Le esigenze degli spettatori audiolesi nei cinema
In Italia l'ENS (Ente Nazionale per la protezione e assistenza dei Sordomuti)
ha 40.000 iscritti non udenti (dati statistici forniti dal sito internet www.ens.it
);
oltre ad essi vi è un numero ancora maggiore di audiolesi oralisti
e sordastri (i primi, che privilegiano il linguaggio orale rispetto alla lingua
dei segni; i secondi, con un residuo consistente di udito), che fanno riferimento
alla FIADDA, un'altra associazione nazionale di non udenti, o a varie associazioni
regionali di portatori di impianto cocleare (apparecchio sofisticato che,
tramite degli elettrodi impiantati in una parte strategica dell'orecchio interno,
permette di produrre delle frequenze uditive artificiali che vengono trasmesse
al nervo acustico) come l'AGUAV di Varese, l'APIC di Torino, ecc...;
infine, vi è la maggior parte della popolazione audiolesa (costituita
da persone affette da sordità in età adulta o da sordità
lieve e dagli anziani che perdono gradualmente l'udito) che è iscritta
a nessuna associazione specifica.
Secondo le statistiche circa l'1% della popolazione italiana è affetta da sordità profonda e il 10% da sordità lieve. Se a questo aggiungiamo alcuni milioni fra immigrati stranieri e stranieri temporaneamente alloggiati in Italia otteniamo una percentuale altissima di persone che beneficerebbero del sottotitolaggio, sia per seguire i film, sia come strumento di apprendimento della lingua italiana. Senza contare tutti coloro che, per motivi di studio, di lavoro o di cinefilia, preferirebbero ascoltare i dialoghi di un film in lingua originale.
Mentre in paesi bilingui o in piccoli paesi, soprattutto nel nord-Europa,
la tendenza è all'utilizzo dei sottotitoli, l'Italia è un paese
dalla lunga e gloriosa tradizione del doppiaggio.
Come conseguenza, finora, in Italia, solo pochi cinema, come il cinema Massimo
a Torino, sottotitolano alcuni film poco noti o con un pubblico ristretto
che vengono proiettati in versione originale. E' molto raro che un film attuale
o di massa sia proiettato in versione originale, visto che in generale tutti
i film vengono doppiati. Pertanto, è praticamente impossibile assistere
alla proiezione di un film recente sottotitolato, pur se straniero, e ancor
meno di un film italiano, che non viene quasi mai sottotitolato.
In effetti, quando i produttori dei film pensano ai sottotitoli, pensano
in primo luogo a consentirne la fruizione a persone di altra madre lingua
(cioè traducendo il testo dei dialoghi), tralasciando la descrizione
dei suoni o altri commenti indispensabili per la fruizione da parte di uno
spettatore non udente ("bussano alla porta", "suono del telefono
o del campanello", "sparo fuori campo", "tono ironico",
ecc.).
Questa carenza della sottotitolazione dei film nelle sale cinematografiche
è particolarmente evidente se confrontata ad altri paesi europei, in
particolare il Regno Unito, dove sono numerosi i cinema che proiettano i film
sottotitolati, con diversi sistemi, e più precisamente oltre 56 con
il sistema DTS in 30 città diverse (Press Release della DTS italiana
del 23 gennaio 2004).
Tornando a noi, solo il cinema Eliseo di Milano e quello Mignon di Roma stanno facendo la sperimentazione della sottotitolazione italiana di un film italiano che si chiama Private. Questo però è solo l'inizio della diffusione della sottotitolazione cinematografica in Italia. Purtroppo manca ancora la pluralità di scelta dei film sottotitolati nelle sale cinematografiche. Questa carenza è ancor più incisiva se analizziamo i film di più larga diffusione.
Per quanto riguarda i festival cinematografici, invece, la situazione è
un po' migliore. Il Torino Film Festival proietta alcuni film in versione
originale e sempre sottotitolati.
Il Future Film Festival di Bologna è forse il primo in Italia ad applicare
la sottotitolazione in versione italiana a film di massa, come Shark Tale.
Nell'ultimo Future Film Festival (gennaio 2005) veniva offerta la scelta di
una decina di film sottotitolati in due diversi cinema, stimolando maggiormente
l'affluenza alle sale. Però il Festival dura solo pochi giorni e si
fa solo una volta all'anno...
3. Richieste concrete ai gestori
Nel mio caso, vorrei far notare di essere andato appositamente da Torino a Bologna per partecipare all'evento. Questo fatto mi sembra una chiara conferma dell'interesse e della disponibilità di molti non udenti di sopportare costi relativamente elevati pur di fruire di quanto essi hanno bisogno. Molti gestori di sale cinematografiche dovrebbero riflettere sull'importanza di questo "mercato potenziale" di spettatori.
L'esperienza di questi festival internazionali dovrebbe essere un motivo per spingere i gestori delle sale cinematografiche ad applicare il sistema di sottotitolazione nei film che fanno registrare maggiori incassi nei botteghini, come per esempio Spiderman2 o Ocean's Twelve così da attirare una quantità maggiore di spettatori ogni settimana. La sottotitolazione potrebbe incentivare la presenza degli spettatori non udenti nei momenti di maggiore affluenza (fine settimana) per consentire l'integrazione e la partecipazione con i loro amici; ma potrebbe essere particolarmente vantaggioso per i gestori effettuare le proiezioni sottotitolate anche in orari di minore affluenza (nei giorni feriali) in modo da assicurare un migliore utilizzo delle sale.
Noi non udenti abbiamo il diritto di assistere alle rappresentazioni cinematografiche
e teatrali così come i normoudenti, grazie alla rimozione degli ostacoli
che aggravano la nostra condizione di disabilità ed il distacco comunicativo
e sociale dai normoudenti.
Il teatro e il cinema sono luoghi di aggregazione sociale e culturale, dei
quali non possiamo godere appieno, restando di fatto esclusi dalla società.
Ma le difficoltà di seguire i film senza sottotitoli non riguardano
solo i non udenti, ma anche gli stranieri che vivono in Italia con
difficoltà di integrazione e questo quindi è un altro
motivo per la sottotitolazione dei cinema.
Nella relazione relativa alla presentazione del giugno 2004 del sistema DTS
di proiezione dei sottotitoli da parte della ditta Lubiani Cinematografica
è stato indicato che le tecnologie per rimuovere questi ostacoli sono
essenzialmente i sistemi di campo magnetico e la sottotitolazione dei film.
Oltre a queste tecnologie, si stanno diffondendo i cinema digitali che, secondo
me, possono sostituire le sale cinematografiche che proiettano solo i film
in pellicola tradizionale, di solito prive di sottotitoli. Quindi questo tipo
di cinema può essere una buona soluzione per abbattere le barriere
comunicative tra udenti e audiolesi, visto che il DVD di solito è ricco
di contenuti multimediali e offre la scelta della lingua per la sottotitolazione.
Però i gestori dovranno contattare le ditte di distribuzione per avere
i DVD, o, soluzione ancor più d'avanguardia, la trasmissione satellitare
dei film: in entrambi i casi dovranno essere disponibili i sottotitoli.
Il cinema digitale di Melzo (MI) si orienta in questa direzione e se per esempio
a maggio arriverà via satellite il film Star Wars Clone, il gestore
dovrebbe contattare la ditta di distribuzione per inserire i sottotitoli per
attirare l'attenzione dei non udenti ad assistere a un film così interessante.
Tra l'altro, se è vero che due o tre amici audiolesi potrebbero, con
la stessa spesa dei loro biglietti del cinema, acquistare il DVD per vedere
il film a casa, è anche vero che è più bello vederlo
su uno schermo grande, in compagnia del pubblico.
Va peraltro segnalato che i gestori dei cinema incontrano delle difficoltà
nel reperire i film sottotitolati, sia perchè in molti casi non sono
disponibili, sia perchè, anche quando lo sono, manca l'informazione
sulla loro reperibilità.
Sarebbe quindi importante sensibilizzare le case di distribuzione al problema,
cioè alla necessità di sottotitolare i film, ed all'informazione,
cioè alla necessità di diffondere l'informazione su quali film
sono disponibili con i sottotitoli.
Per fare un passo avanti in questa sperimentazione, le associazioni potranno
richiedere alla ditta di distribuzione dei film o dei video proiettori di
organizzare delle serate in una sala cinematografica con un film nuovo sottotitolato
in versione italiana. Si potrà pubblicizzare questa serata a un vasto
pubblico sia di udenti che audiolesi e anche agli esponenti del consiglio
comunale e regionale, tramite adeguati mezzi di comunicazione. Oppure, se
il gestore é già convinto e applica del sistema di sottotitolazione
tipo DTS-CSS nei film nel cinema per la prima volta, dovrebbe annunciarlo
sui giornali o su televideo dell'ENS, come é avvenuto con la società
Raggio Verde a gennaio quest'anno.
Via via che questo sistema di proiezione dei sottotitoli sarà conosciuto
da parte degli audiolesi e dei gestori, questi ultimi comprenderanno le nostre
esigenze di assistere in questo modo ai film e la possibiltà di riempire
le sale cinematografiche, spesso quasi vuote per mancanza di questo sistema.
Gli esponenti regionali saranno sensibilizzati a dare un contribuito economico
ed eventualmente legislativo ai cinema per la diffusione del sistema di sottotitolazione
corrispondente alle nostre esigenze.
Un laureato della facoltà di traduzione e interpretariato di Bologna
ha sostenuto una tesi sul sovratitolaggio ed adattamento
linguistico simultaneo del teatro d'Opera
(vedere: Sezione Didattica > Università > Tesi > Carlo Eugeni).
Egli si propone di estendere l'attività anche per rispondere alle esigenze
dei non udenti, in collaborazione con l'Università di Forlì,
che prevede tra l'altro l'odi organizzare ad ottobre un convegno Fra parola
e immagine, nuove linee di ricerca sulla traduzione per lo schermo:
(vedere: Sezione Eventi > 2005 > Ottobre).
Possiamo offrire un sostegno ad una sperimentazione regolare e contribuire
a reclamizzare gli spettacoli sottotitolati, tramite il Sito Web del Progetto
Europeo VOICE, le Riviste ed i Siti Web delle Associazioni degli audiolesi
e delle trasmissioni televisive o le loro pagine Televideo.
Giacomo Pirelli
giac_pirelli@hotmail.com
gennaio 2005