Eventi > 2006 > Paralimpiadi > CentoParole > Ambrogio
Lo sci da fondo: Ambrogio Riili, non vedente
Cento Parole, pag. 50
Sono Ambrogio, un universitario di 19 anni e lo sport ha sicuramente molta
importanza nella mia vita. A partire da 6 anni fa ho iniziato a praticare
diverse attività con la Polisportiva dell'Unione Ciechi di Torino andando
due volte alla settimana a fare ginnastica e corsa, oltre ad aver provato
a praticare lo sci da discesa, il canottaggio e il nuoto.
Quest'anno mi sono iscritto a una settimana bianca dedicata allo sci di fondo.
Per avere maggiori informazioni su questo sport sono stato invitato con un
gruppo di amici sabato 14 gennaio a Entracque, una località sciistica
nei pressi di Cuneo.
Ci siamo ritrovati in corso Vittorio Emanuele alle 8 e da lì siamo
andati con un furgoncino fino alla nostra meta. Insieme a me c'erano otto
persone, compreso Giuseppe Valentini, il presidente.
Sono stato molto contento perche, oltre a molta gente che conoscevo e che
mi faceva sempre piacere ritrovare, c'era Alex, un mio amico con cui ho fatto
molte gite organizzate dall'A.P.R.I. e dall'Unione Ciechi.
Nel giro di un'ora siamo arrivati a destinazione. Ci siamo ritrovati con Valentini,
che chiamiamo scherzosamente "il nonno", e siamo stati accolti da
coloro che ci avrebbero guidato nelle piste da sci. Uno di questi si chiama
Fritz e l'altro Franco.
Dopo aver noleggiato l'attrezzatura siamo andati subito sulle piste. Queste
sono divise in tante fosse longilinee dette "binari".
Infatti lo sciatore posiziona lo sci in uno di questi e per tutto il percorso
ne segue la traiettoria. Mi sono quindi accorto di una prima differenza rispetto
allo sci da discesa che invece è completamente libero. Un'altra differenza
che vede lo sci di fondo in vantaggio
è la comodità degli scarponi: mentre per lo sci da discesa essi
sono molto pesanti rendendo difficili i movimenti, quelli da fondo sono quasi
delle comuni scarpe e quindi molto più leggeri.
Altra differenza è che in questo sport le racchette hanno molta più
importanza perche con esse ci si spinge avanti, cosa poco influente nello
sci da discesa. Infine gli sci di fondo sono più stretti e ciò
rende lo sciatore meno stabile. Così, dopo aver messo i guanti e impugnato
le racchette, ho subito iniziato. lo ero nello stesso binario di Alex in quanto
entrambi eravamo allo stesso livello.
In questo modo gli altri, che avevano già molta pratica, avrebbero
potuto fare il loro giro senza intoppi.
Mi sono subito reso conto che la cosa più difficile era mantenere l'equilibrio.
In pratica chi scia deve slanciare in avanti un piede alla volta e alternativamente
spingere con la racchetta del braccio opposto. La velocità dipende
dalla pendenza del terreno ma soprattutto dalla forza che chi scia imprime
nella spinta. Dopo un po' di prove ho capito che questo era lo sport giusto
per me.
La pista da sci di fondo non è omogenea: ci sono tratti pianeggianti,
salite, discese e curve. All'inizio nelle discese sia io che Alex avevamo
molte difficoltà perche si faceva in fretta a perdere l'equilibrio.
In un primo momento non ho preso molto bene le numerose cadute, ma ben presto
mi sono abituato, apprezzando l'aspetto divertente del cadere su una superficie
morbida.
Dopo mangiato Federico ha preferito non continuare a sciare e con degli amici
è andato a fare una passeggiata. lo e Alex, invece, abbiamo ripreso
a sciare guidati solo da Fritz.
Quindi, dopo esserci preparati nuovamente con l'attrezzatura adeguata abbiamo
ripreso a sciare. Man mano che proseguivo prendevo sempre più dimestichezza
e mi arrischiavo ad andare più spedito e a gustarmi maggior velocità
nelle discese, anche se la mia relativa temerarietà veniva a volte
frenata dalle cadute. Questo aspetto però mi divertiva sempre più,
anche perche mi dava
soddisfazione il fatto di riuscire a rialzarmi da solo, appoggiandomi alle
racchette.
Il mio amico Alex non era così spericolato: aveva paura nelle discese
tanto che io e Fritz lo prendevamo scherzosamente in giro chiamandolo "la
vecchietta". Infatti, Alex non si fidava della guida e aveva sempre paura,
anche quando questi lo tranquillizzava dicendogli che il terreno era pianeggiante.
Dopo aver fatto un giro di pista abbiamo deciso di smettere.
Verso le 16 eravamo già in partenza per ritornare a Torino. Nel viaggio
ho scherzato molto con i miei amici, raccontando loro anche barzellette o
fatti divertenti accadutimi.
Per quanto riguarda la simpatia Piero è davvero portentoso. È
una persona molto gentile, dalla battuta pronta e ha sempre qualcosa da raccontare,
ma anche Antonella gli tiene testa.
Arrivati in corso Vittorio io e Federico siamo stati accompagnati ad un posteggio
taxi e così siamo ritornati a casa dove sono stato molto contento di
riflettere sulla mia esperienza, felice di aver scelto di praticare ancora
questo sport.
Tratto dal libro Cento Parole
Provincia di Torino
Elena Morea Editore di T.R.A. srl, Torino
A.P.R.I. Onlus, Torino