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Il Progetto VOICE per la Didattica:
tesi nel campo della disabilità
Sci di fondo:
sport e socializzazione per i non vedenti
Silvia Della Mea
Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione
Università degli Studi di Torino

Ho praticato lo sci di fondo, uno sport non molto popolare nel nostro paese, sin da quando ero piccola e a 10 anni ho incominciato a praticarlo a livello agonistico. Questo sport mi ha accompagnato per un lungo periodo della mia vita e mi ha aiutato, con l'impegno e il sacrificio che richiede, a crescere e a diventare una persona adulta.

Dal momento in cui ho cominciato a collaborare con la F.I.S.D. (Federazione Italiana Sport Disabili), durante la stagione invernale 1999-2000, e ad avvicinarmi agli sport invernali rivolti ai disabili, è diventato in me sempre più vivo l'interesse per questo argomento e il desiderio di voler fare altre esperienze in questo ambito. Quindi l'idea del mio lavoro è nata grazie a queste attività svolte sul campo, insieme alla mia grande passione per lo sci di fondo. Ho così deciso di indagare, se effettivamente questo sport avesse potuto essere utile anche ad altri. Oggi infatti si parla con maggior frequenza dei benefici dello sport, che noi tutti tendiamo a praticare sempre più spesso, o da soli o in compagnia, o all'aperto o in luoghi chiusi, a seconda delle nostre possibilità.

Certamente per un normodotato lo sport apporta numerosi benefici, non solo fisici, ma anche psicologici e sociali. La ricerca che ho svolto ha cercato di dare una risposta ad un quesito che mi ponevo da tempo "Lo sport può apportare dei reali benefici ai disabili?". E approfittando dell'occasione della settimana bianca dell'U.I.C. (Unione Italiana Ciechi) di Torino, che si sarebbe svolta l'ultima settimana di gennaio 2000 a Claviere, ho deciso di focalizzare l'attenzione sullo sport per i non vedenti e di affrontare il tema del potere socializzante e integrante che può avere.

La prima parte del mio lavoro illustra l'handicap visivo nella sua complessità: dal funzionamento della vista alle relative patologie che possono portare alla cecità sino allo sviluppo del non vedente analizzandone i vari aspetti: motorio, cognitivo e socio-affettivo. Particolare attenzione viene rivolta ai processi percettivi e alla strutturazione del concetto corporeo.
Valutando più approfonditamente il problema dell'integrazione e dell'educazione, viene riconosciuta l'importanza di un'adeguata educazione corporea e motoria; per questo il gioco e lo sport vengono ad occupare una posizione molto importante nello sviluppo della completa personalità e nella riabilitazione del non vedente. Viene affrontato quindi il tema dello sport, di tutte le possibilità che si presentano per praticarlo, delle organizzazioni preposte e di tutti i benefici che può apportare, non solo fisici, ma anche psicologici e sociali.

Partendo da questi presupposti, è stata condotta la ricerca di tipo sperimentale grazie alla partecipazione di un gruppo di non vedenti nella pratica dello sci di fondo; infatti, durante la settimana bianca, svoltasi tra il 24 e il 29 gennaio 2000 a Claviere (TO), organizzata dall' U.I.C di Torino, 10 non vedenti, di età diverse, si sono armati di coraggio e buona volontà e hanno sfidato anche le intemperie e un gran freddo per partecipare molto volenterosamente all'attività. L'ipotesi di partenza era il forte valore socializzante che lo sport poteva avere all'interno del gruppo. Le conclusioni hanno dimostrato che non solo lo sci di fondo aveva contribuito notevolmente alla socializzazione tra i partecipanti non vedenti, ma anche rispetto ai normodotati (maestri ed accompagnatori), rivelandosi così un ottimo strumento di socializzazione e d'integrazione. Infatti, i momenti passati insieme sulle piste da sci, hanno permesso di instaurare delle relazioni di fiducia e di amicizia, che hanno fatto sì che il gruppo trascorresse altri momenti insieme, ad esempio la sera, uscendo o giocando a scacchi e a carte. Tutto questo ha permesso la nascita di vere amicizie tutt'ora esistenti e ha reso l'attività un'esperienza davvero significativa.

Negli anni successivi alla stagione invernale del 2000, l'U.I.C. di Torino ha continuato ad organizzare la settimana bianca di sci di fondo a Claviere verso la fine di gennaio. La maggior parte dei fondisti sono gli stessi, che accettarono con entusiasmo di partecipare alla mia ricerca, altri sono dei neofiti dello sci di fondo che desiderano provare una nuova ed emozionante esperienza. Altri ancora, quest'anno si dedicano anche allo sci alpino. Proprio in questi giorni, li ho incontrati sulle nostre piste con le loro guide, il loro numero è sensibilmente aumentato: quest'anno sono ben 23 gli sciatori in pista! E tra neofiti e veterani, freddo o bel tempo, l'entusiasmo è sempre molto alto!

Silvia Della Mea


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