La tecnologia informatica si caratterizza per una notevole flessibilità nello
sviluppo di ausili hardware o software, previsti per persone con o senza bisogni
particolari a causa di una disabilità fisica o sensoriale.
In particolare l'elaboratore può rivelarsi molto utile nello sviluppo della
comunicazione di bambini audiolesi in diversi modi: sessioni di riabilitazione,
giochi didattici, comunicazione con altri audiolesi o normoudenti via terminale.
La dimensione del mercato potenziale di tali ausili è notevole ed inoltre
l'attenzione attribuita ai bisogni particolari può migliorare la qualità dei
prodotti anche per tutti gli utenti. Diversi prodotti sono già disponibili
o in fase avanzata di sviluppo, anche se le difficoltà di convertire buoni
prototipi in prodotti commerciali restano notevoli.
La mancanza di diffusione delle informazioni e di coordinamento fra quanti
sono coinvolti nell'applicazione e nello sviluppo di ausili tecnici è di grave
ostacolo ad una politica coerente di ricerca e di diffusione di ausili per
i minorati. Alcune iniziative di coordinamento sono attuate in Italia da organismi
quali SOCIALFORUM, ASPHI, SIVA, ENS, ALFA. L'attività delle Comunità europee
nel settore è importante e si manifesta con una politica sensibile all'handicap
e la realizzazione del progetto HELIOS. In un'Europa allargata, sono da segnalare
i progetti COST.
1. Alcuni ostacoli alla diffusione di ausili
Mentre la continua e rapida evoluzione dell'informatica porta ad applicazioni
in campi diversi, con una specificità sempre più precisa, cresce anche la
sensibilizzazione di molti ai problemi degli emarginati e dei disabili. Sono
sempre più frequenti i tentativi di facilitare il loro inserimento nella popolazione
attiva e delle forme di collaborazione significative ed efficaci mettono in
evidenza le potenzialità dell'informatica in questo campo.
Tuttavia molte applicazioni tanto attese non si attuano e non si diffondono
per svariati motivi. La comprensione degli ostacoli che si frappongono alla
diffusione di ausili, fra possibilità esistenti ed aspettative, costituisce
un primo passo per agire nel settore.
Gli elementi disponibili due o tre anni fa per preparare una panoramica sulle
possibili applicazioni su larga scala dell'informatica ai disabili, richiestami
per una conferenza per certi aspetti analoga alla presente, appaiono sostanzialmente
ancora gli stessi disponibili oggi come base per la presente relazione.
Un' importante eccezione, per ciò che riguarda gli audiolesi, è in Italia
il Televideo, grande ausilio per gli audiolesi stessi e strumento di sensibilizzazione
dei normoudenti. E' da sottolineare come il successo del Televideo sia dovuto
anche al ricorso ad un mezzo tecnico moderno, semplice e normale, nel senso
che esso è disponibile per tutti e non costringe l'audioleso ad un'ulteriore
inutile discriminazione.
Le possibilità del Videotel stentano invece a diventare disponibili per un
largo pubblico in Italia, con una lentezza notevole se paragonata all'esperienza
della Francia, dove vi è stata una precisa volontà politica di installare
milioni di apparecchi per i normoudenti, di cui hanno beneficiato, di riflesso,
gli audiolesi. Il fatto di partecipare tramite gli stessi strumenti alla vita
quotidiana degli altri, senza creare inutili barriere ulteriori, ha rappresentato
un modo di integrarsi, di spostare le barriere dei disabili, di infrangerle.
Non è cambiato altro? Anche se l'approccio all'handicap sta mutando e molti
progetti sono andati avanti, raggiungendo risultati interessanti e dimostrando
grandi potenzialità da sfruttare o, piuttosto, da investigare ulteriormente,
si è spesso trattato tuttavia di soluzioni realizzate da specialisti sensibili
al problema, bisognosi di uno strumento preciso e convinti di poterlo realizzare.
Gli esperimenti sono stati effettuati con la collaborazione di numerose persone
già sensibili al problema o per specializzazione professionale o per necessità
personali o familiari. Solo raramente queste realizzazioni hanno avuto un
impatto importante su un pubblico più largo o su organi decisionali politici,
nè hanno finora creato un fenomeno di massa.
1. 2. Nuove ricerche o applicazioni di uso corrente?
A primo approccio si può restare stupiti da un apparente controsenso, constatando
che mentre sono portate avanti ricerche complesse, sembrano trascurate le
applicazioni più semplici.
Gli specialisti sono pronti a impegnarsi in ricerche difficili, che richiedono
conoscenze multidisciplinari, iniziativa, tenacia, finanziamenti elevati.
E tali ricerche procedono, sono indispensabili, devono essere incoraggiate,
pur se pochi possono beneficiare oggi dei risultati al di fuori dell'ambiente
degli specialisti stessi (chirurghi ORL, ortofonisti, insegnanti, ecc.). Gli
altri beneficeranno molto più tardi, in modo indiretto, non di questi strumenti,
ma dell'esperienza acquisita e dei nuovi prodotti sviluppati in base alla
valutazione dei risultati attuali.
Queste ricerche, in un certo senso autonome, possono proseguire perchè
richiedono un coordinamento di piccoli gruppi di specialisti convinti della
necessità di strumenti più sofisticati. Non presentano un aspetto commerciale,
nel senso che i prodotti sono finalizzati ad un uso di lavoro o di studio
e talvolta di "immagine" verso l'esterno. Gli eventuali clienti
possono rivolgersi direttamente al realizzatore per l'acquisto o per una proposta
di collaborazione.
Difficile risulta interessare e coordinare imprenditori più distanti dal problema
ed offrire loro le giuste garanzie di ritorno economico.
Per riferirci a un primo esempio, dopo anni di esperimenti oggi è disponibile
sul mercato la "scheda" speech viewer per personal computer del
Centro di Ricerche di Parigi dell'IBM, che fornisce un ritorno visivo delle
caratteristiche acustiche della voce. La sua diffusione è limitata non tanto
dal prezzo relativamente abbordabile e dalla scarsa diffusione di informazioni
sul soggetto, quanto dalla specificità del mezzo, da utilizzare per poche
brevi sessioni alla settimana, meglio se in presenza di un terapista.
Non è decollata, invece, una cosa molto più banale, quale un semplice apparecchio
di suoneria luminosa, che produca il lampeggiare di una lampada in ogni stanza
dell'appartamento con cadenze diverse in risposta rispettivamente ai segnali
delle suonerie del telefono, del citofono o della porta d'ingresso. Esistono,
certo, il Teleflash e la suoneria addizionale proposti dalla SIP, ma sono
previsti per il collegamento solo all'impianto telefonico e richiedono una
presa addizionale per ogni stanza. Sono altresì disponibili dei sistemi più
complessi dell'Amplifon ed altre ditte, riservati come "immagine"
ai soli sordi, non sufficientemente conosciuti nemmeno da essi, offerti a
un prezzo elevato e con modalità poco attraenti.
Da questi esempi si può trarre spunto per attirare l'attenzione sulle tante
occasioni di incontro mancate fra specialisti e non specialisti, fra disabili
e normodotati, fra quanti hanno idee innovative e quanti dispongono di capitali
da investire. Sovente l'incontro non si realizza anche per difficoltà nell'individuare
le vere necessità dei disabili e di disporre di valori numerici attendibili
inerenti al mercato potenziale da essi costituito.
La suoneria luminosa indicata a titolo di esempio potrebbe essere facilmente
messa a punto in poche ore di collaborazione da parte degli specialisti dei
diversi settori (telefoni, citofoni, campanello porta). Ma essi non percepiscono
l'unicità del problema dal punto di vista del disabile e non sono motivati
a risolvere un problema così "banale" per degli esperti, ma pur
sempre difficile per l'elettricista di quartiere, sia per i differenti livelli
di tensione in gioco, sia per motivi di sicurezza o di quasi monopolio degli
apparecchi.
L'inerzia impedisce di rendersi conto che gli utenti potenziali dell'apparecchio
appena indicato non sarebbero solo i sordi, ma anche le persone con problemi
di udito dovuti all'età o accentuati da ambienti domestici rumorosi, per non
parlare degli ambienti industriali e di quanti necessitano di disporre in
locali decentrati di informazioni selettive o duplicate di controllo a distanza.
Chi potrebbero essere i migliori clienti di questi apparecchi? Forse non i
sordi per i quali essi sarebbero concepiti, ma i giovani che girano per casa
con sulle orecchie la cuffia a tutto volume dell'ultimo idolo della canzone
e che con questa suoneria luminosa potrebbero non perdere la telefonata dell'amico.
Essi spenderebbero per quest'apparecchio le poche decine di migliaia di lire
largamente sufficienti per costruirlo e commercializzarlo con il dovuto margine
di guadagno.
Ma anche limitandosi ai soli audiolesi, in mancanza di statistiche ufficiali,
ci si può riferire a dati orientativi che situano il numero dei sordi profondi
intorno allo 0,1% della popolazione, quello dei sordi come superiore all'1%
della popolazione e quello delle persone con difficoltà uditive intorno al
10% degli anziani. Con qualunque approssimazione si prendano tali dati, è
evidente come l'utenza potenziale di ausili sia dell'ordine di 1 o 2 milioni
di audiolesi in Italia, 10 o 20 milioni in Europa. Se, a fronte di prodotti
validi, anche solo il 20% di tale utenza potenziale si trasformasse in utenza
reale, si tratterrebbe di un "mercato" di diversi milioni di clienti.
A chi le responsabilità di iniziative volte a sensibilizzare un pubblico più vasto ed interessare gli imprenditori alla produzione di ausili per disabili? Posta in termini più precisi la questione è:
La questione pone in evidenza l'importanza della figura del mediatore: l'uomo
politico, le istituzioni pubbliche, gli Enti, le Associazioni.
Dove il mediatore era meno indispensabile, poichè l'interlocutore era predefinito,
disponibile al dialogo, con obiettivi chiari, le innovazioni sono state rapide
ed efficaci. E' per esempio il caso della RAI, alla quale si devono riconoscere
i risultati notevoli raggiunti dal suo servizio Televideo, fondamentale per
gli audiolesi, al pari dei normoudenti.
Quando l'interlocutore era egualmente definito, ma appariva maggiormente suddiviso
in servizi e competenze diverse e gli obiettivi restavano forse più frammentari,
la carenza di un mediatore adatto ha rallentato gli sviluppi, che appaiono
più timidi e incerti. E' per esempio il caso della SIP, che, pur sviluppando
un notevole programma di Telefonia Sociale, incontra ancora difficoltà a rendere
operativo un servizio Videotel efficace per gli audiolesi. Importante si spera
possa essere il ruolo di un mediatore, all'occorrenza il Socialforum del Forum
Telematico Italiano, di cui si parlerà più oltre.
Quando poi l'interlocutore è difficilmente individuabile ed il prodotto richiesto
di scarso costo, la figura del mediatore appare indispensabile.
Ci si è riferiti precedentemente all'esempio di una suoneria luminosa per
evidenziare il suono della suoneria del telefono e del campanello della porta,
esigenza a cui sono state date risposte incomplete e un po' troppo a "compartimenti
stagni".
Si deve d'altronde tener presente che molte applicazioni informatiche richiedono
competenze specifiche e capitali elevati, da investire con un beneficio
incerto. E' quindi necessario potersi riferire a uno scenario nazionale e
possibilmente europeo, per trovare una convergenza di forze realizzative,
di clientela e di sostegno politico.
Nella mia posizione, mi sono trovato spesso nella situazione sgradevole di
vedere, da un lato, un'istanza nazionale o internazionale pronta ad offrire
un'opportunità di collaborazione e di finanziamento e, dall'altro, gruppi
di persone desiderose di collaborare, senza tuttavia poter creare un ponte
diretto fra di loro. Gli ostacoli erano ogni volta di natura diversa, ma quello
più evidente era la mancanza d'informazione, senza la quale viene a cadere
ogni possibilità di collaborazione. L'argomento sarà ripreso nel seguito,
con la presentazione di alcuni mediatori in Italia ed in Europa.
Le tecnologie derivanti dall'informatica (in senso lato, includendovi la telematica e l'elettronica più in generale) possono rivelarsi molto utili per lo sviluppo della comunicazione degli audiolesi. Dei campi particolari nei quali si può ricorrere all'uso dell'elaboratore riguardano l'attività rieducativa, pedagogica e ludica ed il collegamento con altri utenti audiolesi o normoudenti via telefono. Le trasmissioni televisive con sottotitoli Televideo e video cassette con didascalie possono essere egualmente molto utili.
Le prime realizzazioni importanti delle nuove tecnologie nel campo della
sordità riguardano lo sviluppo di protesi sempre più perfezionate, miniaturizzate,
caratterizzate da un'amplificazione elevata e regolabile selettivamente per
campi di frequenze. L'audiometrista e l'audioprotesista dispongono di strumenti
elettronici ed informatici sempre più evoluti per la definizione, la regolazione
e la riparazione delle protesi.
In tali settori le applicazioni sono già mature e le nuove ricerche mirano
alla possibilità di discriminazione fra segnale acustico da amplificare e
rumore di fondo da ridurre.
Le protesi cocleari, cioè le protesi miniaturizzate da inserire all'interno
o in vicinanza della coclea, rientrano in questo tipo di ricerche o produzione
di pre-serie dal punto di vista elettronico, anche se rivestono un'importanza
tutta particolare dal punto di vista psicologico dei chirurghi ORL che effettuano
l'impianto e dei soggetti sui quali è effettuato l'impianto stesso.
Essenzialmente il problema si può schematizzare nel modo seguente: essendo
notevolissime le difficoltà linguistiche e comunicative del bambino audioleso,
essendo limitatissimo il suo tempo libero in conseguenza delle necessità delle
terapie riabilitative e degli insegnamenti specifici, come sfruttare al meglio
il tempo dedicato a tali terapie ed il restante tempo libero, con attività
interessanti, stimolanti e valide? Come offrirgli ulteriori possibilità di
giocare, di divertirsi, d'imparare, da avere cose nuove da dire e di dirle
meglio?
Un esempio di programmi già esistenti sul mercato è costituito da programmi
per l'apprendimento della lettura e della scrittura per bambini di età scolare
o prescolare. Alcuni programmi si rivolgono ai bambini più piccoli per familiarizzarli
allo schermo ed alla struttura della frase, mentre altri possono egualmente
interessare gli adulti per l'apprendimento di una seconda lingua. Una serie
completa e varia di programmi in questo campo è stata realizzata dalla DIDA-EL
di Milano.
In questo tipo di insegnamento, la flessibilità dell'elaboratore può venire
incontro a delle difficoltà di apprendimento del linguaggio: la progressione
degli esercizi è ridefinita dinamicamente in funzione dei parametri fissati
dall'insegnante e delle risposte fornite dall'allievo.
Poichè il bambino audioleso è privato di gran parte dell'interattività della
lingua orale, si cerca di trasporre parte di tale interattività nell'apprendimento
della lingua scritta e l'elaboratore si presta facilmente a tal fine.
Alcuni programmi tengono maggiormente in conto le difficoltà linguistiche
degli audiolesi, con una scelta più accurata del vocabolario, dei simbolismi
grafici e dei disegni. Interessanti, sotto questo aspetto, sono alcune esperienze
realizzate dal Centro audiofonologico della USL 27 di Bologna in collaborazione
con l'ASPHI, per l'aiuto della competenza linguistica su argomenti tipo la
lettura, gli articoli determinativi, la frase di denominazione e nucleare,
le frasi locative.
Per ciò che riguarda più particolarmente gli aspetti sintattici e semantici
del linguaggio, il progetto SEMELE (SEMantica ELEmentare, collaborazione ALFA
e Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina dell'Università di Milano)
si propone come ausilio nell'insegnamento di nozioni linguistiche, con particolare
attenzione agli aspetti di semantica per bambini in fase d'apprendimento della
lingua italiana.
Il sistema è implementato in LOGO e configurato come un gioco, con un supporto
di interazione videografica, che richiede all'utente di produrre frasi semanticamente
corrette a livello delle strutture nucleo, modificatore ed avverbiale. Tali
frasi permettono di dare ordini a un robot, che si muove, solo se le frasi
sono corrette, per raggiungere una bomba e spegnerla. Il sistema analizza
la produzione delle frasi e fornisce risposte in merito alla adeguatezza linguistica
delle frasi prodotte.
La scuola: Le esperienze d'introduzione dell'informatica
nelle classi elementari e materne hanno dimostrato la possibilità di aiutare
i bambini disabili ad uscire dal loro isolamento affettivo e culturale. Il
bilancio sibra decisamente positivo, poichè tali bambini hanno avuto la possibilità
di dimostrare le loro capacità, di cui forse erano stati ritenuti privi a
causa della difficoltà di esprimere sentimenti e nozioni complesse.
Caratteristica precipua della scuola è l'ambiente di lavoro e di gioco costituito
dalla presenza dei compagni di classe, con i quali si interagisce costantiente,
pur concentrandosi nell'apprendimento del programma scolastico presentato
dagli insegnanti o contenuto in libri di testo. L'interazione del bambino
audioleso è limitata dalla difficoltà di dialogo con i compagni e dalla comprensione
dei libri di testo, nell'ipotesi più favorevole in cui l'interazione con l'insegnante
(per lo meno con quello di sostegno) si svolga senza ostacoli.
La limitata opportunità di confrontarsi direttamente con un interlocutore
simile a lui, in un normale contesto comunicativo (compagno di banco, discussione
in classe), può portare ad una sfiducia in sè, legata ad un senso di inferiorità
rispetto alle persone più mature con le quali l'interazione è più frequente,
quali gli insegnanti, i terapisti ed i genitori.
Ciò è stato messo in evidenza nelle relazioni di quanti, convinti dell'intelligenza
dei loro allievi audiolesi e desiderosi di offrire loro una opportunità reale
di acquisizione di conoscenze, hanno condotto alla realizzazione del Progetto
RETE promosso dall'IRRSAE Liguria, che presenta diverse applicazioni integrate
in modo coerente in un unico insiie di uso siplice ed efficace:
Le esperienze effettuate hanno confermato come tali sistii consentano una
familiarizzazione all'elaboratore ed all'uso di una rete teliatica, attività
di notevole valore formativo, che non potranno che rivelarsi utili più tardi,
tanto per l'audioleso, quanto più in generale per tutti gli allievi. L'uso
di tali sistii sia da parte di bambini audiolesi che normoudenti abbatte una
barriera esistente fra di loro, permette di sperimentare progressivamente
forme di lavoro di gruppo e di vicendevole aiuto e sostegno e di creare tra
insegnanti e alunni più ampie occasioni di iniziativa, decisione, responsabilità
personale ed autonomia.
Infine la rete consente agli insegnanti di interagire con altri insegnanti
confrontati con gli stessi problii, o con specialisti lontani e di
fruire così al meglio delle risorse specifiche per problii didattici con bambini
audiolesi.
Dei sistemi specifici per il settore della sordità sono stati realizzati
in Francia, indipendentiente, presso l'Università di Nancy e presso il Centro
di ricerca IBM di Parigi. Essi si basano essenzialmente sul principio di modulare
un'immagine sullo schermo in funzione dei suoni iessi dall'allievo.
La finalità è quella d'offrire al bambino una dimostrazione visiva dell'effetto
prodotto dalla voce, per convincerlo che le sue iissioni sonore sono controllabili
direttamente da lui, producendo degli effetti reali ed oggettivi: che l'uso
corretto della voce può essergli utile in ogni situazione e non serve solo
a soddisfare le incessanti richieste rieducative degli ortofonisti e dei genitori.
Nelle applicazioni più siplici si opera il controllo della dimensione o della
posizione di un simbolo sullo schermo in funzione del volume del suono prodotto
dall'allievo. In applicazioni più elaborate si analizza lo spettro di frequenza,
evidenziando per esipio le intensità nei vari campi di frequenza iessi dall'allievo
per confrontarle con altre analoghe iesse dall'ortofonista.
La "scheda" speech viewer dell'IBM per personal computer ed il relativo
software sono stati sperimentati in diversi centri in Europa (tra l'altro
presso il Centro Ripamonti di Cusano Milanino, in collaborazione con l'ALFA
e l'ASPHI) e sono ora in vendita sul mercato (prezzo orientativo di poco superiore
al milione di lire). Lo speech viewer fornisce un ritorno visivo delle caratteristiche
acustiche della voce, lavorando sui parametri vocali di intensità, forma d'onda,
frequenza fondamentale, inviluppo spettrale.
La TXT Techint Engineering di Milano, in collaborazione con il Centro di logopedia
dell'Istituto di Audiologia del Policlinico di Milano, ha realizzato dei sistii
particolarmente validi, concepiti in funzione delle esigenze specifiche degli
ortofonisti e delle difficoltà dei bambini audiolesi. Un apparato multifunzionale,
basato su elaboratore personale, denominato Phonos 1 ovvero Assistente logopedico,
tende alla correzione della voce ed allo sviluppo del linguaggio di soggetti
audiolesi o con turbe neuropsichiatriche che comportano ritardi nell'apprendimento
del linguaggio. Il programma si articola su tre parti:
I risultati della sperimentazione svolta in oltre mille sedute con soggetti in età prescolare e scolare sono molto incoraggianti e confermano l'utilità di un ausilio informatico adeguatamente integrato nella terapia rieducativa.
Fra gli strumenti di comunicazione di massa, la radio ruppe l'isolamento
dei non vedenti, diventando la loro compagna nella solitudine, ponte verso
l'esterno, fonte di informazione e di cultura. I registratori audio costituirono
un altro ausilio importante, sia come supporto d'informazione più compatto
dei fogli di stampa braille, sia come "ponte" verso i normovedenti.
La televisione aggiunse ben poco per loro, mentre per gli audiolesi essa aprì
uno spiraglio in una porta che solo oggi si apre completamente, grazie alle
possibilità dei offerte dal sistia Televideo della RAI.
I sottotitoli dei programmi televisivi e la disponibilità di notizie costantiente
aggiornate, che consentono agli audiolesi di tenersi informati al pari dei
normoudenti (in attesa della sottotitolazione dei telegiornali) hanno rappresentato
moltissimo per gli audiolesi e molto anche per i normoudenti.
E' facilmente intuibile che gli audiolesi si siano sentiti aiutati e che abbiano
seguito dei film con più piacere. Oltre a ciò, e forse ancora più importante,
è il fatto che gli audiolesi si sono sentiti accettati e riconosciuti e che
al tipo stesso i normoudenti si sono accorti di loro, sinceramente lieti di
vederli aiutati da un sistia di costo limitato e soprattutto privo di interferenze
e di intralci alla vita del normoudente stesso.
Gli audiolesi si sono inseriti in un clima familiare di rapporti e di commenti
ai film, per loro quasi totalmente sconosciuto, tanto più che anche i più
abili in lettura labiale non potevano certo comprendere attori che di solito
parlano nella loro madre lingua durante le riprese, lasciando al doppiaggio
successivo la messa a punto della versione finale.
La comprensione del film risultava molto limitata senza il costante paziente
aiuto dei familiari, i quali, dopo essersi impegnati in tale compito, erano
meno disponibili per una discussione più ampia.
Certo i sottotitoli Televideo sono limitati a un canale ed a certe fasce orarie
e consentono una comprensione pur sipre ridotta: ma perchè negare agli audiolesi
lo stesso piacere, la stessa gioia, che i normoudenti hanno provato con le
prime trasmissioni bianco e nero quarant'anni fa? Come non essere felici di
offrire agli audiolesi, in una veste nuova, un mezzo che li aveva (per difficoltà
tecniche e per disattenzione di tutti) tagliati fuori, isolati maggiormente
anche fra le mura domestiche.
Da parte RAI è stato manifestato nell'ambito delle riunioni di Socialforum l'impegno a realizzare, oltre alle attuali trasmissioni televisive con sottotitoli Televideo, altre innovative, quali:
2. 5. Video cassette, CD-ROM, libri
L'apprendimento del linguaggio è talmente rapido per i bambini normoudenti,
che raramente ci si sofferma a riflettere sulle fasi intermedie. Ma esaminando
l'apprendimento del linguaggio attraverso gli occhi di un ortofonista o di
un genitore di un bambino audioleso, si scoprono i dettagli di un processo
complesso e ricchissimo, con tante fasi intermedie, che possono richiedere
tipi molto più lunghi per i bambini audiolesi.
Anche se il bambino audioleso raggiunge poi una competenza linguistica soddisfacente,
questa risulta pur sipre limitata, poichè l'apprendimento di nuove nozioni,
già difficile per ogni bambino, viene appesantito dalla necessità di apprendere
nuovi vocaboli e nuove strutture. La disponibilità di sussidi da ripercorrere
numerose volte, secondo le necessità ed al proprio ritmo è importante. A tal
fine, libri, video cassette e supporti di mioria per elaboratori sono validi
strumenti.
Ma esistono veramente dei libri per bambini? Verso i due anni i bambini si
interessano alle immagini ed alle parole scritte e molti libri sono dedicati
a questa età: si tratta di libri siplici, poche pagine di cartone rigido,
immagini vive, parole chiare in caratteri grandi. Verso i sei anni si ritiene
che il bambino sia in grado d'imparare a leggere e scrivere e nuovamente molti
libri sono dedicati a quest'età: libri siplici, ben strutturati, grammaticalmente
completi.
Nel vuoto fra i due ed i sei anni, stranamente, i libri non si indirizzano
direttamente al bambino. Mentre le immagini sono concepite per il bambino,
per stimolare il suo interesse e tenere viva la sua attenzione, il
testo è diretto a persone esperte del linguaggio (genitori, zii, nonni, ecc.),
che devono trasformare il messaggio scritto in messaggio orale per
il piccolo ascoltatore. Momento magico quello della sera, quando la mamma
legge la fiaba al bimbo ... ! Certo, ma anche tanta incapacità di scrivere
un libro siplice, adatto al bambino, con alcune frasi che egli potrebbe leggere
da solo, e magari qualche pagina separata, più difficile, per gli adulti.
Alcune trasmissioni televisive potrebbero essere riviste in funzione dei problii
specifici dei bambini audiolesi, scegliendo tanto dei soggetti più corrispondenti
ai loro interessi, quanto un vocabolario più siplice, pur se egualmente efficace.
Si potrebbe utilizzare tale supporto per l'apprendimento del linguaggio, con
immagini, scene e frasi opportune, che costituirebbero utili esercizi d'apprendimento
della lettura, sia per i bambini audiolesi, che per i bambini normoudenti
ed i molti stranieri (in Italia o all'estero) che desiderano migliorare la
loro conoscenza della lingua italiana.
L'esperienza della RAI Televideo nella preparazione delle trasmissioni televisive
con sottotitoli e dell'Istituto Gualandi di Bologna nella preparazione di
video cassette inerenti ai programmi scolastici sono certamente notevoli e
possono costituire un ottimo punto di partenza per realizzazioni in tale settore.
I CD-ROM (Compact Disk Read Only Miory), nati per la musica digitale ad alta
fedeltà, sono diventati un supporto di quantità d'informazione elevatissime
per gli elaboratori, sia per ciò che riguarda i testi che le immagini. L'interattività
consentita da un CD-ROM controllato da un elaboratore permette la gestione
delle informazioni secondo criteri d'indicizzazione e di ricerca molto efficaci,
consentendo di "saltare" facilmente da un'immagine all'altra ed
associare a ciascuna di esse testi diversi (eventualmente in più lingue e
più livelli di difficoltà), possibilità particolarmente interessanti
per bambini con difficoltà di linguaggio.
2. 6. Telefono: DTS e Videotel
Fra gli strumenti di comunicazione fra singoli individui, il telefono permise
ai non vedenti di tenersi in contatto fra di loro e con il mondo esterno,
il che risulta più evidente se confrontato al maggiore isolamento degli audiolesi
(sia fra singoli individui, sia fra Associazioni), dovuto probabilmente anche
alle notevoli difficoltà di comunicazione rapida, per l'impossibilità
pratica di servirsi del telefono.
E' facile comprendere che gli audiolesi possono comunicare fra di loro a distanza
servendosi della rete telefonica, sostituendo al messaggio vocale un messaggio
scritto e dunque sostituendo agli apparecchi telefonici normali dei terminali
video con tastiera. E' quanto tra l'altro è stato proposto da vari Enti telefonici
di Stati europei ed in particolare dalla SIP con l'offerta del Dispositivo
Telefonico per Sordi (DTS) dell'Ansafone, apparecchio particolarmente valido
sotto diversi punti di vista: siplicità d'uso, robustezza, relativa portabilità,
uscita in sintesi vocale per messaggi ai normoudenti, ecc.
Tuttavia la diffusione di questo mezzo rimane limitata alle sedi di Associazioni
di audiolesi ed a pochi privati, perchè nonostante tutto il mezzo è poco attraente
per gli audiolesi e lo è ancor meno per i normoudenti. Si deve considerare
in effetti che gli audiolesi possono essere disposti a qualche sacrificio,
sia pratico nell'uso dell'apparecchio, sia economico per il suo acquisto,
trattandosi di uncosto superiore al milione di lire, rimborsabile dallo Stato
da quando il DTS è stato incluso nel nomenclatore tariffario. Viceversa,
i normoudenti, che dovrebbero necessariamente farne uso per comunicare
con gli audiolesi, si vedono costretti all'acquisto di uno strumento costoso,
che, pur essendo poco voluminoso e di uso siplice per chi se ne serve regolarmente,
appareingombrante e complesso per chi se ne serve meno.
Al di la dei contatti degli audiolesi fra di loro e con le loro Associazioni,
talvolta indispensabili per sopravvivere, sono i contatti con i normoudenti
i più necessari per gli audiolesi per vivere una vita per quanto possibile
normale. In effetti, oltre agli adulti con difficoltà d'udito che desiderano
conoscere le attività serali della propria Associazione o incontrare un altro
audioleso con cui giocare a carte, vi sono molti adulti audiolesi inseriti
nel mondo del lavoro e molti ragazzi audiolesi inseriti nell'ambiente scolastico,
i quali vogliono mantenere vive le loro amicizie tramite un contatto telefonico
come tutti i loro amici normoudenti.
Mentre l'acquisto di un DTS è fuori questione per tali amici, un accesso al
sistia Videotel può costituire una forma simpatica e moderna di entrare nel
mondo teliatico, per accedere a basi di dati o per scambiare messaggi con
altri, siano essi normoudenti o audiolesi. Per i famigliari di una persona
con difficoltà d'udito, quali anche moltissimi anziani che non riescono più
a servirsi bene dell'apparecchio telefonico, è facile proporre agli amici
di installare un terminale Videotel che offra loro vari vantaggi, oltre al
contatto con la persona con difficoltà di comunicazione, per un costo modesto
(dell'ordine delle 10.000 lire mensili per il noleggio del terminale).
Oggi la SIP può disporre nel Videotel di tutte le potenzialità per offrire
un ottimo servizio ad utenze atipiche del telefono quali gli audiolesi. Il
momento è maturo, ma alcune difficoltà ostacolano ancora l'incontro fra le
possibilità del mezzo tecnico e la disponibilità degli utenti a servirsene.
Dal punto di vista della SIP il vantaggio sarebbe duplice, poichè verosimilmente
solo una parte dell'utenza sarebbe costituita da attuali abbonati al telefono,
mentre in molti casi si tratterrebbe di audiolesi che richiederebbero non
solo l'accesso al Videotel, ma anche l'installazione di una linea telefonica.
Questi tii sono discussi anche nel corso delle riunioni del Socialforum, alle
quali partecipa regolarmente l'Associazione Lombarda Famiglie Audiolesi, che
tra l'altro aveva presentato una proposta articolata per proseguire degli
esperimenti d'uso del Videotel, iniziati in forma limitata negli anni scorsi.
All'ultima riunione Socialforum ha partecipato anche l'Ente Nazionale Sordomuti,
con il quale la SIP aveva recentiente siglato un accordo di concessione d'uso
di un elaboratore per la gestione di una pagina Videotel per la comunicazione
fra sordi. La SIP ha annunciato la disponibilità di 32 porte, distribuite
su 3 nodi, per iniziare l'esperimento.
Gli spettacoli televisivi hanno abituato i telespettatori alla facilità con
cui si collegano simultaneamente via video più interlocutori in città diverse.
Le difficoltà tecniche ed i costi restano però proibitivi per singoli utenti
e si possono giustificare solo per applicazioni specifiche, come per esipio
consentire la collaborazione a distanza fra équipes mediche per effettuare
un'operazione difficile. Per ciò che riguarda la possibilità di diffondere
il videotelefono in tutte le abitazioni, è indispensabile prima di tutto disporre
di una rete telefonica speciale, in cui i cavi tradizionali in rame siano
stati sostituiti da fibre ottiche, fili di vetro simili all'apparenza a comuni
fili di nylon per canne da pesca, con capacità di trasmissione praticamente
illimitata. Su tale supporto possono essere inviati, sotto forma di fasci
di luce, i segnali del telefono, della televisione, dei nuovi servizi teliatici.
Un interessante esperimento è stato effettuato a Biarritz (Francia), che dal
1983 è diventata la prima città cablata del mondo con una rete di oltre 10.000
km di fibre ottiche. I visiofoni permettono non solo di vedere l'interlocutore
nel corso della telefonata, ma costituiscono dei posti di lavoro multifunzionali
per la trasmissione di testi e di immagini ed il collegamento video con gli
altri abbonati.
Esperimenti per la trasmissione digitale di immagini su linee di trasmissione
dati sono in corso in varie sedi, anche nell'ambito dei Progetti COST. Il
video-lento, usato sulle attuali linee telefoniche per sistii di sorveglianza
e sicurezza richiedenti aggiornamenti dell'immagine poco frequenti, pur non
consentendo la lettura labiale, permette quanto meno di vedere l'interlocutore
o dei disegni. Per questi ultimi resta tuttavia preferibile l'uso della telecopia
(FAX), sia per la migliore definizione dell'immagine, sia per la maggiore
diffusione dello strumento in uffici e presso privati.
Il concetto di dignità della vita, di eguaglianza intesa come eguale dignità
nello svolgere i compiti della vita sociale e culturale, dovrebbe caratterizzare
ogni azione svolta in favore dei disabili, anche nel campo dello sviluppo
e della diffusione di ausili tecnici.
La sensibilità nei confronti dell'handicap è molto recente. Solo negli ultimi
decenni si è riflettuto sulla distinzione fra menomazione, disabilità e handicap,
precisate poi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1980:
evidenziabili con il seguente semplice esempio: un problema circolatorio
che porti come menomazione una paralisi degli arti inferiori, comporta la
disabilità a camminare; tuttavia il disabile può muoversi con l'ausilio di
una sedia a rotelle nella sua casa, nel suo giardino, forse nel suo quartiere;
alla sua disabilità si aggiunge un handicap nel momento in cui egli è confrontato
a una barriera, quale un marciapiede troppo alto, gli scalini di un edificio
o di un mezzo pubblico.
Gli studi letterari ci hanno avvicinato all'elevata sensibilità di Giacomo
Leopardi, acquisita forse a causa ed in compensazione delle sue menomazioni.
Ma un interesse concreto ai problii dell'handicap può essere trovato difficilmente
negli Stati e solo al secolo scorso risalgono alcune iniziative significative.
Gli Istituti privati e soprattutto gli Ordini religiosi, che dovevano farsi
carico del problia, reagivano talvolta con grande senso di abnegazione, talaltra
per siplice pietismo.
Oggi si inizia a comprendere che il pietismo è inutile. Non si tratta di occuparsi
dei disabili solo per la loro menomazione, né all'opposto di far finta di
non vederla. Si tratta di vivere con essa. Di vivere con l'altro nonostante
essa. Di siplificare i rapporti, non enfatizzando né minimizzando le differenze.
Non si può considerare l'altro solo in funzione del suo handicap, anche se
con la migliore intenzione di aiutarlo. L'altro non ha solo bisogno di aiuto
per superare il suo handicap: ha anche il diritto di vivere una vita per quanto
possibile normale. Il disabile non ha solo i bisogni derivanti dal suo handicap:
ha quei bisogni, più tutti quelli normali delle persone normali.
Per creare un eliento di paragone, si può riflettere sul fatto che, dopo certi
entusiasmi iniziali fuorvianti, il movimento fiminista si è ben reso conto
che era fuori luogo ricercare ad oltranza l'eguaglianza fra i sessi. Tale
ricerca non poteva che implicare doppie responsabilità per le donne, con l'aggiunta
di nuovi compiti "maschili" a quelli preesistenti "femminili",
e rivelarsi peraltro limitativa nei casi di evidente superiorità femminile.
Un movimento maturo insiste oggi su una giusta difesa di eguali diritti e
di pari opportunità, pur nel rispetto di differenze inequivocabili ed irrinunciabili.
Analogamente è inopportuno parlare di eguaglianza fra normodotati e persone
impedite nelle loro funzioni fisiche o sensoriali. Ammettere le differenze,
far conoscere i limiti, precisare le necessità, deve costituire un punto chiaro
di partenza nel momento in cui si richiede di partecipare, con tali limiti,
ma con eguali diritti e con pari dignità, alla vita sociale e culturale.
Importante è essere convinti e far comprendere agli altri che pur con tali
limiti si può fruire in pieno della vita e eventualmente far beneficiare gli
altri delle altre proprie funzionalità non limitate, o perchè validissime
dalla nascita, o perchè sviluppate maggiormente per necessità compensativa.
Allo stesso tipo si può permettere agli altri di fruire di sistii migliori,
perchè sviluppati in funzione e con la collaborazione di coloro che, per le
proprie difficoltà, hanno dovuto riflettere maggiormente per la definizione
di strumenti polivalenti, esaminando degli aspetti della realtà che abitualmente
sfuggono agli altri.
Chi è costretto su una sedia a rotelle non ha solo bisogno di muoversi e di
mangiare; ha anche bisogno di scrivere, di leggere, di telefonare, di prendere
iniziative, come tutti. E se un telefono con tastiera a controllo vocale non
è difficile da realizzare, perchè non fornirglielo? Chi non vede non ha solo
bisogno di essere aiutato ad attraversare la strada; ha anche bisogno di trovare
un numero di telefono nell'elenco degli abbonati o un'informazione nell'orario
ferroviario. Se una riga-braille o un sintetizzatore vocale sono disponibili
per il suo terminale Videotel, perchè non fornirglieli? Un audioleso
non deve solo prestare grande attenzione ai movimenti del traffico, non potendone
distinguere i rumori; ha anche bisogno di scrivere una lettera e, se preferisce
farlo su una macchina di trattamento testi, perchè non esigere che tutti i
programmi affianchino ai segnali sonori di errore un eco grafico sullo schermo,
quale un quadratino lampeggiante? Quanti perchè! Ma chiediamocelo veramente
il perchè. Non sipre tali realizzazioni sono difficili. Non sipre il loro
costo è elevato. Più spesso non ci si è pensato in tipo. Non vi erano elienti
per risolvere il problia. Anzi, peggio, non vi erano nimeno gli elienti per
immaginare l'esistenza di un problia.
L'esistenza di una miriade di Associazioni dimostra il profondo disagio dei
disabili ed al tipo stesso la difficoltà di rispondervi. Le Associazioni si
differenziano sia per motivi storici, culturali, di diverso approccio all'handicap,
sia per sfumature frutto di situazioni locali o contingenti. La suddivisione
delle Associazione per tipo di handicap (sordomuti, sordi, ipoacusici, audiolesi;
sordi prelinguali, diventati sordi; sordi adulti, genitori di audiolesi; ecc.),
per dimensione geografica (nazione, regione, provincia, città, ecc.) e la
distinzione dei Centri per metodologia seguita (oralista, gestuale, verbotonale,
mista, ecc.) non possono che disorientare gli interlocutori.
Sarebbe ingiusto non riconoscere la specificità di ogni Associazione o Centro,
validi proprio in funzione di essa, ma evidenziare gli aspetti comuni non
competitivi potrebbe risultare più utile per creare i presupposti sui quali
basare una collaborazione più approfondita.
In un mondo in cui la tecnologia evolve costantiente e le novità sono innumerevoli
e difficilmente valutabili, chi si trova in uno stato di difficoltà e di necessità
ha la sensazione di vedersi sfuggire regolarmente, per mancanza di tipo e
di competenze specifiche, delle occasioni vitali. Questo è tanto più vero
nel campo dei disabili, tagliati fuori da molti aspetti della vita quotidiana.
Molti di essi e delle loro Associazioni sentono la necessità di un punto d'incontro,
di raccolta d'informazioni e di scambio d'idee, per permettere delle collaborazioni
fattive in tale settore. Molti desiderano un aiuto nella ricerca di strumenti
adeguati a costi ragionevoli.
Poichè, raramente gli ausili rispondono pienamente alle necessità, vi è una
tendenza a ritardarne l'acquisizione nell'attesa di un prodotto migliore,
difficilmente comunque reperibile, si fa viva l'esigenza di disporre di informazioni
e di confrontare prodotti di fornitori diversi, di individuare materiale e
programmi che si indirizzino anche ad altri utenti, nonchè di poter segnalare
le soluzioni valide trovate e quelle insoddisfacenti.
Alcuni nuovi organismi si sono costituiti a tal fine, quali Socialforum, Asphi
e Siva, citati più oltre, mentre si sono dimostrati sensibili al problia diversi
organismi esistenti, quali:
Il Forum Teliatico Italiano (FTI) è un'associazione culturale senza scopo di lucro nel settore della tecnologia dell'informazione fra Enti, società e persone interessati alle probliatiche strategiche tecniche ed operative relative allo sviluppo della teliatica in Italia, che conta circa 150 soci fra Enti della Pubblica Amministrazione, aziende (costruttori e utenti), Enti universitari e di ricerca. Su proposta di alcuni soci ed in particolare del Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio, è stata avviata nel 1989 una nuova Attività Speciale denominata Socialforum con lo scopo di promuovere e di diffondere lo scambio di informazioni e conoscenza sulle applicazioni della tecnologia dell'informazione per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei disabili. Le attività in tal senso sono svolte tanto nell'ambito italiano che nei rapporti con le Comunità europee, il COST ed il Consiglio d'Europa.
L' Associazione per lo Sviluppo Professionale degli Handicappati nel campo
dell'Informatica (ASPHI) nasce nel 1980 quando l'avvento dell'informatica
e l'introduzione di particolari metodologie ed ausili sibrano poter offrire
al disabile adeguati spazi in nuove professioni. E' una libera Associazione,
senza scopo di lucro, che conta circa cinquanta soci tra aziende, Enti pubblici
e privati.
L'obiettivo di formare disabili come programmatori di elaboratori elettronici,
di ricercare adeguati posti di lavoro per i neodiplomati ed assisterli per
un loro proficuo inserimento si realizza con dei corsi per non vedenti presso
l'Istituto dei ciechi F. Cavazza di Bologna e dei corsi per disabili motori
presso la Fondazione Pro Juventute Don Carlo Gnocchi di Milano. A tutt'oggi
sono stati diplomati oltre 150 giovani, di cui oltre l'80% sono stati collocati
grazie alla competenza acquisita dagli allievi ed all'attività dei soci nel
reperimento dei posti di lavoro, Gli ottimi risultati raggiunti hanno portato
al progressivo affinamento delle tecniche di istruzione ed a due direzioni
principali di ricerca:
Con la creazione nel 1981 del Servizio Informazioni e Valutazioni Ausili (SIVA), la Fondazione Pro Juventute Don Carlo Gnocchi di Milano si è posta quale pioniere in questo settore in Italia, creando un sistia informativo computerizzato sugli ausili tecnici disponibili sul mercato e mettendo a disposizione degli operatori del settore e delle persone disabili un servizio di consulenza specializzato nella loro scelta e informazione. Il SIVA, oltre ad aver reso accessibile il sistia informativo in varie regioni ed ad averne curata la diffusione capillare presso le USSL della Regione Lombardia, collabora con la Commissione delle Comunità europee per lo sviluppo del progetto Helios, per il quale costituisce il referente italiano per l'alimentazione della base di dati Handyaids del sistia Handynet.
Nel corso degli ultimi decenni, ogni Stato mibro ha, in tipi e circostanze
diversi, preso disposizioni per migliorare la situazione delle persone minorate,
ignorata fino all'inizio del secolo. Negli anni '70 la Commissione delle Comunità
europee dedicava una parte delle sue attività sociali ai problii delle persone
handicappate sia tramite interventi del Fondo sociale europeo, sia attraverso
studi avviati da gruppi di lavoro specialmente costituiti a tale scopo.
Nel 1981, dichiarato Anno internazionale delle persone handicappate dall'Organizzazione
delle Nazioni Unite, il Consiglio delle Comunità europee del 21 dicibre (GU
C 347 del 31.12.81) indicava, nella sua Risoluzione sull'Integrazione sociale
dei minorati, la necessità di "promuovere lo sviluppo e la disponibilità
di ausili tecnici, nonchè lo scambio di informazioni e di esperienze in materia
e l'applicazione di nuove tecnologie, in modo da facilitare la comunicazione,
la mobilità e l'occupazione dei minorati".
Il sostegno comunitario agli sforzi nazionali dava rilievo alla preparazione
di strumenti comunitari intesi a costituire una politica coerente e globale
a favore dei minorati che portava all'avvio nel 1983 del primo Programma d'azione
comunitaria a favore dei minorati.
5. 1. Programma HELIOS / Sistema Handynet
Il18 aprile 1988 (GU L 104 del 23.4.88) il Consiglio ha approvato la Decisione relativa al secondo Programma di azione comunitaria a favore dei minorati (intesi come tutte le persone che presentino serie minorazioni in conseguenza di menomazioni fisiche o psichiche), nel campo della formazione e riabilitazione professionali, dell'integrazione economica, dell'integrazione sociale e della vita autonoma. Tale Programma è stato denominato HELIOS (Handicapped people in the European community Living Independently in a Open Society) e si estende sul periodo dall'1.1.88 al 31.12.91, con una previsione di spesa di 19 milioni di ECU (1 ECU vale, al cambio attuale di fine giugno 1990, circa 1510 lire).
a) Gli obiettivi del programma Helios:
b) Le azioni di ordine generale volte a realizzare gli obiettivi:
c) Il sistia Handynet
Nell'ambito del programma Helios è sviluppato un sistia computerizzato d'informazione
Handynet che raccoglie, aggiorna e scambia informazioni del settore degli
handicap in ciascuna delle lingue comunitarie. Un sistia quale Handynet offre
l'aggancio logico tra l'obiettivo d'integrazione delle persone handicappate,
la politica di promozione degli ausili tecnici e la possibilità di centralizzare
le informazioni e le esperienze raccolte nel campo dell'handicap.
Il sistia Handynet adotta una concezione decentrata della raccolta e della
diffusione delle informazioni, basandosi sulle competenze regionali, nazionali
e comunitarie dei suoi partners operativi: istituzioni, gruppi professionali
(in particolare i centri di riabilitazione) e organizzazioni non governative
interessate ai vari aspetti dell'integrazione sociale. In quanto veicolo d'informazione,
la rete Handynet non è fine a se stesso: facendosi eco delle azioni in corso,
a livello comunitario e nazionale, essa dà loro lo spunto per il loro coordinamento
e, di conseguenza, per il loro rafforzamento.
Oltre ad essere una fonte d'informazione, il sistia Handynet, gestito sull'elaboratore
dell'Agenzia spaziale europea di Frascati, svolge un ruolo essenziale come
strumento di comunicazione. Tutti coloro che sono mpegnati nel programma Helios
potranno disporre di una posta elettronica che consentirà la rapida trasmissione
di notizie fra mibri della rete di comunicazione.
d) La base di dati Handyaids
Tra le caratteristiche del sistia spicca quella di offrire, in una base di
dati denominata Handyaids, una descrizione tecnica e funzionale standardizzata
degli ausili tecnici, con illustrazioni grafiche a sostegno dei testi scritti,
nei casi frequenti in cui l'immagine può contribuire alla comprensione e alla
selezione dell'ausilio tecnico desiderato.
Il sistia gestisce inoltre un repertorio informatizzato degli enti commerciali
e non commerciali impegnati nella ricerca e nello sviluppo, la fabbricazione
e la distribuzione di ausili tecnici. Infine, la base di dati contiene informazioni
sulle legislazioni e le normative che regolano la commercializzazione di tali
prodotti nella Comunità europea.
Il sistia è frutto della collaborazione fra specialisti in informatica e professionisti
dell'handicap per garantire che possa essere utilizzato, dopo una breve formazione,
da utenti senza esperienza di calcolatori, poichè l'inserzione e la ricerca
dei dati sono effettuati in forma multilingue guidata. I dati sono disponibili
nelle nove lingue comunitarie, nel senso che essi sono stati registrati utilizzando
le parole del lessico multilingue Handyvoc, che assicura una traduzione automatica
dei vocaboli appunto nelle nove lingue comunitarie.
e) Stato di avanzamento
La Decisione del Consiglio del 18 dicibre 1989 (GU L 393 del 30.12.89), nel
confermare il programma Helios, assegna la priorità al completamento ed all'immissione
in fase operativa del modulo Handyaids relativo ai sussidi tecnici destinati
motori, della vista, dell'udito, della parola o mentali.
Attualmente (giugno 1990) si può ritenere che il modulo di Handyaids relativo
alla disabilità motoria sia in fase operativa, che i moduli relativi al software
didattico (sussidi tecnici all'istruzione dei minorati) ed ai sussidi tecnici
per i non vedenti possano entrare in fase operativa per la fine del corrente
anno, e che il modulo relativo ai sussidi alla comunicazione e alla telecomunicazione
(adeguamento del personal computer, del telefono o dell'apparecchio di controllo
dell'ambiente) possa essere sviluppato nel corrente del prossimo anno.
f) I rappresentanti italiani
L'Italia è rappresentata nel Comitato Consultativo Helios dal Ministero della
Sanità e dal Ministero del Lavoro. Rappresentanti dell'Ente Nazionale Sordomuti
hanno partecipato a diverse riunioni di lavoro sia di Helios sia della Federazione
mondiale dei sordi che teneva, nelle sale della Commissione della Comunità
europea a Bruxelles, delle riunioni per la creazione della Federazione europea
dei sordi.
Il SIVA, già punto di riferimento per la Regione Lombardia e per molte USSL
in Italia per informazioni su ausili per disabili motori, è stato prescelto
come referente italiano per l'alimentazione e l'interrogazione della base
di dati Handyaids. I rappresentanti italiani del Comitato Consultativo Helios
dovrebbero estendere gli incarichi del SIVA o definire fino a 4 referenti
italiani per i diversi tipi di disabilità, in funzione dell'avanzamento dell'alimentazione
della base di dati.
Il Centro comune di ricerca è il laboratorio scientifico della Commissione
delle Comunità europee ed ha la funzione di organismo imparziale a sostegno
della politica scientifico-tecnica della Commissione, politica rivolta in
primo luogo a realizzare un'integrazione scientifica e tecnologica su tutto
il territorio dei dodici paesi mibri.
Per questa funzione il Centro comune di ricerca è stato dotato di mezzi tecnici
e sperimentali importanti e, in alcuni casi, unici rispetto a quelli dei singoli
paesi mibri. Le installazioni e le competenze sviluppate negli anni sono adatte
soprattutto allo studio di problii scientifici di natura sopranazionale, come
la protezione dell'ambiente, la sicurezza degli impianti, le normative tecniche,
la scienza dei computer e dell'informazione su scala europea e le fonti d'energia.
Il Centro comune di ricerca organizza presso il sito di Ispra (Varese) degli
Eurocourses per la formazione di personale scientifico-tecnico in settori
avanzati della scienza. I corsi sono collegati ai programmi di ricerca e sviluppo
della Commissione, in particolare a quelli affidati agli Istituti del Centro
comune di ricerca stesso. Il programma comprende siinari e corsi di formazione
in aree chiave caratterizzate da uno sviluppo rapido e laddove enti pubblici
e privati, nazionali ed internazionali, sono chiamati in causa per assicurare
uno sviluppo armonico ed un'elevata qualità di vita dei cittadini.
I corsi sono rivolti a ricercatori, personale scientifico e tecnico di università,
industrie private ed amministrazioni pubbliche, professionisti laureati e
studenti candidati al dottorato di ricerca. I docenti sono professori ed esperti
di fama internazionale provenienti da Università o Istituti di ricerca europei
ed extraeuropei, compresi gli Stati Uniti ed il Giappone, e da mibri degli
Istituti del Centro comune di ricerca. Gli atti dei corsi sono pubblicati
in inglese da case editrici scientifiche con una rete di distribuzione estesa
su scala internazionale. A tutt'oggi si sono svolti oltre 200 corsi, coinvolgendo
circa 2500 docenti e 6000 partecipanti.
Il corso Information Technology Aids for People with Special Needs
E' in esame la possibilità di inserire nel calendario dei corsi del 1991 uno
per presentare una panoramica sugli ausili tecnici per persone con bisogni
particolari, a causa di una disabilità fisica o sensoriale, nei diversi paesi
europei e discutere le possibilità future, con particolare attenzione ai diversi
aspetti di attività interdisciplinari: tecnici, pratici, psicologici, legali,
di standardizzazione, ecc.
Il corso potrebbe sottolineare:
Il corso sarebbe indirizzato a quanti sono coinvolti nell'applicazione e nello sviluppo di ausili tecnici: ricercatori scientifici, tecnici degli ospedali, personale medico e paramedico specialista della rieducazione, insegnanti, funzionari dell'amministrazione di industrie o istituzioni pubbliche che possono avere dei disabili nel loro personale, rappresentanti di Associazioni o Enti locali, disabili o loro famigliari.
5. 3. Università europea per audiolesi
Nel quadro del Progetto ERASMUS di collaborazione fra Università europee,
è da segnalare l'iniziativa dell'Università di Mons (Belgio), che si propone
come esipio e punto di riferimento europeo per gli audiolesi che desiderino
seguire corsi universitari.
La proposta non è solo quella di consentire la frequenza nella sua sede dei
corsi ivi previsti, ottenendovi tutti gli ausili opportuni (interpretazione
gestuale, appunti, ecc.), ma anche di collaborare con sedi universitarie in
altri paesi per aiutare gli audiolesi iscritti presso tali sedi.
6. Il COST / Il Consiglio d'Europa
Gli accordi di COoperazione europea nel settore della ricerca Scientifica
e Tecnica (COST) rappresentano un quadro ed uno spazio per la cooperazione
internazionale nel campo della ricerca scientifica e tecnica. Oltre alle decisioni
prese di comune accordo fra tutti gli Stati mibri della Comunità economica
europea, altre relazioni sono possibili nel quadro COST fra alcuni di tali
Stati ed altri Stati europei non mibri della CEE, quali per esipio la Confederazione
Elvetica, la Norvegia, la Turchia. Nel campo delle applicazioni delle nuove
tecnologie ai disabili è attivo dal gennaio 1987 il Progetto COST 219 Possibilità
future di telecomunicazioni e teleinformatica per disabili, che è stato seguito
dal Progetto COST 220 Protocolli di comunicazione e interfacce utente per
strumenti a tastiera e schermo destinati alle telecomunicazioni per i disabili.
In tali progetti l'Italia è rappresentata dall'Istituto Superiore Poste e
Telecomunicazioni di Roma e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze;
partecipa egualmente alle riunioni l'Associazione Lombarda Famiglie Audiolesi
di Milano. Obiettivo dei progetti è sia la creazione di nuovi ausili per i
disabili, sia soprattutto d'indicazione ad altri ricercatori degli elienti
o delle norme che devono essere tenuti presenti perchè i disabili non vengano
ulteriormente sfavoriti dalle nuove tecniche. In altri termini, lo scopo è
garantire che le innovazioni dirette ad un pubblico più ampio tengano sipre
conto, fin dalla prima fase di concezione, delle difficoltà specifiche dei
disabili, ed applichino quegli accorgimenti che difficilmente potrebbero essere
introdotti in uno stadio ulteriore per permettere la compatibilità con sistemi
specifici.
Il volume Use of Telecommunication: the Needs of People with Disabilities
Per sollecitare la riflessione di quanti sono chiamati a concepire e produrre
strumenti nel campo dell'handicap, il COST 219 ha tra l'altro pubblicato recentiente
un volume sull'uso delle telecomunicazioni ed i bisogni dei disabili (disponibile
per ora solo in lingua inglese, lingua di lavoro del COST 219), frutto di
uno dei quattro gruppi di lavoro in cui il COST 219 ha organizzato le sua
attività.
Nella prefazione del volume si sottolinea che: "gli sforzi notevoli che
si fanno per l'integrazione dei disabili nella comune vita culturale
e sociale, utilizzando anche ausili basati su nuove tecnologie, sarebbero
destinati all'insuccesso se nel frattipo si creassero anche nuove barriere
tecnologiche legate allo sviluppo di tali tecnologie. Si dovrà quindi sipre
tener presente che tutti dovranno poter avere accesso alle telecomunicazioni
e che gli strumenti di uso normale dovranno essere disegnati in modo da essere
utili al più largo numero di persone possibile".
Nelle prime pagine è poi ricordato che: "il telefono è diventato lo strumento
di comunicazione più diffuso su corte e lunghe distanze, usato ogni giorno
da milioni di persone per chiaccherate o comunicazioni di lavoro, fornendo
e ricevendo informazioni, coordinando attività ... ma non tutti hanno la stessa
facilità di accesso a tale strumento: per tutti coloro che sono ostacolati
da un qualche handicap, il suo uso può rivelarsi difficile o impossibile.
D'altra parte, il paradosso è che proprio tali persone disabili dipendono
dall'uso del telefono o di altri apparati elettronici di telecomunicazione
più di altre persone normodotate .. per mantenere una rete sociale di comunicazione,
stabilire e mantenere una relativa indipendenza, come per ordinare il cibo
o altro, o come sistia di allarme".
Nelle pagine seguenti si precisa che: "l'impatto delle telecomunicazioni
sulla società aumenta, visto che un numero sipre maggiore di servizi diventa
parte della rete di telecomunicazioni: per esipio, informazioni di viaggio
contenute in una base di dati e servizi di posta elettronica possono diventare
una necessità per chiunque".
Il volume presenta poi una matrice, esaminata in dettaglio nei vari capitoli,
che evidenzia, per ogni singolo aspetto delle telecomunicazioni, il grado
di difficoltà incontrato dall'utente in funzione delle sue eventuali limitazioni
fisiche o sensoriali.
Il Consiglio d'Europa raggruppa 21 Stati su tutto il territorio europeo, dall'Islanda alla Turchia, dal Portogallo alla Norvegia, con l'obiettivo di favorire una stretta cooperazione in Europa, difendere i principi della diocrazia parlamentare e dei diritti dell'uomo, migliorare le condizioni di vita ed i valori umani.
Nella Risoluzione del 17.9.1984 su Una politica coerente per la riabilitazione delle persone handicappate è stato definito il Programma tipo di politica della riabilitazione per le Autorità Nazionali. Si è recentiente tenuta a Strasburgo la prima riunione preparatoria di una conferenza dei Ministri membri del Consiglio d'Europa che si terrà nel 1991 a Parigi e si articolerà su tre temi principali: informazione e comunicazione; rimozione degli ostacoli alla partecipazione alla vita autonoma; supporti, da intendersi nella loro accezione più vasta, comprendendo sia l'aspetto economico che materiale.