Un'integrazione sociale possibile in Europa
Arte, cultura e sport sono auspicabili per favorire l'integrazione
nella società delle persone disabili (ciechi, sordi, disabili motori)
in quanto favoriscono solidarietà e comunicazione tra gli individui.
Ma le principali barriere da abbattere per una piena integrazione dei
disabili sono quelle mentali della gente comune. La maggior parte delle persone
non-disabili riesce a fatica ad immaginare quali siano le reali difficoltà
dei disabili nella vita quotidiana.
Sarebbe utile realizzare delle ricerche cross-culturali per comprendere come
le persone disabili realmente riescono a vivere la vita di tutti i giorni
nel tempo libero e nei luoghi di studio e lavoro e quali pregiudizi spesso
incontrano da parte della gente comune.
Si farebbe un passo avanti se alcune persone disabili fossero disponibili
a raccontarsi e a raccontare come realizzano l'integrazione nella società
nonostante i vari handicap, evitando di ghettizzarsi e di chiudersi a frequentare
unicamente associazioni di persone portatrici del loro stesso handicap, realtà
particolarmente vera per i non udenti, la cui principale difficoltà
è la comunicazione.
Non dimentichiamo che siamo nell'era dei new-media e della comunicazione
multimediale e ciò penalizza molto i non udenti, anche se le attuali
tecnologie e la diffusione nell'uso degli SMS e delle e-mail sta radicalmente
cambiando il modo di comunicare dell'intera società e può consentire
una migliore partecipazione e integrazione dei non-udenti.
Per quanto riguarda ciechi e disabili motori le difficoltà principali
per una piena integrazione nella società attuale sono a livello di
possibilità di fruizione dei principali prodotti, quali arte, cultura,
musica e sport e di accessibilità a tali luoghi. Si pensi all'accessibilità
ai concerti e agli eventi sportivi nei palazzetti degli sport e negli stadi.
Se da un lato l'handicap tende a sparire quando la persona diversamente abile
si trova tra persone aventi tutte lo stesso handicap, esso può creare
chiusura in se stessi e isolamento qualora si trovi tra non-disabili, situazione
in cui invece l' handicap tende ad emergere.
Non dimentichiamo che non tutte le persone normali sono pronte ad interagire
con disabili e a riconoscere loro pari dignità, capacità e opportunità.
In Australia e Nuova Zelanda è ampiamente diffuso l'uso del termine
di persone diversamente abili: potrebbe essere quindi utile studiare
come in tali continenti questa categoria di persone viva il proprio handicap
nelle Università, nei luoghi di lavoro e nel Tempo Libero, e come risolva
problemi comuni di vita quotidiana.
Sarebbe poi utile confrontare tali risultati con ricerche sempre suddivise
per tipologia di handicap tra i vari Stati Membri dell'UnioneEuropea in modo
da ricostruire una mappa della disabilità vissuta da chi l'handicap
ce l'ha.
Sarebbe utile sensibilizzare la gente comune verso queste tematiche
attraverso la diffusione di opuscoli informativi nei negozi e nelle
biblioteche.
Si potrebbe realizzare una miglior formazione dei giornalisti che potrebbero
aiutare a diffondere progetti e informazioni inerenti le tematiche sull'essere
diversamente abili su riviste e giornali a larga diffusione. Sarebbe auspicabile
la stessa diffusione di notizie a livello dei mass-media, radio e televisione,
e si potrebbero realizzare servizi su storie di persone diversamente abili
quali ciechi, non-udenti e disabili motori, che sono riuscite a realizzare
una piena integrazione sociale, da portare come esempio per chi questo obiettivo
non l'ha ancora raggiunto e dimostrando come sia alla portata di molti.
Per le persone non udenti a livello tecnologico sarebbe utile favorire la
diffusione della sottotitolazione delle trasmissioni televisive e film
e verificare quale diffusione sia stata raggiunta nei vari Paesi europei.
Ancora migliorabile sarebbe la possibilità di diffondere un sistema
di sottotitolazione delle telefonate, nonostante l'attuale diffusione dei
videotelefoni e videofonini.
Per le persone non vedenti si potrebbero aumentare le iniziative a favore
del libro parlato e dei servizi di lettura e registrazione di testi
universitari, nonchè aumentare il numero di film e serie televisive
raccontate per Radio come già accade per alcuni programmi tipo E.R.
Per le persone disabili motorie resta il classico problema dell'accessibilità
dei luoghi d'arte, cultura, sport, superabile se gli organizzatori di tali
eventi tenessero conto di realizzare tali iniziative in luoghi di facile accesso.
A tal proposito sarebbe utile un lavoro di sensibilizzazione presso gli Enti
culturali e sportivi a livello di Comune e Provincia, quindi Enti Statali
ma anche privati, inerenti quali siano le modalità migliori di accesso
a tali manifestazioni da parte di disabili motori e ciechi.
L'integrazione dei diversamente abili si realizza oltre che rendendo fruibili
arte sport, musica e cultura a questa categoria di persone, anche attraverso
l'inserimento lavorativo. In merito a ciò ricordo che spesso i diversamente
abili hanno soglie di sopportazione dei livelli di stress inferiori rispetto
ai non disabili, pertanto, per permettere una piena realizzazione umana di
queste persone anche al di fuori dell'ambito lavorativo, sarebbe utile consentire
delle riduzioni di orario, qualora il disabile si trovi in particolare difficoltà,
anche nel caso in cui si sia già raggiunto un collocamento mirato.
Sosteniamo l'approccio sociale, in opposizione a quello medico per
l'integrazione delle persone disabili, quindi ci interessa mostrare come arte,
cultura, sport aiutino l'integrazione delle persone diversamente abili
e unitamente a queste anche la diffusione delle innovazioni tecnologiche,
tra cui il Progetto VOICE per le persone non udenti, il cui utilizzo per sottotitolare
conferenze può migliorare l'integrazione di queste persone permettendo
una miglior partecipazione alla vita sociale.
Quello che ci interessa e ci preme è trovare strumenti tecnologici
(es. Progetto VOICE, Internet) e non (arte cultura, sport) che aiutino e favoriscano
l'integrazione sociale di persone disabili, nella prospettiva di creare in
Europa una comunità in cui anche persone diversamente abili si sentano
parte e favorire la partecipazione attiva in tutti i settori del vivere civile
anche di questa categoria di persone, in particolare anche ai livelli politici
locali.
A tale scopo sarebbe possibile intraprendere alcune iniziative:
Elena Mauri
emauri_99@libero.it