Rassegna stampa sulla discussione della tesi di Laura Parodi, laureanta audiolesa in Scienze dell'Educazione presso l'Università di Milano Bicocca
Articolo tratto dal Sito Web del giornale La Provincia
di Como del 16/07/2003
http://www.laprovinciadicomo.it/
La storia: Audiolesa dalla nascita,
ha indicato nel suo lavoro come integrare i disabili
Una tesi contro la sordità
Laura Parodi studia le barriere in aula per chi non sente
Scuola senza barriere Laura Parodi, la giovane
canturina che si è laureata ieri
Foto Borrello
Ho scelto questo argomento perché non sono mai stata soffocata dal
silenzio e la sordità che mi ha toccato così da vicino, per me non è
stata solo un handicap». Laura Parodi, 25 anni, canturina con una sordità
neurosensoriale profonda che l'accompagna sin dalla nascita, ieri ha
festeggiato un traguardo importante.
Alla commissione chiamata ad ascoltare la sua tesi - discussa ieri mattina
nell'aula Riccardo Massa dell'università Bicocca di Milano - non ha
sciorinato teorie o convincimenti maturati come semplice studentessa.
Ha parlato, in primis, di sé, usando in apertura di discussione
le parole che aprono anche questo articolo, e inaugurando così la
prima tesi - in assoluto - sostenuta da uno studente audioleso alla
Bicocca.
Ha parlato della sua esperienza di ragazza, oggi dottoressa con lode
in Scienze dell'Educazione, ieri bambina affetta da una gravissima
forma di sordità che l'avrebbe potuta condannare al silenzio più totale. Laura,
invece, secondogenita di Elio Parodi, presidente dell'Associazione famiglie
audiolese di Como, di cose da dire ne ha tante e le dice parlando fluentemente
e dedicando la sua tesi alle "barriere della comunicazione" che
impediscono agli studenti audiolesi di godere di "pari opportunità".
Il titolo del suo lavoro è esplicito: "Modelli auspicabili per l'integrazione
dei soggetti audiolesi all'università. Il caso della Bicocca", perché
l'integrazione, dice lei, "oggi è possibile". Un
tomo da 276 pagine che non solo contiene interviste e questionari a studenti
audiolesi, ma anche passaggi autobiografici e riflessioni amare, come quelle
riportate nella premessa: "Sono sorda sin dalla nascita - vi si legge
- e ho sentito, per la prima volta, certi suoni solo l'anno scorso, dopo aver
attivato un impianto cocleare, eppure non sono mai stata soffocata dal silenzio,
i suoni che non udivo li immaginavo, aiutandomi con la percezione corporea
e visiva. Come i bambini udenti, ho avvertito il bisogno di comunicare e di
esprimermi. Ho forse la pretesa, spero non eccessiva, di farmi portavoce
delle esigenze degli studenti sordi all'università e di dare visibilità a
questo handicap, per molti versi ancora "invisibile" e
a cui, a volte, non si pone la dovuta attenzione». Per esempio? "Quando
un professore si gira per scrivere alla lavagna non possiamo seguire il labiale
- spiega - e poi c'è la difficoltà di prendere appunti senza poter staccare
lo sguardo dal volto di chi parla: tutte queste, e purtroppo molte altre,
sono "barriere della comunicazione" che devono essere superate con
scelte coraggiose delle università, con investimenti e soprattutto con un
nuovo approccio all'handicap da parte di tutti, docenti inclusi".
Basterebbe poco: "Lavagne luminose invece delle tradizionali, o utilizzare
durante le lezioni strumenti come il progetto "Voice" –
un software capace di sottotitolare in diretta le conversazioni, ndr
– oppure ancora il poter disporre di tutor esperti in problematiche
di disabilità. Ho incontrato molta disponibilità e un grande interesse: speriamo
che ciò possa servire alla nuova generazione di studenti audiolesi".
Corrado Cattaneo