PARLIAMONE


notiziario
Periodico trimestrale - Ottobre 1997 - N. 11 Distribuzione gratuita ai soci
Registrazione Tribunale Milano 15.5.1993 N. 251 Direttore Responsabile: Mario de Miranda

Associazione iscritta nel Registro Regionale del Volontariato con decreto del Presidente della Regione Lombardia n. 18575 del 28.9.'89

Sede: Via P. Teulié, 11 - 20136 Milano

Tel. 02/58320264 - Fax 02/58322129



 

Iniziative Alfa 1997/98

 

 

Finalità

 

 

 

L'Associazione intende promuovere interventi per migliorare la propria capacita' di risposta ai bisogni e alle richieste degli associati sviluppando le iniziative sperimentate lo scorso anno che valorizzano la risorsa gruppo.

 

Il Progetto ha l'obiettivo prioritario di realizzare le finalita' dell'associazione:

"L'Associazione si propone come obiettivo fondamentale quello di inserire l'audioleso in condizioni di parita' nell'ambito sociale" (Statuto, art.2).

Gli interventi intendono:

  •  
  • costruire e realizzare strategie operative sempre più efficaci per sviluppare le capacita' comunicative e relazionali degli adolescenti e dei giovani sordi nell'ambito famigliare, scolastico, sociale.
  •  
  • supportare i genitori nel loro ruolo genitoriale.
  •  
  • in particolare l'orientamento di fondo delle iniziative nei confronti dei giovani sordi si propone di promuovere e rinforzare la loro autostima coinvolgendoli in esperienze significative volte a rinforzare la consapevolezza delle loro potenzialità.

 

ALFA intende creare condizioni e spazi che consentano agli adolescenti, ai giovani, agli adulti sordi la possibilità di riprogettarsi, confrontarsi con sè e il mondo a partire dalle loro capacità e possibilità.

 

Dalla gabbia della sordità si può evadere soprattutto rinforzando i lati positivi della propria personalità, trovando i propri interessi nel mondo, acquisendo competenze che consentano un rapporto di scambio alla pari con gli altri. A fronte dell'aiuto che si chiede agli udenti per comunicare bisogna poter offrire disponibilità all'ascolto e alla comprensione degli altri

 

La protesizzazione precoce, l'educazione all'ascolto, l'apprendimento del linguaggio verbale e della lettura labiale, un titolo di studio, un lavoro non sempre bastano a superare il peso dell'handicap, a vivere la propria diversità e unicità. Pensiamo che il necessario rinforzo della personalità di un giovane sordo possa essere individuato in interventi pedagogici volti ad ampliare le loro prospettive verso una maggiore conoscenza di sè (laboratorio autobiografico, corso di lettura), che è la condizione per conoscere gli altri e quindi sapersi relazionare con loro,e verso il tempo libero che è palestra ludica dove si possono verificare le proprie attitudini e le proprie capacità a patto che si conoscano prospettive più ampie di quelle che generalmente un giovane da solo conosce.

 

Gli incontri con i genitori che si sono svolti lo scorso anno sono risultati preziosi e utili perchè hanno fatto emergere le competenze inespresse dei genitori, hanno messo in luce l'importanza di questo particolare aspetto educativo. Il "successo" del percorso (ri)abilitativo-educativo è proprio da individuarsi in questa capacità che i genitori hanno avuto di vedere nel proprio figlio non un sordo ma una persona.

 

Il Progetto nasce quindi dall'esperienza dei genitori e dei ragazzi ma anche dal confronto promosso da Alfa fra diversi specialisti che hanno interagito con il problema sordità. Riteniamo un "valore aggiunto" questa sperimentazione multi-disciplinare che vede coinvolti in parte attiva i diretti destinatari dell'iniziativa.

 

 

 

 

INTERVENTI DI SUPPORTO AI RAGAZZI

 

Laboratori autobiografici

Operatore responsabile del progetto: Dott.ssa Micaela Castiglioni cultore e collaboratore presso l'Istituto di Pedagogia - Università degli Studi di Milano.

L'iniziativa si avvale della supervisione del Prof. Duccio Demetrio - Cattedra di Educazione degli Adulti - Università degli Studi di Milano

 

Obiettivi

ALFA in collaborazione con la cattedra di Educazione degli Adulti (Prof. Duccio Demetrio) dell'Università degli Studi di Milano ha messo a punto e avviato un progetto di narrazione e scrittura autobiografica che coinvolge un gruppo di 10 giovani/adulti (25-30) audiolesi, 10 giovani (20-25 anni) e 6 adolescenti (15-20).

La proposta di rivisitazione autobiografica della propria storia di vita, già iniziata nel mese di luglio (5 incontri) con il gruppo di giovani/adulti, e di recente avvio con il gruppo dei giovani, ha comportato la predisposizione di laboratori in tempi e spazi organizzati e scanditi da compiti individuali e collettivi.

Attraverso "compiti" (o esercizi biografici) realizzati con strumenti che rimandano a differenti codici espressivi ci si propone di avvicinare i soggetti coinvolti ad un'esperienza di riappropriazione della personale vicenda esistenziale e di riflessione meditativa su di essa al fine di ritrovare (a patto di lasciarli emergere) in ogni "biograficità" significati latenti, frammenti esistenziali "non vissuti", risorse e potenzialità.

L'esperienza autobiografica di ascolto-racconto retrospettivo e introspettivo vuole simulare in persone adulte e in chi si sta avviando verso l'età adulta la capacità di pensarsi e di comprendersi come soggetti che hanno una storia (o che "sono" una storia) che, in quanto tale, diventa conferma esistenziale e possibilità di ritrascrizione e ricomponibilità interpretativa.

L'incontro con l'autobiografia negli spazi laboratoriali che sono stati organizzati (così come nei luoghi e tempi, esterni o interni, che ognuno può darsi) è diventato incontro conversazionale e narrativo con le continuità e discontinuità della propria vita, i "tanti" e i "niente", le scelte e le omissioni, le occasioni mancate e quelle coltivate, le salienze relazionali, gli arresti e i passaggi in avanti.

Il lavoro autobiografico che si è intrapreso, soprattutto attraverso il racconto scritto di sè, mira ad aiutare gli adulti e i giovani coinvolti a scoprire la propria identità molteplice e a costruire un'identità narrativa che, mentre si racconta, stabilisce nessi e connessioni tra i fatti e gli eventi, fornendo in questo modo spiegazioni e interpretazioni che possono ingenerare bisogni e desideri di apertura al nuovo, alla possibilità e riprogettualità (auto)formativa.

Il pensiero autobiografico che nel percorso laboratoriale organizzato è diventato progetto di narrazione e di scrittura di sè, tende a far sentire sia gli adulti che i ragazzi, autori e protagonisti della propria storia di vita che può essere accolta, accettata, rivisitata, esplorata e ri-progettata nei suoi contorni entro i contesti specifici in cui è vissuta.

Ipotesi di sviluppi futuri

Come si è già accennato con i ragazzi e gli adulti impegnati in questa esperienza di ricostruzione ed elaborazione della propria storia di vita si è fatto riferimento all'utilizzo della scrittura come codice espressivo privilegiato. Le varie suggestioni autobiografiche proposte durante i momenti laboratoriali porteranno infatti alla stesura della propria autobiografia o romanzo di sè.

E' rispetto alla scelta di questo medium espressivo come strumento di accesso alla conoscenza di sè che si possono derivare alcune ipotesi di sviluppo dell'utilizzo della pratica autobiografica con adolescenti, giovani e adulti audiolesi all'interno di percorsi predisposti. L'incontro con la scrittura di sè viene facilitato e assume un significato auto-apprenditivo e rigenerante se si attivano infatti contesti relazionali in cui le persone coinvolte scoprono che cosa significhi incominciare a scrivere la propria storia.

Se si tiene presente che nella nostra cultura la scrittura è molto valorizzata come strumento educativo e di crescita personale, l'attività di "scrittura su di sè" ha una ricaduta positiva immediata in quanto porta una valorizzazione personale e un senso di realizzazione.

 

L'esercizio della scrittura comporta poi una bi-locazione cognitiva (maggiore rispetto al pensiero e linguaggio orale) che aiuta il soggetto ad osservarsi prendendo le distanze da se stesso e quindi nell'esercitare in sè la capacità di auto-riconoscimento, di focalizzazione su parti di sè e della propria storia riconosciute come significative (ri-appropriazione, accettazione). In questo modo l'adulto, il giovane o l'adolescente vivono l'esperienza liberatoria e vivificante di rappresentarsi a se stessi prima che agli altri.

Fissare sulla pagina bianca aspetti o eventi della propria vicenda di vita, distanziandosi dai vissuti anche emotivamente impegnativi che li hanno accompagnati, significa poter gestire questi aspetti e fatti, ri-connotarli a livello valoriale ed emozionale ed eventualmente reinterpretarli in modo del tutto nuovo secondo la pluralità dei sè e degli sguardi che abita ognuno di noi.

L'incontro con la scrittura autobiografica, che stimola un pensiero introspettivo, mnestico e interpretativo, significa allora per un adolescente, un giovane e per un adulto attribuirsi un significato, o meglio, più di un significato, secondo una riappacificazione con alcuni aspetti della propria storia e una ri-trascrizione di alcuni di questi in certe circostanze.

La scrittura di sè diventa ulteriormente (auto)formativa quando in setting laboratoriali di gruppo si condividono brani di storie di vita, scoprendo la singolarità della propria vicenda ma anche ciò che ci accomuna agli altri, i significati latenti o l'insieme delle potenzialità inespresse della propria storia attraverso un ascolto interrogante e critico. In questo modo ci si può scoprire con la possibilità di "correzione" e rifinitura del proprio romanzo di vita.

Un'attenzione particolare sarà riservata al gruppo degli adolescenti. Il lavoro di ricognizione, rivisitazione autobiografica sarà rivolto ad un gruppo di adolescenti impegnati nell'attività di "progetto tempo libero". L'obiettivo è quello di avvicinare in maniera graduale gli adolescenti al dialogo interiore che può diventare abitudine, atteggiamento più familiare di cui si può scoprire il significato di ri-definizione e re-invenzione di sè.

Micaela Castiglioni

 

Il gruppo dei giovani adulti (25-30 anni), che ha iniziato prima dell'estate i suoi incontri, è a buon punto nel suo lavoro.

Anche il gruppo dei giovani (20-25 anni) ha iniziato a lavorare nel mese di settembre e l'iniziativa sta proseguendo con successo.

Se altri giovani sono interessati possono rivolgersi all'ALFA perchè possa essere preso in considerazione l'avvio di nuovi gruppi.

 

Educazione alla lettura e alla conversazione

Questo intervento era previsto per lo scorso anno e non è stato realizzato perchè abbiamo dato priorità all'intervento sulla costruzione della propria autobiografia di cui sopra.

Gli incontri si terranno presso la sede dell'ALFA Per un gruppi di 10 ragazzi dai 15 ai 25 anni. Si trattera' di 10 incontri di 2h e mezza.

Saranno condotti da un esperto della comunicazione e da una logopedista.

Per informazioni rivolgersi alla segreteria.

 

La parola scritta è molto simile alla Bella addormentata nel bosco. Va in un certo senso "baciata" per potersi vivificare. E una parola può considerarsi viva se agita prima e poi convoglia le personali emozioni. Il sottotesto affettivo potra' allora agevolmente esprimersi, in assoluta indipendenza dall'uso della parola. Una volta "caricate" (motivate), le persone che non dispongono dell'udito e dell'uso della parola scopriranno straordinarie capacita' di relazione, di ascolto di se stessi, degli altri. E proprio quelle parole finora vissute come "incubo" e nemiche semplicemente perchè intese secondo schemi tradizionali e obsoleti, si trasformeranno in potenti strumenti di comunicazione proprio perchè "pensate" nella loro essenzialita' espressiva.

I poeti non hanno scritto soltanto per coloro che hanno l'uso della parola. Beethoven, quando ha composto la Nona, era completamente sordo...

La lettura potra' riverberare elementi di tensione assopiti, animandoli, irrorandoli di senso individuale.

Il "lavoro" consistera' in attivita' di scoperta ludica che fara' perno sulle azioni teatrali, secondo ritmi e contenuti da stabilire in relazione alla natura del gruppo.

Concetto - chiave: guidare le persone a superare lo stereotipo della sordita' intesa come causa di

emarginazione. Vera e piena causa di emarginazione sono sì le parole, ma quelle - numerose e fluide - che zoppicano, storpiate dall'abitudine ad essere buttate fuori come "zambracche" (Montale).

Il risultato a cui miriamo è quello di mettere in grado i ragazzi di sostenere e argomentare un punto di vista, ascoltare e comprendere il punto di vista dell'interlocutore.

 

Attivita' di socializzazione per adolescenti: "Progetto tempo libero"

La progettazione, lo svolgimento, il monitoraggio continuo delle iniziative e la verifica del lavoro svolto saranno a cura di operatori che da diversi anni lavorano nel campo della formazione e dell'educazione: Dott.ssa Paola Cannì, Pedagogista - Orio Vivian, Formatore.

Le attività vengono svolte quindicinalmente utilizzando una volta il Sabato pomeriggio (4 ore) e una volta la Domenica (8 ore).

Il progetto è già partito. Dopo un primo incontro in sede degli adolescenti e dei loro genitori con i responsabili, Paola Cannì e Orio Vivian, i ragazzi sono stati un sabato pomeriggio al Parco di Monza per una biciclettata e un'intera domenica l'hanno trascorsa sul Lago Maggiore provando "il brivido" di timonare una barca a vela. Sembra si siano divertiti molto e soprattutto che siano stati bene insieme, visto che hanno subito organizzato una "pizzata"per il sabato successivo, senza accompagnatori!

Potrebbe essere ancora possibile partecipare. Per informazioni rivolgersi alla segreteria.

Solo le spese di viaggio, di vitto e delle attività (spettacoli, sport, etc) dei ragazzi sono a carico delle famiglie.

 

L'iniziativa, rivolta ad un gruppo di 15/20 ragazzi/e dai 15 ai 20 anni, è finalizzata a proporre esperienze educative in grado di sviluppare e rinforzare la socialità dei giovani adolescenti. Nel gruppo saranno inseriti alcuni adolescenti che vivono una particolare situazione di 'solitudine' e privazione di tessuti relazionali/amicali significativi.

Instaurare amicizie, incontrarsi, scoprire interessi comuni, divertirsi, condividere gioie e tristezze sono esigenze particolarmente sentite dai giovani.

L'appartenenza e il confronto con un gruppo di pari è infatti un elemento fondamentale di crescita nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza e alla vita adulta.

Le possibilità di aggregazione sul territorio milanese non sono molte e a volte non facilmente accessibili autonomamente.

A fronte di queste difficoltà molti giovani reagiscono rinchiudendosi solo nell'ambito familiare.

Prevale così un senso di solitudine che influisce negativamente nel processo di crescita.

Le proprie emozioni, sensazioni, desideri, paure sono gelosamente custodite dentro di sè come frutto di un'elaborazione personale unica e non condivisibile con coetanei che vivono le stesse problematiche con uguale senso di incomunicabilità.

I partecipanti saranno coinvolti in lavori di gruppo dove verrà posta attenzione alla capacità di ascolto di se stessi, di esplicitazione dei propri desideri ed emozioni, di relazione, di scambio e di condivisione con altri.

Sviluppare una maggiore consapevolezza di sè, delle proprie capacità e difficoltà aiuta e facilita il delicato momento di passaggio dall'adolescenza alla "vita adulta".

Si prevedono lavori di gruppo in cui saranno affrontate tematiche concordate secondo le esigenze dei partecipanti.

Incontrarsi, divertirsi, discutere, confrontarsi e rielaborare le esperienze vissute sia con i coetanei che con figure adulte di riferimento è un'esigenza sentita dai giovani che favorisce una crescita armonica e il più possibile serena.

Le proposte ludico-sportive-formative (uscite, gite culturali e sportive, incontri di discussione) si svolgeranno principalmente nelle giornate libere da impegni scolastici e saranno concordate con i partecipanti e con i famigliari.

Ampio spazio sarà dato ai desideri dei partecipanti che saranno coinvolti direttamente nelle scelte delle attività e dei luoghi, nella pianificazione e organizzazione. Si cercherà di favorire la curiosità e l'interesse per la scoperta del territorio e delle possibilità che offre. Verranno aiutati i partecipanti a decodificare e a utilizzare, se lo desiderano, le iniziative di tempo libero proposte da associazioni e strutture milanesi in modo da riuscire alla fine dell'anno, a favorire la ricerca autonoma di ulteriori momenti di aggregazione.

Un'attenzione alle esigenze, ai bisogni e alle caratteristiche particolari di ciascuno sarà garantita dagli operatori coinvolti che faranno colloqui di verifica individuale e di gruppo durante lo svolgimento del percorso.

Gli operatori responsabili del progetto attiveranno incontri di confronto per presentare le iniziative ai genitori e coinvolgerli nel progetto.

Paola Cannì, Orio Vivian

 

INCONTRI PER I GENITORI

Negli ultimi anni A.L.F.A. aveva privilegiato gli interventi di risposta ai bisogni dei casi individuali degli associati. Lo scorso anno ALFA ha ritenuto necessario recuperare uno spazio di riflessione e ricerca di gruppo da dedicare al ruolo genitoriale. A tal fine ha organizzato una serie di incontri, differenziati per fasce di eta' dei figli, che possano rappresentare un valido aiuto per i singoli genitori attraverso un confronto e una rielaborazione di gruppo,uno stimolo per A.L.F.A. a migliorare la capacita' di rispondere ai bisogni e alle richieste dei propri associati.

Quest'anno li riproponiamo a partire dal mese di gennaio 98. Potranno parteciparvi sia i genitori che già hanno fatto l'esperienza lo scorso anno che tutti gli altri.

Gli incontri avverranno nella nostra sede, e saranno condotti da Silvio Morganti. Si tratterà di 6 incontri di tre ore ciascuno per un gruppo di 20 genitori. Per informazioni rivolgersi alla segreteria.

 

Incontri per genitori di giovani adulti

L'esperienza accumulata da "singoli" genitori si perde con il diventar grandi dei figli. ALFA ha bisogno di non disperdere questo patrimonio, queste esperienze che sole ci permettono di farle diventare patrimonio di tutti.

Alcune riflessioni.

Scoprire ragione e natura di ciò che può essere definito successo nell'educazione del proprio figlio non udente (vincolo obbligatorio: bandire ogni considerazione al negativo, almeno in prima 'battuta'. Poi si vedra').

Il solo e semplice fatto di esistere (o, anche, di essere esistiti) è un fatto dai tratti positivi. Vanno (ri)scoperti.

Tali 'scoperte' andranno sollecitate proponendo stimoli adeguati, 'slivellati' rispetto ai tradizionali approcci ad un dramma umano (quando ho capito che mio figlio era sordo...) e densi di potere evocativo. La deriva dai processi primari ci portera' a navigare acque più calme e tranquille.

Alla scoperta, seguira' la socializzazione degli elementi salienti e propulsivi.

Ci è gia' possibile dire che, dove si rintracceranno i punti di forza nella relazione genitoriale. di 'cura' per il figlio, la' è stato correttamente occupato il seppur piccolo spazio di gioco caratterizzante la relazione genitori/figli. I racconti trasformeranno allora i ricordi (che in quanto tali sono una collezione un pò malinconica di eventi, storie, fatti, episodi scollegati) in atti di memoria che vanno intesi e sono potente strumento di conoscenza proiettata nel futuro.

L'obiettivo di questi incontri è quello di creare le condizioni perchè dalla riflessione prima individuale e poi di gruppo scaturiscano spunti e suggerimenti operativi

- destinati ai genitori 'più giovani', con figli 'più giovani', che possano giovarsi nell'ascoltare le rassicuranti trame relazionali vissute ed esperte.

- tesi a riconoscere (nei genitori 'più anziani') l'efficacia di competenze spontanee, alimentate dagli schemi affettivi e l'importanza di non delegare mai in termini assoluti agli specialisti la gestione dell'affetto, dell'ansia caratteristica di ogni rapporto genitori/figli. Lo specialista è indispensabile, ma il suo indispensabile sapere andra' metabolizzato dalle singole esperienze, dalle singole storie relazionali e di vita vissuta.

Come i ragazzi non udenti sono chiamati a 'prendere la parole', così i genitori si devono impegnare nel riconoscere prima di tutto ciò che di valido c'è e vi è stato nella loro 'fatica' educativa. Dopo, e solo dopo, si affrontera' il tema delle difficolta' (di inserimento, istituzionale, etc.).

 

A proposito degli incontri dello scorso anno

Questi incontri hanno consentito ai genitori di giovani adulti di raccontarsi e di confrontare le varie esperienze vissute.

La guida di Silvio Morganti e di Claudio Nizzetto è stata preziosa, perché ha incanalato le discussioni su binari produttivi, partendo da fatti minuti e quotidiani, facendo emergere spunti ed ipotesi di lavoro certamente utili per le nuove famiglie di Alfa.

Ecco alcune riflessioni dei genitori, raccolte durante gli incontri:

Bisogna capire, accettare, ma non subire, il problema della sordità.

E' giusto cercare l'aiuto degli specialisti ma occorre impegnarsi sempre in prima persona, perché la responsabilità nel bene e nel male è anzitutto dei genitori

Bisogna avere fiducia nei risultati della rieducazione al linguaggio, nonostante gli insuccessi e le battute di arresto e perseguire gli obiettivi con costanza.

Chi non ha pensato: è proprio necessario tormentare un bambino così piccolo, servirà a qualcosa ?

Occorre saper essere flessibili o inflessibili nei momenti giusti.

Va cercata la sintonia tra tutti i componenti della famiglia, superando le tensioni e sdrammatizzando i problemi.

Va posta un'attenzione particolare, fin dall'infanzia, ed ancor più nell'adolescenza, alla crescita globale del ragazzo.

Il successo della rieducazione e dell'apprendimento non è tutto.

L'accettazione dell'handicap, il superamento della paura (aiutarli a superare l'ansia e l'insicurezza) dovrebbero essere cercati come mete importanti.

Man mano che il figlio cresce maturano problemi legati alla formazione del suo carattere, all'indipendenza, al senso di responsabilità ed alla capacità di entrare in relazione con gli altri.

Qui il ruolo dei genitori dovrebbe consistere soprattutto nell'attenzione, nel sapere ascoltare e rispettare la personalità del figlio e nell'aiuto a far emergere le sue attitudini e ad avere fiducia in se stesso.

Può sembrare strano a chi non ha seguito per intero la crescita e l'evoluzione di una persona sorda, ma i nostri ragazzi, stimolati e seguiti in modo particolare, giocano spesso nella vita il ruolo di protagonisti. E talvolta esagerano.....

Chi scrive ha dovuto spesso correggere il tiro e dire al proprio figlio, nel gergo dei ragazzi:"Vola basso, ci sono anche gli altri".

 

Franco Segala

 

Incontri per genitori di adolescenti

Troppo spesso la 'fatica' è rinchiusa nelle quattro mura di casa. E' necessario confrontarsi per capire meglio il proprio figlio e il proprio ruolo di genitore.

Si trattera' di sviluppare riflessioni 'in itinere'. Le 'scoperte' riguarderanno accadimenti in corso. Si potra' lavorare anche sull'immaginario relativo al futuro dei propri ragazzi. 'Taglio' e prospettiva analoghi agli incontri per genitori di giovani adulti.

 

A proposito degli incontri dello scorso anno

Anche questo gruppo, piuttosto corposo, è già partito lo scorso anno, con le stesse modalità e conduzione. C'è stato uno scambio di esperienze, vissuti particolarmente "scottanti" vista l'età dei ragazzi, già di per sè problematica. "Forse", alla fine è venuto fuori quello che da analoghi gruppi di genitori di ragazzi udenti sarebbe scaturito: l'adolescenza è sì un periodo particolare, ma chi la vive più "drammaticamente" sono i genitori.

Eliana Volpe

 

Incontri per i genitori di bambini piccoli

Da poco è stata diagnosticata la sordità del proprio figlio. I genitori hanno bisogno di risposte che li aiutino ad affrontare i problemi del quotidiano che generano ansia, ma soprattutto, paura di sbagliare.

 

A proposito degli incontri dello scorso anno

La partecipazione dei genitori dei piccoli è stata inferiore a quella degli altri gruppi, ma il perchè lo conosciamo tutti: la difficoltà di "piazzare" i figli in assenza dei genitori. Ed è un peccato perchè sono proprio loro che hanno più bisogno di scambiarsi esperienze, darsi coraggio, avere più chiaro quale sarà il futuro dei loro figli per meglio impostare la loro "fatica" di riabilitatori.Speriamo che quest'anno ci sia qualche nonna-zia-baby sitter in più. Diverse mamme hanno offerto la loro disponibilità: vediamo se riusciamo ad organizzarci !

 

La serie di incontri indirizzata ai genitori con figli audiolesi piccoli a cui abbiamo partecipato è stata un'utile occasione che ci ha consentito di riflettere sulla nostra condizione attuale e sul cammino condotto in questi anni.

Certo, ogni tanto ripensiamo ai vari momenti della crescita di nostro figlio, a cosa possiamo fare per stimolarlo e per aiutarlo maggiormente, ma non capita quasi mai di trovarci insieme ad altri genitori che vivono la nostra stessa esperienza per comunicarci impressioni, progetti, novità e anche difficoltà e per ricevere da persone qualificate spunti, proposte e incoraggiamenti a proseguire nel nostro impegno educativo. L'intervento scritto richiestoci nell'ambito del corso, ci è ulteriormente servito a ripercorrere e approfondire il nostro vissuto e a riconoscere gli elementi positivi e quelli più critici incontrati.

Tali esperienze pensiamo possano essere state utili anche agli altri genitori presenti. Ci auguriamo che, quanto emerso in tutti quei momenti, opportunamente elaborato, possa diventare un utile contributo anche per tante altre persone nell'ambito del convegno della nostra associazione che si svolgerà la prossima primavera. L'unica nota un po' stonata è stata la scarsa partecipazione delle famiglie ai vari appuntamenti. Certamente per i genitori con figli molto piccoli è più difficile poter partecipare a iniziative di questo tipo, proprio perchè sono i più impegnati e coinvolti dal punto di vista pratico ed emotivo, ma lo scambio di esperienze fra genitori con le medesime difficoltà ripaga del tempo e della fatica richiesta per poche uscite. Infatti uscire dal proprio isolamento dà esiti positivi inaspettati: aiuta a ridimensionare eccessive preoccupazioni ed a condividere i percorsi ardui dell'educazione e della riabilitazione dei figli cui tanto teniamo.Di qui l'invito ad aderire alle prossime iniziative che l'associazione proporrà e a coinvolgere altri genitori che conosciamo.

 

Tiziano e Maria Grazia Torriani

 

SOMMARIO di Parliamone n. 11

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