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Bilancio attività Progetto Voice
L'Unità di Neuropsichiatria della ASL di Pavia ha sempre seguito con interesse
i progressi dell'informatica ed in particolare del riconoscimento vocale,
quale ausilio potenziale per i soggetti audiolesi.
Venuta a conoscenza delle ricerche in corso presso il CCR in questo campo,
ne ha seguito le attività ed ha collaborato ai test. In particolare ha organizzato
nella propria sala conferenze due seminari nel marzo 1999: il primo di due
giorni rivolto agli insegnanti ed il secondo di un giorno rivolto ai logopedisti,
per un totale di circa 250 partecipanti.
Con alcuni di tali insegnanti e logopedisti, ha poi organizzato dei test -
descritti oltre - sull'uso del prototipo Voice nell'inserimento scolastico
di ragazzi audiolesi in classe ed in situazione di rieducazione. Ha inoltre
attivato uno sportello sperimentale informativo per i disabili, dove il prototipo
Voice consente di sottotitolare le informazioni fornite ai clienti con disabilità
uditiva e talvolta con altra disabilità.
I bisogni comunicativi dei ragazzi audiolesi
Nel lavoro di supporto alla autonomia dei soggetti sordi, si è sempre data
particolare importanza alla possibilità di accedere alle comunicazioni verbali
senza la intermediazione di traduttori (lingua dei segni), particolarmente
in quelle situazioni in cui la lettura labiale è compromessa o dalla lontananza
dal soggetto parlante o per assenza di questo.
Nelle situazioni programmate, era già possibile utilizzare la sottotitolazione:
film, documentari, video di conferenze etc. Ma questa non è la situazione
'normale' in cui un soggetto sordo si trova quotidianamente, in particolare
a scuola. Quand'anche il nostro soggetto è in grado di seguire in lettura
labiale l'intera lezione, l'attenzione richiesta, oltre ad affaticare in modo
eccessivo, non permette di prendere appunti e quindi fare tutte quelle attività
di revisione e riflessioni che seguono ad una spiegazione.
Potenzialità del prototipo Voice
L'incontro con il progetto Voice è sembrato a noi una possibilità di facilitare
i ragazzi sordi scolarizzati, nel lavoro quotidiano.
I punti di forza apparivano a nostro parere essere:
L'analisi del prodotto utilizzato nel programma Voice e le prime prove hanno messo in evidenza una serie di limiti:
Malgrado questa situazione, ci appariva necessario utilizzare questa tecnologia
per facilitare la esplorazione di nuove direzioni, in una situazione che appariva
dominata da due mondi non comunicanti: la lettura labiale e la lingua dei
segni.
Inoltre ci interessava verificare che cosa avrebbe prodotto la esposizione
precoce di un bambino sordo a questa tecnologia (l'età di questi bambini era
compresa tra i quattro e i sei anni).
Abbiamo quindi attivato due linee di verifica: la prima si occupava di quattro
soggetti sordi inseriti in scuole superiori della nostra provincia; la seconda
si occupava di cinque soggetti sordi di quattro, cinque e sei anni. Tutti
i soggetti presentavano una sordità insorta molto precocemente o perinatale
di carattere neurosensoriale, con una riduzione pressoché totale del residuo
uditivo. La presenza di protesi acustica era giustificata in questi soggetti
come supporto al controllo ambientale senza nessun aiuto alla decodifica verbale.
Nessuno dei soggetti era inoltre sufficientemente oralizzato, pur presentando
la loro comunicazione una discreta intelleggibilità. Nessuno dei soggetti
presentava limiti intellettivi, se non una minima deprivazione culturale dovuta
alla complessità dell'apprendimento. Solo un soggetto presentava un ritardo
intellettivo che lo rendeva a nostro parere inadeguato alla scuola frequentata.
La famiglia in questo caso riteneva il soggetto invece in grado di continuare
il percorso educativo, anche se a un regime ridotto.
Una difficoltà incontrata all'avvio del progetto per i ragazzi scolarizzati
è stato il cambio di quasi tutti gli insegnanti di sostegno che avevano fatto
il corso di preparazione all'uso del software. Tale cambio è stato determinato
da motivi organizzativi scolastici ed amministrativi regionali, indipendenti
dalla classe considerata. I soggetti si sono ritrovati con insegnanti nuovi,
non addestrati e in un caso non interessati all'uso di questo supporto.
Nessuna difficoltà nella esposizione invece dei cinque piccoli soggetti,
anche se per loro era molto complesso accorgersi che il testo che appariva
sotto l'immagine era collegato con i movimenti labiali. Normalmente i bambini
udenti associano il parlato con il testo scritto, sviluppando una serie di
ipotesi sulla struttura della scrittura. Queste ipotesi sono fondamentali
per lo sviluppo di adeguate capacità di apprendimento.
Il bambino sordo viene privato di questa esperienza perché l'utilizzo del
solo canale visivo non permette di seguire contemporaneamente il testo scritto
e i movimenti labiali (il bambino udente collega invece la voce con il testo
in quanto utilizza in contemporanea il canale visivo ed uditivo).
In questo senso, l'apparente limite del sistema in esame, di presentare il
testo scritto alcuni istanti dopo la sua pronuncia orale, potrebbe costituire
un aspetto positivo, anche se richiede un'attenzione particolare da parte
dell'oratore nel controllare il ritmo di dizione.
Sono state costruite alcune unità didattiche utilizzando il sistema Voice. Purtroppo queste unità didattiche sono state utilizzate in maniera individuale con i ragazzi sordi e non in un contesto di lezione in classe. La scelta degli insegnanti è stata motivata dalla loro difficoltà ad organizzare il lavoro in classe.
In una stanza di terapia è stata allestita la postazione informatica necessaria
al lavoro. Sono state costruite alcune storie illustrate che sono state presentate
a più riprese ai bambini. Il testo era in parte precostruito e in parte affidato
alla invenzione del momento, generando quindi una variabilità nella presentazione
ai bambini pur mantenendo degli elementi stabili (personaggi e loro nome,
immagini delle situazioni, etc.).
I testi prodotti dal sistema sono stati corretti e utilizzati come supporto
cartaceo alle normali attività di pre-scolarizzazione. Il rinforzo reciproco
è apparso immediatamente come estremamente promettente accelerando la comparsa
di quei comportamenti cognitivi che vanno sotto il nome di prerequisiti.
Le condizioni attuali del livello della tecnologia di riconoscimento vocale e la scarsa dimestichezza degli insegnanti con le nuove tecnologie, rendono poco efficiente il sistema. Nonostante ciò, esso ha permesso dei risultati incoraggianti e manifesta una buona prospettiva una volta che la alfabetizzazione informatica nella scuola raggiungerà un livello migliore.
Malgrado la difficoltà dei bambini a collegare il testo sullo schermo con
la 'voce' del terapista, si sono avuti discreti risultati di pre-alfabetizzazione
di questi bambini. In particolare lo sviluppo di storie con immagine e sottotitoli,
hanno permesso di migliorare la attenzione agli eventi narrativi. Normalmente
questi bambini dinanzi ad una immagine sono capaci solo di nominare i singoli
elementi della immagine, senza avvertire gli elementi temporali né le azioni
insite nell'immagine. Dopo un periodo di esposizione, questi bambini hanno
mostrato una maggiore attitudine agli elementi 'storici', oltre al comune
arricchimento lessicale.
Il miglioramento delle tecniche di riconoscimento vocale e di controllo vocale
permetterà di stabilire nuove procedure pedagogiche con questi bambini.
L'esperienza è stata molto interessante e stimolante. Le tecnologie del riconoscimento vocale si sono rivelate molto promettenti. In particolare il prototipo Voice ha dimostrato di tener conto in modo appropriato delle necessità specifiche delle situazioni d'uso con soggetti audiolesi, necessità alle quali risulta difficile far fronte con i sistemi standard di riconoscimento vocale disponibili sul mercato. I risultati ottenuti negli interventi specifici, pur nei loro limiti temporali ed applicativi, sono molto incoraggianti e stimolano a proseguire in questa direzione.
Dionigi Ioghà
Neuropsichiatra Infantile ASL Pavia
Febbraio 2001