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Il Progetto VOICE per la Didattica: i bisogni degli studenti universitari audiolesi
Il superamento delle difficoltà relative alla comunicazione
Relazione del 18/12/1999 di Davide E. Nicolai,
laureato audioleso presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera, Milano,
al Seminario Didattica e nuove tecnologie, ricerca e sperimentazione nella scuola

Buongiorno a tutti

Mi chiamo Davide, ho 23 anni, sono all'ultimo anno del corso di scenografia dell'Accademia di belle arti di Brera a Milano e sono sordo.
Sono sordo dalla nascita, avevo 18 mesi quando sono stato protesizzato e ho iniziato subito la rieducazione. All'inizio la consapevolezza dell'handicap non mi ha minimamente intaccato. I miei genitori mi hanno aiutato molto a superare questa diversità. Anche se non è stato molto facile per loro e per me. Ho iniziato subito la rieducazione presso un centro specializzato a Milano. Mi permetto di approfittare di questo momento per ringraziare la dott.ssa De Filippis, che mi ha fatto capire come usare meglio la comunicazione.
Ogni settimana dovevo recarmi alle sedute di rieducazione, parallelamente al mio percorso di studi.

Alle elementari, le difficoltà di socializzazione non sono state poche, vista la scarsa pazienza propria di questa fascia d'età da parte di bambini udenti, tuttavia Alla fine il rapporto è stato buono con quasi tutti.
Anche alle medie, seppure in forma ridotta, i problemi non sono mancati, almeno con alcuni. Dal punto di vista del rendimento scolastico non ho mai avuto problemi e me la sono sempre cavata brillantemente.
Ho frequentato quindi il Liceo Artistico di Busto Arsizio dove ho trovato un ambiente totalmente privo di pregiudizi. Ho instaurato uno straordinario rapporto d'amicizia con i miei compagni e con i docenti, i quali si sono dimostrati partecipi alle mie difficoltà. Non ho mai avuto favori per via del mio handicap, ho svolto una vita scolastica pari a qualsiasi altro ragazzo della scuola.
Ormai a quel tempo avevo perfezionato la mia capacità di capire il linguaggio degli altri e soprattutto di farmi capire il più chiaramente possibile. In pratica in quell'ambiente l'interazione con gli altri mi ha quasi fatto dimenticare il mio handicap trattandomi come se fossi udente. Neanche all'esame di maturità ho avuto problemi di dialogo con la commissione d'esame, infatti, ne sono uscito con una buona votazione.

Infine mi sono iscritto all'Accademia delle Belle Arti di Brera, in quell'ambiente ho conosciuto nuova gente, con la quale non ho avuto grossi problemi di comunicazione: li capivo tranquillamente e loro mi capivano senza troppi problemi.
Riuscivo a seguire le lezioni del professore anche se si tenevano in aule molto frequentate e non sempre stavo in prima fila davanti al professore.
Questo è stato tutto il mio percorso scolastico, ma non sempre è andato tutto liscio, i problemi seppure in misura ridotta rimanevano in ogni modo; rimanevano sempre i pregiudizi non solo nel mondo scolastico, ma anche nel lavoro, infatti, molti non giudicano in maniera obiettiva: la maggior parte delle volte si lasciano condizionare dalle apparenti difficoltà dei portatori di handicap e non da un'attenta analisi delle reali capacità di ciascuno, relegandoci in attività secondarie e spesso prettamente manuali.

Essere sordo non significa essere ritardato mentale! (come pensano molti). La mancanza del senso dell'udito spesso acuisce gli altri sensi, generando una maggiore sensibilità nell'osservare cose che l'altro non vede. I miei professori dei Liceo Artistico mi esortavano a sperimentare nuove forme di raffigurazione dell'arte, specialmente nel disegno dal vivo, naturalmente c'erano altri ragazzi ancor più bravi ma i professori vedevano in me questa maggiore sensibilità.

Ormai nel campo della medicina ci sono stati notevoli risultati per abbattere le barriere del silenzio da parte di non udenti: l'apparecchio retro auricolare, impianti cocleari, altri mezzi per l'ascolto specifici. Quindi la nostra capacità uditiva migliora in giorno in giorno. Io personalmente uso l'apparecchio retro auricolare digitale che mi permette di sentire anche i suoni più flebili (incluso il canto degli uccellini). Molti ragazzi sordi sentono molti singoli suoni. La difficoltà è dare loro un significato completo, inserirli in un contesto, intuire le singole parole e comprendere la frase complessiva. Ciò dipende dalle capacità d'ogni singolo ragazzo sordo, ma per tutti è fondamentale la disponibilità dell'insegnante, il fatto che rallenti ogni tanto, che si svolga direttamente a lui, che fornisca testi complementari, che verifichi alcuni dettagli dei quali può dare per scontata la conoscenza.

In tutta la mia vita, ho sempre avuto un grosso cruccio, quello di non poter usare il telefono, al massimo riuscivo a capire la voce dei miei genitori. Volendo potevo allenarmi ad usare il telefono con i miei amici, ma i risultati non sono sempre stati buoni.
So che esiste una nuova tecnologia, quella di usare la sotto-titolazione nel telefono, un procedimento analogo a quello del progetto VOICE, di cui si parla in questa conferenza, ma ancora non è a buon punto.
Molta gente ha oggi la possibilità di poter utilizzare il cellulare Nokia 9110, un piccolo computer portatile con funzioni specifiche che ci possono aiutare come l'invio di brevi messaggi di testo, i cosiddetti "SMS", la produzione di messaggi preregistrati, possibilità di usarlo per comunicare in Internet e di utilizzare il fax anche fuori casa. Ora con l'avvento dell'Internet, molti sordi e normoudenti possono comunicare fra di loro senza problemi di incomprensione visto che ora si usano E-mail cioè la posta elettronica, programmi di dialogo, le cosiddette "chat-line", che permettono di dialogare in formato scritto, verbale o video in tempo reale, una cosa molto comoda ed alla portata di tutti. A questo proposito, occorre sensibilizzare le istituzioni affinché siano sempre più sviluppati e perfezionati i supporti tecnologici indispensabili per un nostro più adeguato inserimento nel mondo esterno.

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