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La sottotitolazione nei teatri e nell'opera

Fino a poco tempo fa il teatro era un intrattenimento di esclusivo appannaggio degli udenti. A partire dall'invenzione dei sopratitoli nel 1984 in Canada, questo mondo ha cominciato a farsi intendere anche dagli audiolesi.
Oggi sono molti i teatri che si sono presi a cuore questo aspetto sociale e si sono attrezzati con vari sistemi di quello che chiameremo in questo sito adattamento linguistico simultaneo, cioè delle strumentazioni elettroniche che permettono di proiettare, in tempo reale, dei sottotitoli contenenti un adattamento linguistico (più che una traduzione) di ciò che viene detto sul palco. Si tratta, per lo più, di sopratitolazione, ma anche di altri sistemi un po' meno noti ma largamente utilizzati.
Oltre ad essere un utile strumento di apprendimento linguistico per gli udenti (visto che, tra le varie applicazioni di questi strumenti, ci sono appunto le opere o pièce in lingua straniera), i sottotitoli sono un prezioso ausilio per i non udenti e per tutti coloro che hanno problemi di udito. Il successo di queste strumentazioni è stato così immediato che persino il teatro d'opera annovera tra i suoi collaboratori e spettatori diverse associazioni di audiolesi.
Alcuni teatri fanno ricorso alla sottotitolazione quando l'opera è presentata nella lingua originale in cui è stata composta, e questa è diversa da quella prevalente della città del teatro di rappresentazione. Alcuni teatri presentano la sottotitolazione anche in diverse lingue, facilitando la comprensione da parte di un pubblico più vasto.

Collaborazione Dottorato Università Napoli/Forlì:


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