PARLIAMONE


notiziario
Periodico trimestrale - Settembre 1996 - N. 9 Distribuzione gratuita ai soci
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I GENITORI CI SCRIVONO


Qual è lo status dell' applicazione della legge 104 nella scuola?
Siamo i genitori di un bambino sordo di otto anni, Enrico, che ha frequentato con sufficiente profitto la seconda elementare di una scuola pubblica statale. Nonostante il suo impegno e la sua buona volontà, dopo un'analisi piuttosto accurata della situazione, abbiamo preferito spostarlo in un'altra scuola e fargli ripetere la classe. Il tutto per una serie di complesse e gravi motivazioni che preferiamo sintetizzare con la frase "non attuazione della legge 104".
L'interrogativo che a più riprese ci siamo posti e continuiamo a porci è: in che modo altri genitori hanno fatto fronte a un netto rifiuto degli insegnanti dei propri figli, o all'indifferenza dei dirigenti scolastici, di collaborare e confrontarsi con gli specialisti che seguono i loro bambini? A noi, dopo un'ispezione chiesta al Provveditorato, la soluzione migliore è parsa il trasferimento in un'altra struttura in cui pare operino insegnanti più qualificati, aggiornati su metodi e strategie di intervento, dove il dirigente scolastico è parte attiva nel dialogo tra le persone che a vario titolo sono vicine ai nostri bambini.
Personalmente saremmo interessati, ma credo lo siano anche ALFA e i suoi associati, a conoscere lo "status" dell'applicazione della legge 104 nel nostro territorio e magari aprire un dibattito tra genitori, insegnanti e specialisti su questo argomento che può influire in maniera rilevante sui risultati di qualunque percorso scolastico.

Emanuela e Roldano Paolillo

Sono purtroppo ancora molto frequenti i casi in cui si è costretti a cambiare scuola. Se da un lato possiamo dire che molte scuole, soprattutto elementari, stanno lavorando bene e che molti sono gli insegnanti che collaborano con le logopediste e i genitori, ci sono ancora delle situazioni dove sordi non sono i bambini ma le maestre. Applicare la legge 104 non è d'altra parte una questione di adempimenti formali. E' necessario capire che cosa vuol dire adeguare il proprio metodo alle esigenze di ogni bambino, ma anche avere le risorse umane e professionali necessarie per poterlo fare. Il ricorso al Provveditore è una dovuta segnalazione di inadeguatezza della scuola ad adempiere alla legge, ma difficilmente può mutare una situazione che non è tanto dovuta ad una grave negligenza quanto ad una reale incapacità a far fronte alla situazione. Il Provveditore solo in caso di negligenze molto gravi e comportamenti molto scorretti può disporre l'allontanamento di un insegnante. In questi casi il genitore non ha purtroppo altra scelta che quella di cercare in un'altra scuola le risorse di cui ha bisogno. Un cambiamento di scuola in prima elementare può non essere molto traumatico, ma con l'avanzare dell'età del bambino tutto diventa molto più difficile.
Vi ricordiamo comunque che è indispensabile che la scuola si attivi subito per prendere contatto con i logopedisti, gli insegnanti che seguono il bambino a casa e i genitori: Anche se la legge non specifica dove, come e quando i diversi operatori devono incontrarsi, molte scuole si attivano subito. Consiglio i genitori di telefonare in associazione se vedono che entro la fine di ottobre la scuola non ha ancora preso contatto con i genitori e le logopediste per stendere un programma di lavoro adeguato ai bisogni del bambino. (Vi ricordo anche che l'IRRSAE Lombardia offre un supporto alle maestre che per molti bambini si è rivelato prezioso.)

Emi Bonadonna

Quel borsone, quella damigiana...
E' ora di andare dall'ortofonista, prendi la bimba da una parte e il borsone con tutti gli "oggetti", le schede, i libretti dall'altra: Quanto pesano! Sali sull'autobus, metro, fai un pezzo a piedi... E se è così per me che abito a Milano, quanto è dura per chi viene da fuori (e sono tanti) e deve pure prendere un treno. L'ortofonista dice "la prossima volta mi porti: una damigiana, etc. etc.". Certo, è facile! La più piccola che ho in cantina è di circa 20 litri, dove me la metto? E poi è di vetro... Cosa faccio? Telefono a mia madre, le chiedo: "sai fare una damigiana?" "Provo" risponde. E il giorno dopo eccola. E' proprio carina, in DAS (l'ho conservata, insieme ad altri manufatti, per ricordo), pesa poco ed è proprio quello che serve: una damigiana in miniatura. Certo, ci sono anche negozi specializzati, ma chi trova il tempo di andarci e quanti soldi servono?!
Allora, a distanza di anni (la bimba in questione ha ora 17 anni) una proposta:
perchè non trovare volontari (nonni, genitori, figli) con abilità "sociali" per reperire o con abilità manuali anche non eccezionali per produrre gli oggetti utilizzati per la riabilitazione in modo da averli a disposizione senza doverli portare da casa? E perchè non fornirli a chi non ha nè tempo nè capacità di procurarseli per il periodo in cui ne ha bisogno? Si potrebbe trovare un luogo adatto in cui raccogliere materiali vari (mi ricordo una farfalla di "panno lenci", una vespa di "stoffa" e "fil di ferro") e confezionarli, chiacchierare, fare amicizia. Parliamone....

Eliana Orefice Volpe

Per mettervi in contatto telefonate in segreteria, lasciate il vostro numero ed Eliana vi richiamerà.


SOMMARIO di Parliamone n.9


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