro che, dall'interno, lottavano contro il regime dispotico dei Pahlevi. Nel 1979 lo scià venne deposto e Khomeini potè insediare una Repubblica islamica. Il suo ritorno fu salutato da esplosioni di gioia tra gli sciiti. Morì nel 1990.

 

Relazioni e sperimentazioni
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