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Lo sci da fondo: Giacomo Pirelli, non udente
Cento Parole, pag. 46
Frequento il primo anno del corso di laurea specialistica in Rappresentazione
Audiovisiva Multimediale (RAM), dopo aver conseguito la laurea triennale del
corso di multimedialità, cinema e teatro (MultiDams) all'Università
di Torino, visto che sono molto interessato al campo di animazione 3D, video
e multimedia.
Sono non udente oralista, cioè riesco a leggere le labbra
ed a parlare con gli udenti, anche se non pronuncio bene tutte le parole.
Un intervento di impianto cocleare, con l'installazione di un apparecchio
che permette di trasmettere i segnali acustici artificialmente al nervo acustico
tramite degli elettrodi posti nella parte interiore dell’orecchio mi
ha consentito di sentire un po' meglio.
Sono l’unico non udente nei diversi gruppi di amici udenti che frequento
in campo sportivo e gli allenatori mi incoraggiano a continuare le attività
visto che lo sport rappresenta uno stimolo di arricchimento personale e di
attività di gruppo.
Di solito, quando si pensa allo sport per i disabili, si pensa alle difficoltà
incontrate dagli sportivi con disabilità motoria o visiva; ma anche
chi ha una disabilità uditiva incontra delle difficoltà specifiche,
come per esempio nello sci di fondo.
Pratico tale disciplina da 10 anni a livello amatoriale, partecipando ad alcune
gare. Purtroppo sono spesso arrivato nelle ultime posizioni perché
facevo fatica a trovare degli amici per gli allenamenti. Ho seguito delle
lezioni individuali e ultimamente il "Progetto Disabili" del CUS
Torino ha facilitato l’integrazione in gruppi di udenti.
La soddisfazione di essere in alto sui monti, potendomi muovere rapidamente
con gli sci da fondo, lontano dalla folla delle piste dello sci di discesa,
mi spinge a continuare questa attività, ormai diventata per me molto
importante e fonte di grande soddisfazione. Tuttavia gli ostacoli da superare
non sono pochi!
Durante gli allenamenti posso avere delle difficoltà per capire i consigli
a distanza di un istruttore e quindi devo fermarmi frequentemente per leggere
le sue labbra. Durante le gare i problemi sono diversi, come descrivevo in
un'intervista in occasione delle gare di sci da fondo del CUSI, del 5 marzo
2005 a Bardonecchia. I coordinatori ed i cronometristi tengono conto delle
mie difficoltà indicandomi chiaramente le modalità della gara
ed il momento della partenza: per una partenza individuale il cronometrista
viene accanto a me e conta "5-4-3-2-1-via!" con le dita, mentre
in una partenza collettiva un aiutante del cronometrista mi tocca la spalla
per avvisarmi della partenza. Nella gara del CUSI, il coordinatore mi ha suggerito
di guardare gli altri concorrenti e capire quando stavano dando con gli sci
la spinta della partenza...
Tuttavia perdo diverse informazioni utili: per esempio a ogni passaggio davanti
ai cronometristi gli altoparlanti annunciano i tempi dei concorrenti, che
quindi possono regolarsi meglio su come proseguire. Non sentire frasi di sostegno,
come: "Bravo, 111, continua così! Forza che puoi vincere! Dai,
che è l'ultimo giro!", comporta un'incertezza sul numero di giri
da effettuare ancora, anche se i cronometristi mi indicano con le braccia
quanto è importante sapere. La giornalista che mi aveva intervistato
e la responsabile del CUS Torino si sono dimostrate sensibili ai problemi
degli audiolesi e stanno riflettendo su come organizzare nelle Universiadi
2007 una gara di sci da fondo alla quale possano partecipare sia gli sportivi
udenti che quelli audiolesi.
Svolgo diverse altre attività sportive, nelle quali incontro difficoltà
simili, che riesco a superare con un certo impegno. In piscina o al mare devo
togliere le protesi acustiche e percepisco solo le vibrazioni dell’acqua
dalla pancia.
Nel canottaggio se la mia barca è un po' lontana dal motoscafo dell’allenatore,
non capisco le sue indicazioni e devo chiedergli di avvicinarsi.
In tutti gli sport sono importanti i miei rapporti con gli allenatori ed i
compagni ed è sempre necessaria una prima fase per sensibilizzarli
sui problemi uditivi. All’inizio non sempre riuscivo a farmi capire
dall'allenatore o da qualche compagno che non conosceva la sordità;
poi man mano ci siamo capiti meglio e l’allenatore si è abituato
a ripetermi quello che aveva detto ai miei compagni: questo sport è
così diventato per me fonte di soddisfazione. Recentemente ho fatto
una prova individuale di canoa a Torino con un’allenatrice del CUS,
molto attenta alle mie necessità, così che ho potuto seguire
meglio le sue indicazioni, come nello sci da fondo. Penso di riprendere presto
questa attività.
Attualmente sto frequentando il corso universitario di pallavolo del CUS.
Grazie alla mia adesione al "Progetto Disabili", la partecipazione
è gratuita e credo che ciò sia giusto perché la frequenza
favorisce l’integrazione sociale con gli udenti.
Se pratico uno sport di squadra, mi diverto maggiormente per la possibilità
di essere in compagnia, tuttavia devo fare degli sforzi maggiori per comunicare
con l’allenatore ed i compagni, perché sono più complessi
i meccanismi di comunicazione: se non ho capito un’indicazione dell’allenatore
che si rivolge al gruppo durante una partita, rischio di non seguirne bene
le fasi e restare isolato rispetto alle azioni dei compagni. Nel corso universitario
che sto frequentando ho imparato con entusiasmo degli aspetti della pallavolo
che non avevo compreso bene nei corsi precedenti, che riuscivo a seguire a
fatica, e ora invece riesco a praticare questo sport alla pari di un udente.
Soprattutto sono contento di aver conosciuto nuovi amici che hanno compreso
le mie difficoltà. La disponibilità dell’allenatore ad
aiutarmi negli allenamenti mi permette di trovarmi bene con i compagni di
squadra e provare l’emozione di divertirmi a giocare una partitella
di allenamento in cui essere coinvolto nell’azione di gruppo in modo
attivo e efficiente.
Oltre a questi corsi ho partecipato anche ad alcune iniziative sportive a
livello nazionale e internazionale che hanno accresciuto la visibilità
ottenuta con la rivista e il Sito Web del CUS Torino, il Sito Web del Progetto
Europeo VOICE, la trasmissione televisiva Racconti di Vita di RAI-3: attraverso
gli stessi ho cercato di diffondere informazioni sulle possibilità
di praticare uno sport, superando i problemi uditivi e le difficoltà
di comunicazione.
Tratto dal libro Cento Parole
Provincia di Torino
Elena Morea Editore di T.R.A. srl, Torino
A.P.R.I. Onlus, Torino
Giacomo al traguardo della gara di sci da fondo del CUSI
(Bardonecchia, 6 marzo 2005)