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Eventi 2006
Un tedoforo non udente
porta la fiaccola delle Paralimpiadi

Torino, 8 marzo 2006



Giacomo alla partenza del tratto affidatogli come tedoforo
(foto di Mario Sofia dal Sito Web de La Stampa)

La responsabile del Progetto Disabili, Laura Moriondo mi aveva offerto la possibilità di fare il tedoforo insieme ad un altro atleta diversamente abile e ho accettato volentieri questa opportunità di presentarmi ad un vasto pubblico. Avevo compilato un modulo via internet al Comitato Italiano Paralimpico e quasi non pensavo che sarei stato accettato per fare il tedoforo con altri diversamente abili, anche perchè alle Paralimpiadi di solito partecipano soprattutto gli sportivi in carrozzella ed i non vedenti. Ed in effetti all'inizio il Comitato aveva pensato di chiamare i diversamente abili con problemi diversi dalla sordità, ma in seguito mio padre e Laura Moriondo avevano spiegato al Comitato l'importanza di rappresentare tutte le diverse disabilità. Così il Comitato mi ha accettato e mi ha mandato una e-mail di conferma: è stato un momento indimenticabile per me. Fino a quel momento non mi aspettavo questa bella notizia e così ho provato una gioia immensa per partecipare ad un evento così importante a livello internazionale.

Ed ora il grande evento!!!

Ho avuto l’onore di portare la fiamma paralimpica per le vie di Torino... nel pomeriggio del 8 marzo 2006, durante la prima giornata del viaggio della fiaccola paralimpica, che poi è continuato nei due giorni successivi, fino all'accensione della grande fiamma nello Stadio Grande Torino.
Ero molto emozionato di partecipare alla staffetta dei tedofori. Fino ad allora avevo praticato delle attività del CUS e del CUSI rispettivamente a livello regionale e nazionale, ma adesso si trattava di un evento internazionale!
Io, studente universitario affetto da sordità, chiamato a rappresentare il CUS Torino ed il suo Progetto Disabili, sono stato accolto davanti al municipio di Torino con grande simpatia dagli organizzatori e dal gruppo dei tedofori al pomeriggio. Nell'attesa dell'inizio del percorso della fiamma olimpica, inaugurato dal primo tedoforo, il sindaco Sergio Chiamparino, mi sono riunito a dei tedofori, simpatici, sportivi e pronti a portare la fiaccola.
Siamo saliti nel bus speciale che ci ha portati lungo le vie di Torino per prendere posizione nei punti prefissati, dai quali avremmo portato la fiaccola per un tratto del percorso. Ognuno di noi si è sceso ed ha portato la fiaccola fra gli applausi del pubblico ed i flash dei fotografi. Provavamo tutti una grande gioia in questo momento eccezionale, unico nella nostra vita! Anche se forse non parteciperemo alle gare paralimpiche, la nostra partecipazione come tedofori è servita a dimostrare al grande pubblico che abbiamo una grande passione e volontà di praticare uno sport.

Verso le 19.10 il mio turno: ho portato la fiaccola in Via San Secondo, dopo aver ricevuto la fiamma all'altezza di Via Pastrengo dall’assessore alla Montagna della Regione Piemonte Bruna Sibilleda, fino a Via Montevecchio, dove la consegnavo ad un altro sportivo diversamente abile.
Mentre portavo la torcia, ricevevo innumerevoli applausi, saluti e complimenti dal pubblico. In quel momento ero consapevole del significato della fiamma, considerata come un simbolo di pace, fratellanza e integrazione tra persone diversamente abili e persone normali. Poi sono salito su un secondo bus speciale, mentre continuavano gli applausi ed io salutavo dalla finestra del bus.
Alla fine del percorso della fiaccola olimpica c'è stato un aperitivo serale e ho salutato il presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso che sorrideva e parlava con noi diversamente abili sulle nostre attività sportive, dimostrandoci la sua sensibilità verso i nostri problemi dovuti alle varie disabilità. In quel momento il pubblico voleva parlare con me e altri tedofori come lei e ci chiedeva l'autografo. Ho accettato volentieri di firmare degli autografi per la prima volta e in quel momento stavo ottenendo la notorietà di farmi riconoscere come sportivo non udente del CUS.

Sono diventato sordo a 3 anni. Questo problema di udito non mi ha impedito di coltivare la mia passione per lo sci da fondo e altri sport come la pallavolo e di creare occasioni di interazione con gli udenti. Lo sci da fondo è un sport faticoso, che richiede una grande forza nella spinta con le racchette, una tecnica adeguata ed una buona resistenza fisica per percorrere molti chilometri di pista di fondo. Ho avuto l'occasione di partecipare ad alcune gare di questo sport, come i campionati universitari nazionali di Bardonecchia nel marzo 2005.

Giacomo Pirelli
giac_pirelli@hotmail.com


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